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Vaira sale sul ring del PD, prende a pugni la politica foggiana e la mette in guardia dai 'pericoli' Lega ed Emiliano

L'avvocato foggiano tra i pioneri dei comitati civici di Renzi. "Siamo in emergenza democratica, serve scendere in campo". E non risparmia bordate al governatore pugliese: "Pessimo esempio di politica, i foggiani si allontanino"

“Siamo in emergenza. Ad essere messi in discussione oggi sono i valori condivisi della democrazia, della civiltà, del rispetto delle istituzioni. Ecco perché è giunto il tempo di mobilitarsi. Perché loro non sono la maggioranza. Semplicemente non hanno più remore ad esporsi, sanno di farlo impunemente”. Quando Matteo Renzi dal palco della Leopolda ha lanciato l’idea dei “comitati civici”, Michele Vaira era tra i pionieri dell’iniziativa, insieme ad altri otto provenienti da tutta Italia. La maggioranza silente. Settore tematico: la giustizia. “Siamo partiti in otto, ma in pochissime ore ne sono sorti un centinaio in tutta Italia – ci dice quando lo raggiungiamo al telefono -. Ed io stesso ho ricevuto una marea di telefonate in questi giorni”. Cosa sono i comitati civici? Forme liquide di confronto, luoghi di pensiero, think thank in cui si fa “politica alta” e si prova a dare il proprio contributo. Lo fanno persone che, per la gran parte, non hanno mai avuto una tessera di partito ma che, “di fronte all’emergenza”, hanno deciso di esserci. Avvocato penalista foggiano, stimato professionista anche fuori dal perimetro provinciale per aver ricoperto incarichi anche di rilievo nazionale (è stato presidente Aiga), Vaira stesso ha preso la sua tessera di partito per la prima volta dopo le elezioni politiche del 4 marzo. Tessera Pd ovviamente, “ma più per solidarietà e testimonianza che per reale interesse alla vita di partito e alle sue dinamiche”.

“Alla Leopolda sono stato invitato dall’organizzazione, in particolare da Ivan Scalfarotto, con il quale ho un rapporto di salda amicizia. Già  in passato mi aveva già chiesto di impegnarmi per risollevare del Poligrafico di Foggia unitamente ad un gruppo dirigenziale molto forte, che infatti ha portato risultati straordinari che sono sotto gli occhi di tutti” ci tiene a premettere.

E’ stato chiamato anche a fare il suo intervento.

Sì, perché tra i temi più attuali oggi c’è l’inversione di tutti i valori. Concetti che si sembravano assodati come l’europeismo, la solidarietà, il rispetto istituzionale, il rispetto nei confronti della scienza, del diritto e della giustizia vengono demoliti giorno dopo giorno dal popolo del web, dal populismo, da tutto ciò che riesce ad entusiasmare la pancia della gente senza accendere il cervello. E a farne le spese saranno i più deboli.

Ma sono proprio le categorie più deboli il principale destinatario di questo Governo…

A parole! Sono bravi a turlupinarli, non capendo che tutte le decisioni sino ad oggi assunte si risolveranno a loro danno. Penso a tutte le iniziative in materia penale e processuale che prevedono aumenti indiscriminati di pena, che andranno a carico dei poveri cristi. O al Decreto Sicurezza, manovra assolutamente di facciata che andrà a colpire gli immigrati, i poveri, i delinquenti di strada, ma nulla farà rispetto ai reati violenti, quelli che allarmano la cittadinanza.

E che dire della Legittima difesa?

Quella modifica è abominevole e porta con sè il rischio, opposto, di scatenare un far west, di promuovere azioni sproporzionate rispetto alle offese. Questo non è degno di un Paese civile. È lo Stato che deve difendere il cittadino, non deve dire al cittadino “preparati ad essere pronto a difenderti a mano armata”. Tutti i migliori professori di diritto la pensano in questo modo. Solo qualche cialtrone è capace di sostenere – anche giuridicamente - il contrario.

E però pare che la gran parte dell’opinione pubblica voglia questo. 

Diciamo che oggi questa è apparentemente la maggioranza, perché ha il coraggio di parlare. C’è una maggioranza silente che ama il proprio Paese, che è ancora ancorata a certi valori, che però ha paura di esporsi, perché viene bersagliata dalle offese. Ed io ho iniziato a farlo, cercando di stimolare queste coscienze e questo orgoglio, per dimostrare che in Italia la maggioranza la pensa diversamente. Quella che viviamo oggi è solo una temporanea situazione di visibilità di questi sentimenti. 

Acuiti però dai casi di violenza per mano di immigrati. L’ultimo sul territorio è l’aggressione al Cara a danno di poliziotti.

