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Il sindaco di Cerignola denuncia: "Io minacciato di morte da Ribellione"

Franco Metta costretto a rivolgersi alla polizia e alla procura: "Chiedo che sia impedito a chi mi minaccia di morte di stazionare davanti al luogo in cui lavoro per le Istituzioni e per scelta dei cittadini"

Le raccomandazione e gli sfoghi sui social network non bastano più. E il sindaco di Cerignola, Franco Metta, si trova costretto a difendere sé stesso prendendo carta e penna e rivolgendosi direttamente alle forze dell’ordine. 'Pietra dello scandalo', per il primo cittadino, sono le parole pronunciate la scorsa domenica, nell’ambito di un comizio pubblico, da Gerardo Bevilacqua, “Il ribbellione”.

“Per l'ennesima volta, questo signore si è abbandonato ad insulti, volgarità e diffamazioni nei miei confronti, arrivando addirittura a minacciarmi di morte. Sino a questo momento, ho sopportato in silenzio le esibizioni di Bevilacqua, ma ritengo che stavolta si sia passato il limite. In proposito, ho già inviato una lettera alla dottoressa Colasuonno, al prefetto ed al Questore".

Scrive il sindaco sul suo profilo Facebook: "Ho anche saputo che il consigliere Sgarro era presente all'evento e ha voluto persino stringere la mano al signor Bevilacqua, quando questi, ritenuto di avermi ingiuriato e minacciato a sufficienza, è sceso dal palco. Ne prendo atto, consigliere Sgarro. Complimenti vivissimi”.

Di seguito il testo della lettera inviato alle forze dell’ordineGentile e stimata dirigente, non amo l'avanspettacolo e, dunque, non frequento personalmente gli show organizzati da tal Gerardo Bevilacqua. Nondimeno, mi giungono notizie e ragguagli da fonti certe. Finora ho sempre, e volutamente, ignorato contumelie in serie, ingiurie e diffamazioni, che per il loro carattere delirante mi sono sempre sembrate indegne di attenzione. Oggi la situazione mi pare cambiata, per due ordini di ragioni: sono il sindaco della città e, dunque, rivesto una carica istituzionale; la truculenza di questo soggetto sta toccando livelli impensabili. Domenica, nel corso del suo exploit, ha minacciato di morte il sindaco. Per il vero, non c'ero soltanto io, nell'elenco delle persone da ammazzare. Vi era compreso anche, ad esempio, il giornalista de 'La Gazzetta del Mezzogiorno' Antonio Tufariello. 

Mi chiedo se Ella voglia adottare un qualche provvedimento e se ne ravvisi gli estremi; se le autorità istituzionali in indirizzo siano compiutamente informate della situazione. In particolare, mi domando se sia normale che un energumeno mi minacci di morte la sera e sia autorizzato a proseguire la sua intimidazione al mattino, aspettandomi davanti al Comune, presidiato dal medesimo energumeno, con tanto di autorizzazione concessa.

Libertà di espressione? Mi inchino ad essa, dottoressa Colasuonno, signor Questore, Eccellenza Signor prefetto, ma la tutela dell'Istituzione? L'ordine pubblico da garantire? È assicurata, in questa maniera, la libertà fisica e personale del sindaco? Cosa devo aspettarmi per il Consiglio comunale del giorno 30 p.v.? Personalmente, credo che vi siano gli estremi per un intervento che riporti a Cerignola un clima di serenità e tolleranza, non turbato, come già fu in campagna elettorale, da un fenomeno da baraccone, che oggi assume evidenti connotazioni violente.

Chiedo che sia impedito a chi mi minaccia di morte di stazionare davanti al luogo in cui lavoro per le istituzioni e per scelta dei cittadini. Non credo ve ne sia bisogno, ma ad ogni buon fine Le dichiaro che intendo querelare per i reati che questo signore commette in mio danno. Chiedo che sia posto un freno alla violenta invadenza di questo signore. Non ho paura di niente e di nessuno, ma desidero essere tutelato e assistito dagli altri organi dello Stato. Le anticipo questa mia per mail. Le farò pervenire copia cartacea. Renderò pubblica questa iniziativa perché, per ora, è l'unica maniera per garantirmi l'incolumità personale. Ossequi”.

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