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Politica San Marco in Lamis

Fratelli Luciani, Merla: “Riprendiamoci il nostro territorio, lo dobbiamo a Luigi e Aurelio”

Il discorso del sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla all’inaugurazione del tau dedicato ai fratelli Luigi e Aurelio Luciani, posizionato nel luogo dove i due onesti e innocenti agricoltori sono stati assassinati dalla mafia il 9 agosto 2017

“Solo insieme e uniti possiamo sconfiggere le barbarie”, con questa premessa ieri mattina il sindaco di San Marco in Lamis ha introdotto il discorso incentrato sulla lotta alla criminalità dopo i fatti del 9 agosto scorso e poco prima della scopritura del monolito a forma di tau dedicato ai fratelli Aurelio e Luigi Luciani. “Oggi ci ritroviamo in questa giornata che assume un valore altissimo per la nostra città, ma oserei dire per l’intero territorio e per la provincia di Foggia. E’, pertanto, nostro preciso dovere rendere omaggio al sacrificio, ricordare e mantenere nella memoria collettiva la morte di due uomini innocenti. Dobbiamo fare tesoro di queste alte virtù, rispettare i loro ideali, non rendere vano ed inutile il loro sacrificio, impegnandoci a portare avanti lo scopo di questo momento, quello di creare un territorio unito, libero da fenomeni criminali e mafiosi, convincere le nuove generazioni a non correre dietro le chimere del facile arricchimento attraverso l’uso della violenza”.

La scopritura del tau per i fratelli Luciani

Michele Merla ha poi aggiunto: “Insieme ai due nostri giovani concittadini è stata uccisa un’intera comunità, ferita nei suoi valori fondamentali: il lavoro, la famiglia, l’onestà. Una comunità vi assicuro spaventata ed impaurita che si è trovata improvvisamente difronte ad una realtà spietata. Ed è stato proprio in quel momento che le nostre forze dell’ordine hanno svolto la loro funzione più alta: ci hanno protetto, ci hanno difeso, hanno difeso la nostra tradizione di popolo onesto e lavoratore, facendoci sentire forte la loro presenza. Ci hanno mostrato di essere dalla nostra parte, ci hanno dato il coraggio di lottare e di gridare con forza il nostro no ad ogni forma di violenza, il nostro no alla mafia. A tutti voi presenti chiedo fiducia e collaborazione! Fiducia nelle istituzioni, e collaborazione, perché solo collaborando e rimanendo uniti possiamo mantenere salda la nostra dignità di cittadini. Ancora una volta chiedo il rispetto delle regole nei nostri comportamenti quotidiani, difesa e rispetto della dignità delle altre persone, fondamentali per costruire una società che possa dirsi civile e per consentire la crescita della nostra comunità”.

Il primo cittadino ha poi ricordato il duplice omicidio di due agricoltori innocenti: “In quel tragico 9 agosto, la notizia della barbara uccisione per mano mafiosa di due nostri concittadini, Luigi ed Aurelio Luciani, ha sconvolto la vita di parecchie persone, la mia vita sul piano personale, visto che conoscevo loro (in particolare Aurelio, mio vicino di casa) e la loro famiglia di origine. E’ stato un episodio tragico, che ci ha portato alla ribalta della cronaca ed all’attenzione nazionale e che giustamente ha reso noto a tutti, ed alle istituzioni centrali soprattutto, l’esistenza del problema della legalità e della presenza mafiosa sul nostro territorio. Una presenza di lungo tempo, silenziosa e subdola, che non va sottaciuta, e che ha infangato la tradizione ed il buon nome del nostro territorio”

Il sindaco di San Marco in Lamis ha concluso: “A tutti i cittadini dico: riprendiamoci il nostro territorio! Rialziamo la testa ed affermiamo forte la nostra dignità di gente perbene. Collaboriamo con le istituzioni e con le forze dell’ordine, impegniamoci, nel nostro piccolo e nelle azioni quotidiane, a rispettare le regole di convivenza civile. Lo dobbiamo a Luigi ed Aurelio, nostri fratelli, figli, padri e onesti lavoratori affinché la loro memoria non si perda. Lo dobbiamo al figlio di Luigi, il piccolo Antonio, ed ai figli di Aurelio, Antonio, Michele e la piccola Angela, nata da pochi giorni, barlume di luce e di speranza e simbolo della vittoria della vita sulla morte. E lo dobbiamo ai tanti sammarchesi e garganici del passato ma anche del presente, esponenti della cultura, dell’arte, stimati professionisti che con orgoglio e fierezza hanno mantenuto e mantengono alto in Italia e nel mondo il buon nome della nostra Terra”

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