Certamente grave, ma vi invito a verificare cosa succede alla Polizia quando entra a Scampia, dove immigrati non ce ne sono. E che dire di Foggia: pensiamo davvero che il nostro problema sia la presenza di immigrati o piuttosto il fatto che sul Gargano ci siano stati centinaia di omicidi in trent’anni? O che la quasi totalità degli esercizi commerciali paga il pizzo? Il problema in Italia è ciò che spendiamo per l’accoglienza oppure il fatto che ci sia un’evasione fiscale da record? Questi sono i problemi. E purtroppo i provvedimenti del Governo, come il vergognoso condono fiscale, che mi indigna, sono dei segnali preoccupanti. Puniscono i cittadini perbene, col rischio di emulazione di questi comportamenti.

Va bene ma glielo rilancio con una battuta: e allora il Pd? Ci sarà una ragione se è stato punito nelle urne.

Sì, ed è dovuto anzitutto alla divisione interna del partito, quindi alla disinformazione scientifica, alla indegna mole di promesse elettorali che hanno fatto gola agli elettori, e alla capacità, degli altri, di aggregare consenso contro un nemico immaginario, in questo caso gli immigrati.

Ma lei crede in Renzi o nel Pd a prescindere, a guida Zingaretti, Minniti, Boccia…

Boccia chi? Il Pd è il Pd. Ha valori universali. È l’unico partito che esprime valori in linea con la mia storia e la mia vita. Renzi, che è stato vittima di un killeraggio politico senza precedenti, è l’unica figura che nel presente e nel futuro può rappresentarlo nel modo migliore. Gli hanno fatto guerra dall’interno perché è più bravo, più avanti. È l’unico che riesce  a mobilitare folle da tutta Italia e ad offrire soluzioni, che possano essere condivise o meno, ma le dà.

Sta dicendo che sbagliano a criticarlo?

Coloro che lo criticano sono in gran parte persone che nella loro storia non hanno mai concluso nulla, non hanno mai vinto un’elezione, o che comunque non hanno mai lasciato nulla di significativo al Paese. Guardi, ad esempio, Michele Emiliano.

Cioè?

E’ il peggior esempio di incoerenza politica, di incapacità amministrativa, di populismo sfrenato, di slealtà. Questo è Emiliano. Prima se ne accorge la classe politica foggiana, meglio è. Per quanto mi riguarda avrebbe dovuto smettere di fare politica dopo lo scandalo degli omaggi ittici ricevuti dal suo amico costruttore De Gennaro quando era sindaco di Bari.

Avvocato Vaira, ce lo dica chiaramente: è interessato alle prossime elezioni amministrative?

No.

Perché no?

Perché questa iniziativa politica è altro, è culturale. Non mi interessano le logiche elettoralistiche e men che meno partitiche. E poi a Foggia non sarà un nome a fare la differenza. Non è una figurina che può plasmare e modificare una società che è rappresentata poi in un consiglio comunale. Le scene che vediamo da vent’anni in consiglio comunale ti fanno capire che c’è una pletora di gente senza alcuna dignità. Alla fine cambiano i nomi o le insegne ma non cambiano le dinamiche. Quelli che oggi sono presenti nella Lega, 25 anni fa militavano in altri partiti, così come quelli più a sinistra prima stavano con Berlusconi. Ma sono sempre gli stessi e continuano a condizionare pesantemente l’azione amministrativa con i continui ‘capricci’. E, guardi, preferisco chiamarli capricci, per non affibbiare etichette di reato ai comportamenti di certi soggetti.

A maggior ragione se è come lei dice, non sarebbe il caso di darci un taglio?

Non basta il singolo, ci vuole uno stravolgimento del corpo degli elettori, che devono scegliere rappresentanti che facciano l’interesse della città e non quello particolare. Foggia è legata ancora a questa dinamica, l’elettore va alla ricerca del singolo favore. Nessuna forza politica oggi è capace di compiere questo stravolgimento. Neanche, e mi dispiace dirlo, quella in cui mi riconosco.

E quindi? A chi la diamo la città?

Ad oggi non so ancora quale sarà la proposta programmatica e di candidato del Pd, mentre dall’altra parte abbiamo Landella o in alternativa, si dice, Ursitti. Le rispondo con una battuta: se Landella devo valutarlo sulla base dell’opposizione fatta (anche dal PD), si potrebbe dedurre che ha governato bene, visto che non gli hanno mai contestato nulla di particolare, a parte il consigliere Mainiero. E devo dirle che determinate scelte, come l’isola pedonale allargata, che è emblema del suo governo, mi sembrano anche positive.

Bene, e battute a parte? I 5 stelle?

Guardi, non lo so. Fermo restando che ho simpatia e stima personale nei confronti degli attuali rappresentanti foggiani dei 5 stelle, che appartengono all’ala senz’altro più pura del movimento, ritengo che le buone intenzioni alla prova dei fatti, finora, siano stati una profonda delusione.
Sia nelle amministrazioni locali, che soprattutto a livello nazionale. Poi a Foggia non avranno alcuna possibilità di sfondare. Temo che non arriveranno nemmeno al ballottaggio. Mi auguro, per loro, di sbagliare.

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