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VIDEO| 80 anni dell'on. Agostinacchio: dalla destra perduta alla Lega, da Landella all'incognita 2019

Intervista all'on. Paolo Agostinacchio ed ex sindaco di Foggia. 80 anni di centrodestra, uno sguardo sull'Italia e su Foggia

“Sono nato missino e morirò missino. Anche perché non c’è nessuna forza di destra oggi che incarni i valori della destra missina che fu. La Lega prova a rincorrere la carta identitaria e sovranista (avendo buon gioco dall’Europa, che non è l’Unione dei popoli immaginata ma delle multinazionali e del pensiero unico); probabilmente la Lega è “il meno peggio” in questo momento per alcuni missini, di fronte ai Fratelli d’Italia che non riescono a produrre quel balzo necessario ad andare oltre il 4% e ad una Forza Italia che vive un grande momento di grande difficoltà connesso al dopo Berlusconi.

Ma io credo che i militanti della destra politica dovrebbero preoccuparsi di creare un rassemblement, un punto di riferimento che sia connesso alle nostre istanze di alternativa, alla nostra concezione dello Stato. In questo contesto potrebbe anche essere presente la Lega ma senza abiure rispetto ai traguardi che noi ci ponevamo e ci poniamo. Tutti questi spezzoni dovrebbero interrogarsi sulla esigenza di creare una aggregazione che tenga viva una bandiera, un programma, una idea”.

Ad ottant’anni compiuti da poco, non rinuncia a sperare in un nuovo, vero soggetto di destra Paolo Agostinacchio, politico foggiano di razza, esponente storico del MSI, già parlamentare e per due volte sindaco di Foggia, deluso oggi dall’Italia del “nulla e del caos”, dove “la morte delle ideologie ha travolto e ucciso le idee”. “E questo non lo perdonerò mai” dichiara alla nostra testata. All’indomani delle sue ottanta candeline, Foggiatoday lo ha raggiunto nel suo studio legale, in corso Vittorio Emanuele, sede di tanti dibattiti politici, riunioni, discussioni, caminetti, scelte per la città e per la destra che fu. “Era il 1953” ricorda, “partecipai al mio primo corteo politico, a Cerignola. Ed è lì che conobbi Pinuccio Tatarella”.

Quindi, l’amore per la politica che non lo ha più abbandonato. E che ieri era “diversa”, “c’era rispetto per l’avversario”, “c’era il dibattito”, “la speranza”, “un’idea di Paese e di futuro”.  Invita la Lega a non abiurare ed è tranchant nei confronti di Di Maio (che si atteggerebbe a “Re Sole, lo Stato sono io”) e dei 5 stelle: “La negazione dello Stato di diritto, il caos, la costruzione di un Mezzogiorno parcheggio per disoccupati”.  Di seguito l’intervista realizzata (che, di necessità, sconta il taglio di alcune parti per questioni di lunghezza), soffermatasi anche sulle vicende locali, sul governo Landella, sulle elezioni 2019, sui possibili candidati. Agostinacchio “sospende il giudizio”.

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