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Il giorno dopo Boschi, foggiani sì o foggiani no?

Ieri Maria Elena Boschi a Palazzo Dogana ha chiesto un "si" "per aiutarci a cambiare l'Italia". In una sala stracolma di gente le ragioni della riforma costituzionale

A 24 ore dall’arrivo del ministro Boschi - spenta o quasi la querelle sollevata in prima battuta dai giornalisti, alla quale il ministro ha dedicato sul gong soltanto pochi secondi della sua tappa foggiana - il tema referendum sembra entrato ufficialmente nelle case dei foggiani. Prevale al momento il grande partito del no. In risalita quel “sì” rappresentato dal Partito Democratico, ad eccezione, a Foggia come nel resto della Capitanata, dell’ala riformista targata Speranza, bersaniani e dalemiani.

Riuscirà la compagine del “si” ad intercettare il voto degli indecisi o semplicemente a convincere i disinformati? L’arrivo del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi quanto e come avrà inciso sulla percezione che i cittadini hanno della riforma? Senza ombra di dubbio l’incontro che si è svolto sabato pomeriggio a Palazzo Dogana ha lasciato il segno. Il successo dell’iniziativa è fuori discussione. Ma ora?

MERCATO DEL VENERDI, FOGGIANI SI O NO?

Gli incontri e le iniziative che da qui al 4 dicembre prossimo si svolgeranno nei territori ci diranno se i cittadini avranno realmente preso coscienza dell’importanza del referendum e acquisito le informazioni necessarie per poter decidere in totale libertà e autonomia la scelta migliore.

Due le opzioni, ma anche l’alternativa di disertare le urne. Quanto vale in termini percentuali il partito dei foggiani che resteranno a casa? Il motto “Un sì per aiutarci a cambiare l’Italia’ del governo Renzi sarà sufficiente ad intercettare il popolo degli indecisi, dei pigri e dei delusi? Ai posteri l’ardua sentenza

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