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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Emergenza abitativa, Mainiero torna alla carica: "Il Comune di Foggia passi dalla propaganda alla proposta"

L'analisi del fenomeno nella città dei paradossi: dove è grave la mancanza di case e diritti, e sono state richieste 933 esecuzioni di sfratto, emerge una Foggia che ha oltre 5000 alloggi sfitti, non utilizzati o invenduti. Le proposte

"Negli ultimi mesi l’emergenza abitativa ha dominato la scena politica di Foggia ottenendo l’attenzione della cronaca nazionale e l’intervento della Regione. Una giostra mediatica messa su ad arte impiegata a piene mani in campagna elettorale".

Così il candidato sindaco non eletto Giuseppe Mainiero che prosegue: "Vediamo nella  città di Foggia come è stato affrontato l'argomento negli ultimi 20 anni  al di là delle strumentalizzazioni propagandistiche e delle lacrime di rito. Nel 2001 il Comune di Foggia, con Agostinacchio, ottenne dall'allora IACP, Stefanetti, oggi ARCA, la retrocessione dei suoli trasferiti poi nella disponibilità dei privati che portò alla realizzazione residua di circa 900 alloggi. Una scelta che di fatto ha impedito alla citta di Foggia di intercettare ed impiegare le risorse per la costruzione di case popolari, perché senza suoli lo IACP di fatto fu paralizzato nella sua attività istituzionale, costruire case popolari, questa è la verita. Evito di parlare di come poi fu affrontata l'emergenza abitativa, ovvero l'operazione immobiliare a Borgo Mezzanone, la costruzione dei campi conteneir oppure del piano di riqualificazione in via Lucera, ex case Mussolini, dove sarebbero dovute sorgere ìalloggi parcheggioì per riqualificare l'intera zona con la realizzazione poi di alloggi definitivi e debellare l'abusivismo!"

"Ma veniamo ai nostri giorni, si fa per dire. Cosa ha fatto Landella in 5 anni almeno per  tentare di affrontare il problema? Nel 2010 è stata pubblicata la graduatoria definitiva per l’assegnazione di alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica il cui bando risaliva al 2004. Ben sei anni per l’esame di circa 3000 domande e di queste, 2114 furono gli aventi diritto. A novembre del 2016, con Landella e ben 12 anni dopo, il Comune di Foggia pubblica un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi di E.R.P. Ad oggi, a distanza di circa tre (SIC!) anni, non è ancora stata pubblicata neanche la graduatoria provvisoria che sarebbe dovuta essere pubblicata entro maggio 2017 - ossia entro 90 giorni dalla data di scadenza del bando di assegnazione - L.R. 10/2014 - sappiamo soltanto che sono pervenute circa 800 domande".

"Dunque, alla luce di una graduatoria assente, che il Comune di Foggia avrebbe già dovuto stilare da circa due anni e che sarebbe in grado, perlomeno, di fornire un quadro più preciso del disagio abitativo presente oggi nella città di Foggia, è giusto, è amministrativamente corretto, continuare ad assegnare alloggi di “risulta” (tali sono gli alloggi che si liberano, quando e se si liberano) attingendo ad una graduatoria che altro non è che una fotografia del 2004? Cioè di circa 15 anni fa. Per non parlare delle modalità  con le quali si sono assegnati gli alloggi alla vigilia delle elezioni, ma questo è un altro argomento. Prima di andare a Bari, anticipando di fatto la campagna elettorale per le regionali, è  necessario che il Comune di Foggia passi dalla propaganda alla proposta, e per farlo è indispensabile che si doti di un regolamento fin ora inesistente e di un serio strumento di analisi del disagio abitativo utile non solo per orientare gli interventi futuri ma soprattutto per analizzare seriamente questo fenomeno dalla portata così ampia e dalle sfumature così complesse".

"È ovvio che il disagio abitativo è misurato soltanto in parte dalle graduatorie comunali, ma allora perché non realizzare le Agenzie Comunali per la Casa inesistenti a Foggia anche se previste dalla Legge Regionale 22/2014, finalizzate a favorire l’incontro fra domanda e offerta, il rispetto delle norme contrattuali e il contenimento dei prezzi degli alloggi in locazione? In questo modo, oltre ad avere un quadro sempre più preciso del disagio attuale, si renderebbe possibile rispondere ai bisogni e alle domande espresse da quei ceti sociali a reddito medio-basso, privi dei requisiti per accedere all’offerta pubblica e al tempo stesso incapaci di soddisfare le proprie esigenze sul libero mercato. I dati che abbiamo sono significativi: nel 2017 a Foggia sono stati convalidati 608 sfratti di cui 46 per finita locazione e 562 per morosità; mentre sono state richieste 933  esecuzioni di sfratto e ne sono state eseguite 267 con l’intervento della forza pubblica. Ed ecco che, mentre raccontiamo un disagio abitativo scopriamo, grazie al censimento ISTAT del 2011, l’altra faccia della medaglia di una Foggia che ha oltre 5000 alloggi sfitti, non utilizzati o invenduti".

