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“Abusivo crea al commerciante onesto lo stesso danno di chi gli chiede il pizzo”

Intervento del presidente del Consiglio, Luigi Miranda, in apertura della seduta del Consiglio Comunale del 26 novembre, dedicato ai temi della sicurezza e della legalità

La nostra città è al centro di un attacco della malavita. Un attacco che preoccupa i cittadini onesti, e umilia una città operosa. Tre attentati in un settimana, mentre non si sono fermati furti nei negozi e nelle abitazioni, gli scippi, i furti di auto. Cresce in maniera significativa l’abusivismo: anche le bancarelle abusive sono illegali, e contribuiscono – insieme ai furti, alle rapine, agli attentati – a descrivere un territorio dove l’illegalità è dovunque.

Dico questo perché la legalità è un concetto ampio ma ben circoscritto. Non possiamo riunirci per condannare gli attentati ai negozi, e poi andare a comprare la frutta o il cd da un abusivo. Perché il commerciante abusivo crea al commerciante onesto lo stesso danno di chi gli chiede il pizzo. Bene ha fatto ieri l’amministrazione a intervenire alla Fiera di santa Caterina, dove la Polizia Municipale ha smantellato più di 30 bancarelle abusive. Il segnale deve essere forte e inequivocabile: le istituzioni stanno dalla parte dei commercianti onesti, quelli che pagano le tasse, che sono in regola con i pagamenti, che hanno prenotato e pagato l’occupazione di suolo pubblico. Bisogna intervenire. Non si tratta di essere  per così dire “forcaioli”, ma la sanzione ha un effetto educativo. E le istituzioni hanno il dovere di intervenire.

Benissimo gli arresti di ieri, di quattro estorsori ai danni di commercianti e imprenditori. Finalmente le vittime parlano e denunciano. Merito, senza dubbio, di una nuova consapevolezza, del non sentirsi soli, da quando anche a Foggia è stata istituita un’Associazione antiracket. È stato un momento di svolta, che il territorio, le sue imprese, le sue azienda, attendevano.

SICUREZZA E LEGALITA', LA MOZIONE

E gli attentati dei giorni scorsi sono legati all’istituzione dell’Associazione Antiracket. Non è un caso che la malavita abbia colpito tre volte in un settimana, anche in maniera spavalda, alle due del pomeriggio, alle 11 di sera, quando c’è ancora gente per strada. È una provocazione forte, vogliono ribadire la supremazia sul territorio, il loro potere, la possibilità di far male anche ai passanti, a cittadini  ignari. Ma  è solo un colpo di coda, una reazione volgare e scomposta alle attività messe in campo dalle Forze dell’Ordine. La malavita ha dichiarato guerra ai cittadini onesti. La criminalità tenta di intimidire una intera comunità cittadina che con orgoglio e determinazione vuole riprendere in mano il proprio destino e consegnare ai propri figli una città migliore, una città dalla quale non si debba più fuggire per trovare lavoro o per mettere in piedi una attività di impresa.

È evidente il tentativo di mettere in piedi una strategia della tensione e della intimidazione. È altrettanto evidente che prendere di mira le attività commerciali è la risposta arrogante e insolente alla visita della Commissione Antimafia e alla costituzione dell’Associazione Antiracket del capoluogo. Alle iniziative concrete che lo Stato ha messo in campo nell’attività di contrasto al malaffare, la criminalità risponde con il linguaggio squallido della violenza. 

Ma il numero delle bombe e degli attentati è proporzionato al timore della criminalità di perdere il controllo dei propri affari. Paradossalmente, mentre alza il livello della tensione, la criminalità denuncia la sua debolezza. Vuol dire che siamo sulla strada giusta. Vuol dire che lo Stato nelle sue articolazioni – la Prefettura, le Forze di Polizia, la Procura della Repubblica – sta mettendo in crisi un sistema, che risponde con l’unico linguaggio che conosce: l’intimidazione e la violenza. Quindi da questa Aula non può che partire un plauso forte e incondizionato alla Polizia, ai Carabinieri, a tutte le Forze dell’Ordine impegnate sul territorio, e alla Procura della Repubblica per l’attività instancabile e peri risultati ottenuti. Gli arresti di ieri sono la risposta dello Stato di diritto alle bombe e alle minacce.

Prima di dare inizio ai lavori voglio ringraziare ancora le forze dell’ordine, coordinate dal signor Prefetto e dal signor Questore, e la Procura della Repubblica. Ma voglio ringraziare anche quei cittadini che hanno alzato la testa e detto no al ricatto, permettendo gli arresti di ieri. Quella denuncia è l’inizio della fine del racket, ed è il simbolo della nostra città che finalmente dice basta.

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