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Lambresa verso le dimissioni: “Maggioranza di Cilibertiana memoria”

Il vicesindaco di Foggia è un fiume in piena. Bocciato il bilancio e l'aumento della Tarsu, per la pasionaria la maggioranza non esiste più. Lambresa: "E' una questione di coscienza, non si può"

Del famoso "patto con gli elettori", quello su cui due anni fa si costruì la vittoria del sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, restano oggi poche decine di righe. Quelle che in mattinata il vicesindaco Lucia Lambresa ha consegnato al primo cittadino e che decretano il fallimento ufficiale di quel laboratorio politico che per primo in Puglia, nel 2009, candidò centro e centrosinistra, insieme, al governo della città. Quell'esperienza è finita. E le motivazioni stanno tutte in quella lettera (la terza in due mesi), dura ma accorata, fatta pervenire al sindaco oggi, nella speranza di squarciare quel velo di silenzio frappostosi tra lui e la pasionaria di Corso Garibaldi, fino a qualche tempo fa suo "braccio destro", e salvare il salvabile al fotofinish.

Ma l'ultimatum - Lambresa ne è convinta - non sortirà effetti, fagocitato dal predominio di Pd, Socialisti e Unione di Capitanata, veri "dominus" della maggioranza al Comune di Foggia. Il vicesindaco si prepara ad uscire di scena. Ma non senza prima aver spiegato le sue ragioni, culminate nel "no" al bilancio di previsione 2011. E alla vigilia del consiglio comunale chiamato a deliberarlo (la convocazione è per il 14 settembre), rassicurata dal sostegno politico del suo partito, Io Sud, confermato dalla presenza del segretario regionale Rosario Polizzi, Lambresa chiama a raccolta la stampa e giù dura con le motivazioni della rottura. Il "libro nero" è corposo. Il casus belli di un rapporto con la coalizione che già un anno fa appariva fortemente compromesso, con una Lambresa politicamente sofferente, lo ha offerto il famigerato aumento del 30% della Tarsu, la tassa sui rifiuti che i cittadini saranno nei prossimi giorni chiamati a pagare già per il 2011.

Un aumento retroattivo, dunque, e proprio per questo "ingiustificato", tanto più perché - si legge- "non supportato da elementi trasparenti di valutazione a fronte di un servizio che per troppo tempo è risultato scadente ed in alcuni periodi addirittura inesistente". Insomma, con l'emergenza rifiuti che ciclicamente imperversa in città, non era proprio il caso di aumentare la pressione fiscale. Non prima, quantomeno, di aver "studiato le carte" (che restano confuse) di Amica, l'azienda comunale di igiene urbana vessata da 50milioni di debito e oggi in “trepidante” attesa di una sentenza di fallimento da parte del Tribunale di Foggia per risanarla attraverso una gestione "controllata“. "Mancanza di trasparenza, legalità e veridicità dei conti" la denuncia del vicesindaco, "tutti elementi sui quali - ricorda alla maggioranza- abbiamo costruito il nostro patto con gli elettori".

Per lei "è una questione di coscienza. Non si può". Ma la giunta il bilancio doveva pur chiuderlo e senza l'incremento Tarsu i conti difficilmente sarebbero tornati. Una soluzione alternativa c’era, anche sulla scorta delle richieste dei sindacati: aumento più contenuto dell'imposta sui rifiuti, in linea con gli aumenti Istat intervenuti negli ultimi 10 anni e dai quali Foggia è stata sempre "esentata", e tagli agli sprechi. Nulla, nessuna risposta. Ma Lambresa boccia l'intera manovra: “un documento contabile – scrive - in cui non rilevo elementi e programmi per il risanamento dei punti deboli del Comune, né tantomeno per un rilancio della città". Amica, cooperative sociali, pubblica illuminazione, manutenzione degli immobili, sicurezza, riorganizzazione dei servizi ma anche Pug e Teatro Giordano: tutto nel programma di governo e ad oggi ancora "impantanato". E via all’affondo politico: "La maggioranza del 2009 non c’è più".

Il quadro consiliare - già colpito dal passaggio “imbarazzante” all’opposizione dell’Udc di Cera, coprotagonista del patto del 2009 - è mutato, divenendo una mera riedizione dell’ex amministrazione Ciliberti. Quindi l’ultimatum: “Mongelli dica alla città con chi intende continuare ad amministrarla e se ritiene finita l’esperienza del buon governo. In tal caso mi ritenga già dimissionaria perché non sarebbe rispettoso degli elettori far governare Foggia al centrosinistra cilibertiano del 26%, con correttivo Udcap, i cui uomini sono al 90% provenienti dalla stessa esperienza”. Lambresa si prepara ad uscire di scena. Ma da sola. I suoi consiglieri, Laccetti e Leone, pare siano già in viaggio verso altri “lidi”.

 

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