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Libera chiama a raccolta Foggia: "Dalla paura si può uscire"

Verrà eletto anche il nuovo referente provinciale dell'associazione contro tutte le mafie. "Insieme per il riscatto di Foggia dal giogo della criminalità organizzata”

Manca poco all’assemblea provinciale di Libera. Sabato 21 novembre, alle 17, nella sede delle Acli di via Luigi Rovelli si terrà l’incontro nell’ambito del quale saranno illustrate le attività svolte finora e sarà eletto il nuovo referente provinciale.

Sarà anche l’occasione per riflettere sull’acuirsi della violenza criminale e per programmare insieme le attività da svolgere nel prossimo anno associativo. L’incontro è aperto a tutti: “invitiamo i cittadini a partecipare all’assemblea e a dare il loro contributo nella costruzione di un percorso di antimafia sociale, che coinvolga l’intera società civile e che segni il riscatto di Foggia dal giogo della criminalità organizzata”, spiegano dal coordinamento di Libera.

Quelli appena trascorsi, infatti, sono stati giorni difficili per la città, “ancora una volta costretta alla paura da due atti di violenza che innalzano ulteriormente il livello di allarme”, spiegano. “Episodi che generano rassegnazione e sfiducia nei cittadini, che si sentono inermi di fronte ad una banda di criminali che sembra voler dimostrare di poter colpire dove e quando vuole”.

“Siamo stanchi di questa situazione e chiediamo un impegno serio, forte, che possa contrastare il pericolo di una "resa": pur riponendo massima fiducia nell'operato delle Forze dell'ordine, chiediamo alle Istituzioni di spiegarci cosa sta accadendo e di provare a fare un salto di qualità nella lotta alla criminalità organizzata, attuando piani semplici ma fortemente simbolici, come ad esempio l'assegnazione dei beni confiscati e degli spazi pubblici inutilizzati”.

Concludono gli attivisti di Libera: “Quei vuoti lasciati al degrado potrebbero diventare centri di aggregazione, di cultura, di impegno e propulsori di un senso di comunità, tutti valori che fungono da anticorpi al proliferare della criminalità, specie tra i giovanissimi, e che rendono attivo il cittadino in prima persona. Chiediamo inoltre a chi sa di parlare, ai negozianti di denunciare e di non piegarsi. Dalla paura si può uscire solo con un atto di coraggio che possa in qualche modo diventare collettivo”.

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