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Musulmano distrugge presepe e teca della Madonna: i commenti

I commenti di Rossano Sasso, Luigi Miranda, Franco Landella, Raffaele Di Mauro e Giannicola De Leonardis in merito all'incendio del presepe della Madonna del Rosario di Foggia e al danneggiamento della teca con all'interno la statua della Madonna

Toni diversi ma ferma condanna per il danneggiamento della teca con la statua della madonna e l’incendio del presepe della parrocchia della Madonna del Rosario di Foggia avvenuto ieri da parte di un 25enne del Gambia.

Per Rossano Sasso, coordinatore regionale in Puglia di ‘Noi con Salvini’, "l'atto aberrante non deve assolutamente essere derubricato a gesto isolato da parte di uno squilibrato. La matrice religiosa è chiara ed evidente e manifesta ancora una volta l'impossibilità ad integrarsi con la nostra civiltà da parte di certi individui. Per fortuna questa volta non se la sono presa con persone”.

Sull'accaduto si è espresso anche  Luigi Miranda, presidente del Consiglio Comunale di Foggia e viceresponsabile nazionale del Dipartimento dei Difensori del Voto di Forza Italia. “Quanto successo ieri nella parrocchia della Madonna del Rosario è una offesa profonda al sentimento religioso, alla cultura e alla sensibilità dei cristiani. Un cittadino straniero di religione musulmana, ospite del nostro Paese, ha incendiato e devastato il presepe e tentato di distruggere la teca che contiene una statua della Madonna.

Nell’esprime la mia fraterna e affettuosa solidarietà al parroco e all’intera comunità non posso non evidenziare come i valori cristiani, la Fede che accompagna la storia del nostro Paese da duemila anni, sono ormai costantemente presi di mira da una visione intollerante della fede. È successo ieri a Foggia, è successo a Varese, succede tutti i giorni in tutto il mondo

Il parroco della Madonna del Rosario vuole, anche se solo per pochissimi giorni, ripristinare il presepe distrutto. È questo l’atteggiamento giusto da adottare in questa situazione. Nei confronti del vandalo che ha dimostrato di essere lontano da ogni ipotesi di integrazione ci auguriamo venga disposto in tempi rapidi il decreto di espulsione dal nostro Paese".

Questo invece il commento del sindaco di Foggia: “Sono senza dubbio l’azione di un individuo squilibrato e non possono in alcun modo diventare una giustificazione per qualsivoglia forma di odio o di intolleranza. Pur trattandosi di un gesto isolato, però, la violenza sferrata contro i simboli della religione cristiana ripropone con forza la centralità del tema dell’integrazione dei migranti nel nostro Paese.

Il movente religioso rivendicato dal 25enne, infatti, ci dice, ancora una volta, che la vera integrazione presuppone sempre una reciprocità tra il diritto all’accoglienza ed il rispetto della tradizione e della cultura di chi accoglie. In assenza del secondo elemento ogni sforzo risulta essere vano o addirittura controproducente. Integrare non può significare nascondere la nostra identità, cancellare i nostri simboli, abolire le nostre tradizioni. Perché questo è esattamente il contrario dell’integrazione.

Questo triste episodio suggerisce dunque una riflessione onesta, a tutti i livelli, sul significato, sul senso e sulle strategie delle politiche di integrazione oltre che, di riflesso, sul grande tema dei flussi migratori, che ormai ha assunto caratteristiche assolutamente emergenziali.

Sull'episodio è intervenuto anche il consigliere regionale Giannicola De Leonardis: “Un gesto isolato che non deve alimentare intolleranza e odio di qualsiasi natura, ma che non deve nemmeno passare sotto silenzio, per rispetto della nostra religione, della nostra cultura, della nostra identità. Per questo esprimo tutta la mia vicinanza personale e del gruppo Area Popolare al parroco, don Rosario De Rosa, e alla comunità profondamente colpita e turbata da quanto accaduto; e auspico una punizione esemplare e l’applicazione del decreto di espulsione dal nostro Paese – se ricorrono i presupposti previsti dalle normative vigenti - di una persona che ha mostrato di avere una percezione distorta e alterata del principio di accoglienza, per noi sacro ma che merita rispetto e condivisione”.

Così Raffaele Di Mauro, coordinatore provinciale di Forza Italia: “La violenza che ha colpito la teca contenente una statua della Madonna e l’incendio del presepe allestito nel cortile della parrocchia della Madonna del Rosario sono senza dubbio il frutto di un atto vandalico. Ma sono il frutto di un atto vandalico compiuto con una finalità precisa: colpire i simboli della religione cristiana, l’identità del nostro popolo, le nostre tradizioni. È per questo che il gesto del 25enne originario del Gambia non va derubricato ad una bravata. È per questo che quella violenza è un segnale preoccupante, di fronte al quale non bisogna trovare alcuna giustificazione.

Condannare razzismo e xenofobia non vuol dire annullare ciò che siamo. Non significa nasconderci, quasi scusandoci per l’esibizione di simboli e fede. Non vuol dire cancellare il presepe, modificare i canti natalizi. Quanto accaduto a Foggia è solo l’ultimo degli episodi di intolleranza verso la nostra storia che si registrano in Italia, in un crescendo che allarma e turba credenti e laici. Noi non ci schieriamo con i buonismi minimizzatori di professione, con i sostenitori dell’accoglienza a senso unico né con coloro i quali hanno predicato e realizzato una sudditanza culturale che porta oggi a queste conseguenze.

Siamo fieri avversari di quella filosofia della falsa accoglienza che ha ridotto la nostra identità ad un orpello di cui si può fare tranquillamente a meno, sacrificabile sull’altare del politicamente corretto. Siamo fieri avversari dell’idea che integrare significhi annichilire noi stessi. Noi siamo orgogliosi della nostra identità, della nostra storia, delle nostre tradizioni, della nostra religione. Noi pensiamo che l’integrazione, quella vera, passi per il rispetto e la tolleranza, per la comprensione ed il dialogo. Ed è per questo che, oggi più che mai, siamo al fianco di Don Rosario De Rosa e di tutti i parrocchiani della Madonna del Rosario, ai quali ci stringiamo in un abbraccio sincero e sentito”.

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