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Famiglia e affetti di Landella infangati su WhatsApp. Il sindaco sbotta: “Falsità disgustose”

Il messaggio che circolerebbe su WhatsApp avrebbe preso di mira moglie e cognata del sindaco, che invita le persone a non inoltrare il messaggio altrimenti saranno perseguibili nelle sedi opportune


Circolerebbe da giorni su WhatsApp un messaggio dal contenuto diffamatorio, colmo di falsità disgustose. E’ quanto denuncia pubblicamente il sindaco di Foggia attraverso un comunicato stampa: “Nel messaggio si insinua che dopo la mia elezione a sindaco di Foggia avrei ‘nominato’ dirigente mia moglie, lasciando intuire l’applicazione di favoritismi di natura familistica. Una bugia senza alcun fondamento, che è opportuno smentire in modo categorico. Mia moglie, che era una dipendente comunale ben prima delle mia elezione, non ricopre alcun incarico dirigenziale né percepisce compensi aggiuntivi per lavoro straordinario o per la realizzazione di progetti specifici. Mi segue nella mia attività come mia stretta collaboratrice, senza percepire un solo centesimo in più di quanto percepisse in precedenza – 1455,84 euro netti al mese – quando svolgeva la sua attività presso lo Sportello Unico per le Attività Produttive. Mia cognata, invece, nel delirio diffamatorio di questi vigliacchi anonimi è accusata di essere in predicato di gestire, non si sa a quale titolo, 40 milioni di euro”.

Il primo cittadino evidenzia la singolare modalità utilizzata per replicare a messaggi che circolano tra le chat e sui social – “non è mio costume” – sostiene, ma in questa circostanza, ha ritenuto necessario farlo “perché nell’era della ‘rete’ le lettere anonime di un tempo sono state sostituite da questi nuovi canali di diffusione delle calunnie e delle diffamazioni. Canali altrettanto pericolosi”.

Il sindaco punta il dito contro “i professionisti della calunnia e della diffamazione in servizio permanente effettivo non hanno smesso di operare nella nostra città” e denuncia quel “lavoro sottile, subdolo, condotto sottotraccia, che ha puntato i riflettori su di me e sulla mia famiglia”. Ovvero “un’attività vergognosa, attuata da chi pensa di riproporre film già visti, cercando di sconfiggere l’avversario politico non con le regole della democrazia, ma screditandolo sul piano personale”.

Franco Landella fa sapere che metterà in campo tutti gli strumenti più utili sul piano legale con la necessaria denuncia all’Autorità Giudiziaria, a tutela della sua onorabilità e di quella della sua famiglia. Perseguirà coloro i quali si cimentano “in quello sport infame che è buttare fango sugli avversari politici, inventando di sana pianta fandonie e diffondendole tra quanti non sono in grado di capirne l’infondatezza. È opportuno segnalare che coloro i quali inoltreranno il messaggio diffamatorio che sta circolando, si renderanno complici di un reato, ed in quanto tali perseguibili nelle sedi opportune”.

Conclude il sindaco di Foggia: “Sono francamente stanco di assistere a questo spettacolo indecoroso, di essere il bersaglio della frustrazione dei diffamatori di professione. Chi vuole contrastarmi lo faccia, se ne è capace, dentro le regole della democrazia, con l’attività politica e nelle libere elezioni, non infangando la mia famiglia ed i miei affetti”.

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