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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

La “versione trumpista” di Landella fa incavolare De Pellegrino: “E’ inaccettabile”

L'intervento del sindaco di Foggia dal palco della Lega di Salvini - "a maggior ragione considerando che lo ha fatto indossando la fascia tricolore" - non è piaciuta al capogruppo del Partito Democratico

Alfonso De Pellegrino approfitta del rimprovero di Forza Italia a Landella, successivo all’intervento del sindaco di Foggia alla manifestazione di Salvini, che coincide con il periodo buio del partito azzurro alle prese con la riorganizzazione del centrodestra e della leadership, per infilare il dito nella piaga. “La versione trumpista del sindaco di Foggia è l'ennesimo trasformismo populista di Franco Landella, ridottosi ad inseguire razzismi e intolleranze per coprire inadeguatezze politiche e fallimenti amministrativi. Dal palco di Firenze ha urlato confuse e farneticanti parole d'odio, dipingendo la nostra città come un campo di battaglia tra razze e la nostra terra come l'approdo dei briganti venuti dall'altra sponda del Mediterraneo. E' inaccettabile! A maggior ragione considerando che lo ha fatto indossando la fascia tricolore”.

Per il capogruppo del Partito Democratico il capoluogo dauno “è tutt’altro e non per merito di Franco Landella, che ha assistito senza muovere un dito, ed ora se ne capisce il motivo, alla chiusura del Centro interculturale Baobab: presidio di accoglienza, mediazione culturale e integrazione attivo per un decennio in un quartiere popolare della città. E' più semplice ordinare alla Polizia municipale di dare la caccia ai lavavetri, esibendo sui social network le 'mazze' sequestrate, e spargere demagogia razzista sui problemi del quartiere Ferrovia, invece di attivare servizi reali e misure di prevenzione concrete”

LA REPLICA DEL SINDACO LANDELLA

Prosegue l’esponente del PD: “D'altronde, cosa ci si può aspettare da un sindaco che confonde i richiedenti asilo politico con i lavoratori impiegati nei campi, spesso sfruttati da pseudo imprenditori bianchissimi di carnagione. Andando sul palco di Firenze - senza avere uno straccio di mandato politico dal proprio partito e ad esibire muscoli che non ha, visto lo stato della sua maggioranza - ha offeso l'istituzione e la comunità che rappresenta incitando all'odio razziale e dichiarando la propria impotenza”

Alfonso De Pellegrino conclude: “Riconosca la sua incapacità politica-amministrativa e lasci il passo a chi abbia voglia, coraggio, intelligenza e passione, per occuparsi di un fenomeno sociale assai complesso che certo non si risolverà per magia o per qualche stridulo grido lanciato da un palco”.

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