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Presentate le liste per la corsa alla Provincia: sfida tra PD e civici per la vicepresidenza

Elezioni in programma l'8 gennaio prossimo. In tutto cinque liste: il Partito Democratico, Capitanata Civica, Forza Italia, Area Popolare-NCD e Unione di Centro. Riccardi sfida Cusmai per la vicepresidenza

Sono scaduti a mezzogiorno i termini per la presentazione delle candidature al Consiglio provinciale di Foggia, il cui rinnovo è in programma il prossimo 8 gennaio. Come è noto, la normativa Delrio, che ha trasformato gli enti in istituzioni di secondo livello, prevede il rinnovo biennale del solo Consiglio provinciale (il presidente resta in carica quattro anni), ed attraverso il meccanismo del voto ponderato.

Il che significa che la politica si elegge da sola, senza il coinvolgimento dei cittadini, con amministratori comunali che eleggono "amministratori" provinciali (il virgolettato voluto trattandosi di una istituzione, la Provincia, semi svuotata dalla normativa Delrio, seppur non completamente affossata dopo la vittoria del No al referendum costituzionale che intendeva depennarla definitivamente dalla Costituzione) sulla base di un calcolo astruso che, in Capitanata, divide il territorio ed i comuni in sei fasce, a seconda del numero di abitanti (peso massimo a Foggia con i suoi 712 voti, seguita dai comuni più grandi della pentapoli,a scalare). Il metodo peggiore, insomma, se si intende la politica come partecipazione diretta del cittadino alla composizione e alla vita delle istituzioni.

E tuttavia, anche se semi svuotata, per gli amministratori resta pur sempre un centro di gestione (e di prestigio), motivo per cui, in vista dell'8 gennaio, si ripete stancamente il rito di una campagna elettorale giocata tutta tra i palazzi della politica. Con poche riconferme. Numerosi, infatti, sono gli uscenti che, un po' perché hanno perso il seggio comunale (condizione imprescindibile per avere un seggio a Palazzo Dogana), un po' per delusione rispetto alla utilità di un ente siffatto, non si ricandideranno. 

A guardare le cinque liste - PD, Capitanata Civica, Forza Italia, Area Popolare-NCD, UdC - la nuova assise a 12 dovrebbe rinnovarsi per un buon 90%, lasciando pochi bis. Lasciano, ad esempio, uscenti come Antonio Tutolo, sindaco di Lucera, per il quale "una Provincia così non serve,  a niente ed un sindaco non può dividersi su due incarichi se vuole fare bene il primo cittadino della sua comunità"; bissa, invece, e rilancia il suo ruolo da vicepresidente Rosario Cusmai, uomo dell'assessore regionale all'agricoltura Leonardo Di Gioia in Capitanata, che, tuttavia, in questa tornata, dovrà vedersela con una insidia non di poco conto: scende in campo, infatti, il sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, un peso massimo targato PD ma anche una figura molto trasversale e che va oltre il recinto meramente manfredoniano.

E' plausibile, infatti, sostenere che scenda per "vincere", per quanto la sua Manfredonia sia in seconda fascia rispetto a Foggia, e contendere la poltrona numero due ai civici. Il che lascia presupporre una partita nella partita, uno scontro nello scontro, PD contro civici, ma anche PD contro PD posto che ciascuna anima lavorerà alla vittoria del proprio candidato (una sorta di mini-congresso interno, insomma, tra i dem, per quanto la stagione vera e propria sia stata rinviata proprio ieri da Renzi a scadenza naturale).  

Basta dare uno sguardo alla lista del PD per rendersene conto: solo 8 candidati su un massimo di 12, oltre a Riccardi si giocheranno la partita l'uscente Pasquale Russo il quale, però, questa volta dovrà fare a meno dei voti dell'europarlamentare Elena Gentile che, scartata l'ipotesi Raimondo Giallella (sindaco di Pietramontecorvino), spenderà tutto il suo peso politico sul suo delfino cerignolano, Tommaso Sgarro, segretario locale del partito e consigliere comunale.

