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Miranda e Iaccarino all’Udc, Cera scopre le carte: “De Leonardis è fuori”

"Nell'Udc abbiamo la possibilità di esprimere il nostro parere". Lambresa al Senato, Cera alla Camera, Iorio a Palazzo di Città, Iaccarino a Palazzo Dogana e Miranda in via Capruzzi

Un partito che ci consentirà di esprimere un vero progetto per la Capitanata e, perché no, anche un progetto sulla mia persona”. Non lo dice chiaramente Luigi Miranda ma la volata per le prossime regionali è tirata. D’altronde, con presenze di peso all’interno del partito (vedi l’ultimo acquisto, Lucia Lambresa, e, molto prima di lei, Eugenio Iorio, anch‘egli ex Pdl) la sala d’attesa per la prossima corsa a Palazzo di Città - a cui Miranda non ha mai fatto mistero di guardare - potrebbe risultare affollatissima. Meglio, dunque, per l’ambizioso avvocato foggiano virare su via Capruzzi.

L’Udc, d’altronde, dopo la rottura con l‘ex classe dirigente targata Di Giuseppe/De Leonardis, con lo scacchiere tutto da ricomporre e le pedine ancora per la gran parte da incasellare, può offrire molto al giovane ex predellino che oggi, assieme al suo collega di banco a Palazzo di Città, Leonardo Iaccarino, divorzia ufficialmente dal partito di Berlusconi e firma l’unione con quello di Pierferdinando Casini.

Oggi la conferenza stampa in via La Rocca alla presenza di tutto il nuovo stato maggiore UDC, “fregiato”, tra l’altro, dell’arrivo anche del segretario regionale, Angelo Sanza, giunto a Foggia per complimentarsi con il segretario provinciale “per il grande lavoro svolto“. Per Cera, inutile dirlo, è un colpaccio. “Ma ci guardate?” gongola rivolto alla stampa, “avreste mai immaginato che l’Udc un giorno potesse essere questa?”.

I nuovi acquisti sono “prestigiosi”, come li definisce lo stesso Cera che ringrazia Eugenio Iorio, il vero deus ex machina dell’operazione Miranda-Iaccarino. L’ex forzista si schermisce: “Non ho stimolato nessuno, ho semplicemente ascoltato, perché le scelte devono essere autonome e responsabili. Con Miranda e Iaccarino c‘è da sempre una condivisione di idee e valori. Soprattutto non c‘è mai stata un‘opa su altri partiti come è stato dichiarato”.  

La risposta all’Udcap - che solo pochi giorni fa aveva criticato la “campagna acquisti” di Cera - arriva rapida, colta al balzo dal segretario per spendersi in una difesa d’ufficio della sua nuova beniamina: “Lucia non aveva bisogno di essere lanciata nel 2009 da falliti della politica. Sono stati gli altri a trarne beneficio, non lei. Perché è stata Lucia Lambresa il valore aggiunto della coalizione“. E alla domanda su possibili “ritorni a casa“, origliata dai cronisti negli ultimi giorni e rilanciati in conferenza stampa, gela: ”Se volete sapere se De Leonardis tornerà, vi dico che è fuori. Non esistono le porte girevoli“.

Ma altri arrivi, quelli si. Pescati ancora dal vivaio Pdl: si parla di contatti con un deluso Leonardo Di Gioia ma anche con altri due consiglieri comunali, Rosario Cusmai e l’ex sindaco Mimmo Verile. Ancora, non c’è che dire, nomi di un certo peso nella politica cittadina.

Il cui arrivo avrebbe certamente, come primo riflesso, quello di rimpinguare il nascente gruppo consiliare al Comune di Foggia che, con 3 consiglieri comunali (Iorio, Miranda e Iaccarino),  torna oggi a fare la sua presenza istituzionale nel Palazzo, naturalmente tra le fila dell’opposizione, con un più che probabile Iaccarino capogruppo.

Non solo. “L’allievo politico” di Iorio, come si è autodefinito in conferenza, accarezzerebbe un futuro da consigliere provinciale (ma bisognerà capire bene quale futuro attende le Province), ambizioni che certamente nel Pdl (più affollato) sarebbe stato difficile anche solo coltivare. Lo lascia capire, Iaccarino, quando, spiegando l’abbandono del partito azzurro, ammette: “Nell’Udc abbiamo la possibilità di esprimere il nostro parere”.

Come dire, nel Pdl questo non è permesso. Parole dure, un colpo basso per i berluscones di Capitanata, freschi di congresso provinciale in cui hanno sudato sette camicie per dare all’esterno una parvenza di rinnovamento, di ricambio generazionale, di dialogo, dentro e fuori il partito. Ma ad addolcire i toni ci pensa Miranda: “Nessun acredine con il Pdl, quello che facciamo oggi è frutto di una lunga e profonda riflessione oltre che di una condivisione di valori e di una presa d’atto che il bipolarismo, quello muscolare al quale ci hanno abituati Pd e Pdl, è morto. Il progetto vincente, quello in grado di restituire dignità e credibilità alla politica - ed un progetto alla Capitanata - è il terzo polo di Casini. Questo è il futuro”.

Annuisce Iorio: per lui sarebbe pronta la corsa a Palazzo di Città, perché l’Udc, annuncia Cera, esprimerà il suo candidato sindaco alle prossime elezioni comunali. E Lambresa? Il Senato, probabilmente, se Cera tornerà alla Camera. E con Miranda e Iaccarino il cerchio si chiude. Ma, per favore, non chiamatelo “cerchio magico”.

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