"Forse è il caso di studiare ed attuare politiche abitative concrete che immettano nuovamente sul mercato gli alloggi sfitti e renderli disponibili per le locazioni a canone concordato (Legge 431/98).
A tal proposito, è il caso di ricordare che bisogna rinnovare quanto prima gli Accordi Territoriali, visto che l’ultimo risale al 2005, ed evitare di cadere nell’errore di utilizzare i livelli massimi degli accordi territoriali sui contratti a canone concordato: difatti, è impensabile che ad oggi il canone concordato sia quasi allo stesso livello del canone libero e, in alcuni casi, addirittura superiore!
E’ fortemente opportuno e necessario un connubio tra le Agenzie Comunali per la Casa e le Organizzazioni Sindacali degli Inquilini e le Associazioni dei Proprietari che, attraverso specifici protocolli d’intesa, potrebbero dare un quadro più preciso dell’attuale situazione cittadina, favorendo l’incontro tra domanda e offerta alloggiativa, promuovendo la locazione degli alloggi sfitti con agevolazioni e garanzie sia per i proprietari che per gli inquilini. E' necessario offrire, quindi, una risposta in più alla complessa questione del fabbisogno abitativo del nostro territorio".

"Alcuni esempi che si potrebbero attuare: il Comune di Foggia potrebbe dotarsi di uno specifico Fondo di Garanzia per coprire eventuali morosità dell’inquilino o danni all’alloggio locato e l’utilizzo di questo Fondo potrebbe essere subordinato al versamento mensile di una percentuale del canone d’affitto; o ancora il Comune potrebbe provvedere alla copertura delle spese dei canoni e oneri accessori nei casi in cui il conduttore si trovi in condizione di parziale e temporanea difficoltà economica; o ancora si potrebbe stabilire che il canone concordato di locazione non superi il 30% del reddito percepito dall’inquilino", elenca Mainiero. "Vi è un dato incontestabile: a fronte delle 800 domande di case popolari, ogni anno, al Comune, vengono presentate oltre 1000 richieste di contributo per il sostegno all’affitto. La verità è che per contrastare il disagio abitativo serve un piano di edilizia pubblica e sociale da attuare con progetti di rigenerazione urbana per una città inclusiva e senza ulteriore consumo di suolo". 

"La verità è che per troppo tempo abbiamo assistito, nel migliore dei casi, ad interventi mirati solo ed esclusivamente a tamponare situazioni di emergenza che, puntualmente, si ripresentano dopo breve tempo. La verità è che occorre un mutamento di logica nelle scelte politiche e a tutti i livelli istituzionali è necessario dotarsi di un vero e proprio “piano casa”: il problema di fondo, il vero nocciolo della questione, è la necessità di considerare la casa non come benefit ma come un servizio. Concepita in questo modo, tutto cambierebbe perché  la  casa sarebbe  equiparata  ad  un  servizio come la  sanità, per esempio, e cambierebbe anche il modo di approcciarsi al problema e di intervenire per risolverlo. Si è sempre fronteggiato il problema casa con provvedimenti straordinari, manca una programmazione di fondo, si opera continuamente con soluzioni tampone. Se invece si considerasse la casa come un servizio ci si regolerebbe di conseguenza, prevedendo capitoli standard nei bilanci di programmazione partendo dal livello nazione per finire a quello locale".

"In secondo luogo occorre combattere il fenomeno dell’abusivismo ma non solo perché significa togliere un diritto a chi ce l’ha ma anche perché questo fenomeno contribuisce spesso in maniera drammatica ad alimentare il degrado nei quartieri e la sensazione di abbandono e di insicurezza delle famiglie che ci vivono. Il concessionario per la Riscossione del Comune di Foggia non riesce a riscuotere i canoni di locazione delle case di proprietà  del Comune perché non vi è corrispondenza tra l'assegnatario e chi di fatto occupa l'allogio, basterebbe questo, ad esempio, per risolvere il problema di collocazione abitatitva per ildistretto militare ed i campi container. Ma nessuno ha il coraggio di affrontare il problema perche quelle sono sacche elettorali. Le occupazioni abusive sono generate da un mercato della casa pubblica illecito".