Una scelta obbligata, pare, quella di Sgarro, per evitare emorragie di voti tra i consiglieri piddini laddove si fosse preferito Giallella. I papabili sarebbero questi tre (anche se Russo dovrà lavorare a recuperare su Foggia voti decisivi come, pare, quello di Augusto Marasco, mentre "mani libere" si sarebbe riservato il capogruppo, Alfonso De Pellegrino). Quanto al resto della lista (dal sindaco di Troia, Leonardo Cavalieri, all'ex sindaco di Ascoli, Nino Danaro) potrebbe rivelarsi niente più che mero contorno. 

Cinque liste, dicevamo, e rapporti di forza che paiono già scrivere il prossimo Consiglio provinciale sulla base di quorum già stabiliti con linea di partenza a 3500: fino a quattro consiglieri le quotazioni per Capitanata Civica, la lista di Di Gioia appunto, che, oltre a Cusmai, schiera, su Foggia, l'uscente fittiano Raimondo Ursitti, il lucerino uomo di Tutolo Giuseppe Pitta, la capogruppo a Cerignola dei cicognini Loredana Lepore (anche qui, bisognerà vedere se la maggioranza Metta sarà compatta su Lepore o se, piuttosto, come si vocifera, il gruppo del vicesindaco Rino Pezzano e del presidente del Consiglio comunale Leonardo Paparella, non preferisca fare asse con gli ex PD di San Giovanni Rotondo e confluire su Giuseppe Mangiacotti candidato dall'Udc); 2 o, in caso di en plein, 3) il Pd di Raffaele Piemontese (che, pare, non abbia un candidato di riferimento in questa tornata, avendo preferito far giocare il territorio); fino a 3 Forza Italia, il gruppo più numeroso al Comune di Foggia che, consapevole della necessità di puntellare la maggioranza Landella, avrebbe deciso di puntare sue fishes su Pasquale Cataneo (schittulliano, ormai organico agli azzurri), e di ospitare Joseph Splendido, capogruppo di Civica per la CapitaAmata (almeno quattro i voti per lui dal suo gruppo). Altra candidatura di peso è quella che arriva da Manfredonia con Eliana Clemente, vicina al vicepresidente del consiglio regionale Giandiego Gatta, e già destinataria di un voto pesante da Foggia come di Pasquale La Torre (anche in Forza Italia si agitano anime diverse come tra i dem).

Da attenzionare la candidatura strappata  dal consigliere foggiano Nicola Russo, intenzionato ad entrare a Palazzo Dogana e a racimolare voti ovunque (e i franchi tiratori Landella li ha già sperimentati alla scorsa tornata elettorale). Le liste sono sintomatiche anche di ciò che va accadendo in corso Garibaldi e dei nuovi equilibri di maggioranza che si vanno definendo.

Basti guardare ad esempio Area Popolare-Ncd: il candidato di Di Giuseppe dovrebbe essere il consigliere Pertosa. E però la lista ospita anche l'indipendente come Lucio Ventura (che dovrebbe poter contare, oltre che sul suo voto, su quello di Bruno Longo) e, sorpresa delle sorprese, Gaetano Cusenza, consigliere provinciale uscente e uomo di Sergio Clemente. Il che non solo lascia immaginare una possibile doppia vittoria per Ncd a Palazzo Dogana ma dovrebbe ormai ufficializzare il sostegno di Clemente alla maggioranza Landella. Sindaco che dovrebbe incontrare i suoi dopo le festività natalizie, per serrare le fila e individuare i "meritevoli" di voto. 

Resta, infine, l'Udc che, oltre a Giuseppe Mangiacotti, punterebbe, secondo indiscrezioni, su Antonio Zuccaro, di San Nicandro Garganico, per quanto il consigliere regionale Napoleone Cera abbia confermato a questa testata "nessun candidato di riferimento".

LA LISTA COMPLETA DELL'UDC

Questa, in linea di massima, sulle base di numeri già scritti dalla legge, le opzioni più o meno accreditate per il nuovo consiglio provinciale. La cui campagna elettorale avrà come obiettivo quello di rendere chiara, più che la composizione dell'assise, la geografia politica del territorio ed i suoi equilibri, i rapporti di forza tra i personaggi, e dando un assaggio di congresso interno ai partiti e di nuove maggioranza che vanno innescandosi nei palazzi della politica. Anzitutto al Comune di Foggia. 

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