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Per Conte il Governo è stabile malgrado il Caso Siri: “Stiamo lavorando per voi". E sul Sud rilancia: “Molte misure per il Mezzogiorno, ma serve fare sistema”

Il Premier ribadisce la posizione sul sottosegretario, per il quale ha chiesto le dimissioni, e non risparmia frecciatine a Salvini su Flat Tax e riduzione del cuneo fiscale: "Ci piacerebbe tutto d’un tratto realizzare una misura omogenea per generare una pressione fiscale più bassa, ma ragionevolmente non sarà possibile ottenerla"

Il premier Giuseppe Conte è tornato nella “sua” San Giovanni Rotondo, in occasione delle celebrazioni del centenario della Banca Credito Cooperativo. Intervistato dal giornalista e conduttore del Tg1 Francesco Giorgino, il Premier ha spaziato su vari temi all’ordine del giorno. A partire dal caso Siri, il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Roma per corruzione. Sull’esponente leghista il Premier è stato chiaro, chiedendone le dimissioni: “Non sono stato un giudice, ho anticipato un percorso. Ho ascoltato molto, anche il diretto interessato, raccogliendone istanze e posizioni, dopo di che in coerenza ho portato a termine un certo percorso annunciando quella che è la decisione più giusta. Per certi versi sofferta, ma che ritengo sia la migliore, anche perché non è pensabile che l’azione di governo possa essere collegata alle tappe di una vicenda giudiziaria”.

Quella su Siri non sarà l’unica frecciata al “partner” leghista. Su riduzione del cuneo fiscale e Flat Tax ne arrivano altre: “La nostra strategia si dirigerà sia a sostegno delle famiglie sia per seguire un disegno riformatore del fisco. Ritengo, da giurista, che il sistema fiscale italiano sia tra i più iniqui e inefficienti, e deve essere impegno di tutti – e non di una singola forza politica – lavorare per riformarlo. Dobbiamo continuare a lavorare, e l’azzeramento delle pendenze dei contribuenti col fisco è un primo tassello. Ci piacerebbe tutto d’un tratto realizzare una misura omogenea per generare una pressione fiscale più bassa, ma ragionevolmente non sarà possibile ottenerla. Tuttavia, la nostra strategia è chiara e c’è una commissione che sta lavorando a questo”.

Tuttavia la stabilità del Governo non è a rischio: “Mi spiace che la competizione elettorale abbia offuscato l’azione di Governo, che non ha mai subito rallentamenti. Lo dimostra il fatto che, anche nei momenti dialetticamente più accesi, abbiamo varato un decreto sulla crescita contenente 45 articoli pieni di misure a sostegno dell’economia, delle medie e piccole imprese. Il segno che stiamo lavorando per voi”.

A proposito dei dati Istat, e del +0,2% registrato nell’ultimo trimestre precisa: “Stiamo studiando misure che servono alla crescita del paese, che non vogliamo sia solo economica, ma anche nel segno dell’equità e della giustizia sociale. Lo 0,2% non deve essere un fuoco di paglia, ma il segno di un trend positivo”. E promette un cambio di passo repentino: “Abbiamo registrato 60mila occupati in più rispetto a febbraio, e se compariamo i dati rispetto al 2018 siamo a 114mila posti in più. Ma ciò che è cambiata è la qualità dell’occupazione, ci sono più rapporti stabili”.

E ancora, sugli investimenti: “La nostra economia risente della guerra dei dazi, che ha mandato in crisi, per esempio, l’export in alcuni settori come quello automobilistico che ha fatto male alla Germania e di conseguenza a noi. Ma con l’export stiamo lavorando per il rilancio del paese, in tal senso con il lavoro in Cina mi aspetto frutti significativi. Stiamo agendo a vari livelli, semplificando i bandi e cercando di sollecitare l’aggregazione delle imprese per superare la tensione finanziaria”.

Chiusura sul Mezzogiorno: “Dobbiamo eliminare la sfiducia, scacciare rassegnazione e stereotipi inutili. Le nostre misure riguardano in prevalenza il Sud, ma bisogna spendersi in prima persona. Io l’ho fatto con il contratto di sviluppo per la Capitanata, per il Molise; presto ne realizzeremo altri per la Basilicata e la Sardegna. Poi ci sono le Zes (Zone economiche speciali), ma è fondamentale fare sistema”.

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