"Il recente decreto del ministro Salvini sullo sgombero degli immobili occupati abusivamente a Foggia è disapplicato, la Lega che fa, e se esite batta un colpo. Bisogna che ci sia trasparenza e legalità su tutto: deve essere effettuato un controllo serio sulle condizioni di vita di queste famiglie e capire se hanno davvero bisogno e se hanno i requisiti; purtroppo, a volte, alla radice di questa costante emergenza c’è anche una non-cultura, una educazione selvaggia ad “accaparrarsi” un container, un alloggio locato dal Comune, una casa popolare, un ricovero… pur di rientrare nella “platea” dell’emergenza abitativa senza magari averne i requisiti. È necessario combattere il mercato della casa pubblica; è necessario educare la cittadinanza invertendo una tendenza sbagliata rispetto all’utilizzo della cosa e della casa pubblica. Alla luce di quanto detto, Landella prima di organizzare inutili e propagandistiche trasferte si preoccupi di fare il Sindaco".

Cosa dovrebbe mettere in agenda, quindi, il primo cittadino? "Aprire un tavolo di confronto con i sindacati per lo sviluppo urbanistico della città e per fronteggiare l’emergenza abitativa; approvare il Piano Casa Comunale come previsto dalla Legge Regionale; pubblicare la graduatoria del Bando per l’Assegnazione di Alloggi E.R.P. che sarebbe dovuta essere pubblicata già a maggio 2017 al fine di avere un quadro più preciso del disagio abitativo cittadino. Il SUNIA sta valutando di presentare un ricorso collettivo per il rispetto delle famiglie che hanno presentato la domanda nel 2016. Ancora, istituire un ufficio casa comunale: se le famiglie hanno il “problema casa” devono sapere a quale ufficio rivolgersi e non vagare tra i vari assessorati; costituire le Agenzie Comunali per la Casa (previste dalla Legge Regionale 22/2014) finalizzate a favorire l’incontro fra domanda e offerta, rispondendo ai bisogni espressi da quelle famiglie a reddito medio-basso prive dei requisiti per accedere all’alloggio pubblico e, allo stesso tempo, incapaci di prendere in affitto un alloggio privato a causa dei canoni di mercato troppo alti; convocare i sindacati della proprietà edilizia e degli inquilini per il deposito dell’Accordo Territoriale sui canoni agevolati; concordare con i sindacati un avviso pubblico destinato a tutti coloro che si trovano in condizioni di disagio ed  emergenza, stabilendo precisamente i criteri di valutazione della “condizione di emergenza” con elenco da aggiornare ogni mese in modo da avere reale certezza dei numeri e delle situazioni di disagio; combattere il fenomeno dell’abusivismo attraverso una gestione trasparente ed efficiente del patrimonio comunale e dell’ARCA che deve essere unico gestore del patrimonio ERP per evitare scorcioie e favoritismi".

"L’argomento è tanto importante da richiedere un approfondimento, non solo rispetto alle varie situazioni presenti nel Comune di Foggia, ma anche sul termine usato e, a volte, abusato. Quando si parla di disagio abitativo è necessario diversificare le varie categorie di bisogno legate alla casa: da quelle più gravi legate a chi una casa non ce l’ha, a quelle di chi una casa ce l’ha ma rischia di perderla, oppure a chi è impossibilitato ad accedere al bene “casa” a causa della sempre maggiore incidenza dei costi abitativi sui redditi. Si pensi alle giovani coppie, ai giovani soli, ai lavoratori, ai migranti, alle famiglie numerose, agli anziani, agli sfrattati; fino ai casi estremi di chi è costretto a vivere in alloggi impropri o di fortuna. In questi anni cosa ha fatto il Comune di Foggia? È almeno in grado di fornire numeri, dati certi?", si chiede. 

"L’emergenza  abitativa  nella città  di Foggia  è  sotto  gli occhi di tutti  e  riguarda  non  soltanto  l’annosa questione dei 'containers' ma tutte le categorie di cui abbiamo parlato fin ora. Tutto ciò è frutto di scelte improvvisate delle amministrazioni, da Agostinacchio, passando per Ciliberti e Mongelli che, nel corso degli anni, hanno saputo proporre soluzioni per tamponare senza mai programmare seriamente. Bisogna rimettere al centro dell’agenda politica il problema della 'casa'”, riprendendo da una parte l’idea di finanziare l’edilizia residenziale pubblica e sociale e dall’altra immettere nuovamente sul mercato gli innumerevoli alloggi sfitti. Dobbiamo essere consapevoli che tanto non basterà a risolvere la questione abitativa a Foggia ma dobbiamo al contempo essere fiduciosi che tante piccole misure possano porre le basi sia per una politica della casa in sintonia con i bisogni dei cittadini, sia per un diverso approccio con le istituzioni. Chi ha vinto le elezioni ha il diritto-dovere di amministrare, penso che dopo 5 anni, per landella sia arrivato il tempo di cominciare a farlo".

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