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Cambiano i criteri dei buoni spesa a Foggia, si allarga la platea dei beneficiari. E "la città ha bisogno di risposte"

"La città ha bisogno di risposte". Partendo da questo presupposto è stata rinviata la seduta odierna del Consiglio comunale che avrebbe trattato per la seconda volta altri punti rispetto all'emergenza Covid

Salta il passaggio in Consiglio comunale propedeutico alla rimodulazione dei criteri per l'accesso al contributo alimentare e la Giunta approva la delibera che modifica i requisiti per l'assegnazione dei buoni spesa a Foggia. "C'è tanta gente che aspetta e io oggi dopo tanto tempo ho dovuto dar corso a un atto deliberativo" ha detto nella seduta odierna del Consiglio comunale il sindaco Franco Landella che, non avendo avuto alcun feedback ("Ho dovuto pregare la Commissione Servizi Sociali di darmi un atto, ho chiesto una condivisione") sui criteri annunciati durante il Consiglio comunale monotematico sull'emergenza Covid del 12 maggio, non potendo rimandare, ha adottato il principio del silenzio assenso. Si allarga la platea dei beneficiari: i 750mila euro residui per l'acquisto di buoni spesa saranno destinati anche a pensionati, percettori di Reddito di Cittadinanza e persone con reddito inferiore ai 450 euro.

SEDUTA RINVIATA - "La città ha bisogno di risposte" è stato il refrain del Consiglio comunale. In apertura dei lavori, il consigliere di Forza Italia Raffaele Di Mauro ha chiesto il rinvio con l'obiettivo di far convocare quanto prima la conferenza dei capigruppo per poter addivenire ad una sintesi dei due ordini del giorno presentati da maggioranza e opposizione il 12 maggio scorso sull'emergenza Covid. Le misure anticrisi, per fronteggiare i problemi economici dei foggiani derivanti dal lockdown, tornano in cima all'agenda politica. La maggioranza le considera prioritarie rispetto agli accapi della seduta convocata per oggi. Già quella precedente era stata dedicata ai debiti fuori bilancio. "A distanza di una settimana, non vedo ancora la sintesi di addirittura due ordini del giorno - ha detto Di Mauro - C'erano delle ottime iniziative sia della maggioranza che della minoranza ma ad oggi noi ancora non siamo chiamati a decidere su quali linee dare all'Amministrazione per categorie come i commercianti, gli artigiani, i portatori di disabilità, le famiglie, le scuole paritarie. Penso che nostro dovere sia avere rispetto per tutti i cittadini di Foggia e per coloro che aspettano delle risposte importanti".

Gli farà eco il capogruppo della Lega Salvatore De Martino: "C'eravamo lasciati con l'idea di andare oltre possibili divisioni che avrebbero dato un'immagine fortemente negativa del Consiglio comunale - Immagine che non so se oggi abbiamo valorizzato in realtà - Tutti avevamo deciso di effettuare una sintesi. Mi auguro che non si torni al punto di partenza. Ritengo che entrambi i documenti siano validi. La città ha bisogno di risposte e noi queste risposte abbiamo il dovere di darle nella maniera più condivisa possibile, facendo apparire un'immagine di buona politica che ritengo debba essere soprattutto in questo periodo non solo auspicabile ma obbligatoria".

Il presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino ha precisato che il 13 maggio dal suo ufficio era partita una comunicazione con i due ordini del giorno formalizzati dalla maggioranza e dalla minoranza ed era in attesa di avere notizie circa la stesura condivisa dell'atto (non pervenuta) al fine di poter convocare la conferenza dei capigruppo.

Il sindaco avrebbe voluto trasformare la videoconferenza in conferenza permanente dei capigruppo allargata ai consiglieri comunali, "per uscire con un atto efficace per la città": "Cerchiamo di elaborare un ordine del giorno congiunto, eliminiamo le cose che ci danno fastidio, mettiamo insieme le cose che condividiamo e cerchiamo di dare un indirizzo che vada a sostenere soprattutto le nuove povertà della città di Foggia"

OPPOSIZIONE CONTRARIA - La minoranza ha provato ha scongiurare il rinvio. Giudica "surreale" la riunione il consigliere Cinquestelle Giovanni Quarato: "La maggioranza prima entra a gamba tesa con un ordine del giorno che contiene delle premesse irricevibili e oggi ne fa un'altra. Non capisco perché non possiamo lavorare oggi per lavorare domani". Sul documento lancia un appello per superare le staccionate e le divisioni partitiche e propone di andare alla "sostanza delle cose" almeno in un momento di emergenza.

L'ex candidato sindaco del centrosinistra Pippo Cavaliere stigmatizza la scelta della maggioranza: "In questo momento non discutere dei problemi della città significa non rispettare i cittadini. Decidere di non decidere dimostra di non essere in grado di affrontare i problemi, di risolverli e di dare delle risposte. Noi offuschiamo in questo modo ulteriormente l'immagine del Comune di Foggia. Questo significa prendere in giro il Consiglio comunale, prendere in giro i cittadini se noi riteniamo che non si debba tenere solo perché non si è trovata ancora la quadra sull'argomento discusso". Dedica un inciso del suo intervento anche alla criminalità, oggetto di un altro Consiglio comunale a febbraio in cui maggioranza e opposizione presentarono allo stesso modo due distinti documenti: "Anche su questa questione la maggioranza è in grande ritardo per non aver dato seguito ad una sola di quelle cose che avevamo convenuto insieme e che ritenevamo indispensabili. Così facendo voi dimostrate di non essere pronti e adeguati ad affrontare i problemi della città".

Landella bollerà le sue esternazioni come provocazioni e strumentalizzazioni e gli riserverà un attacco frontale: "Purtroppo con molta amarezza non vedo da parte del gruppo del Pd e da Pippo Cavaliere una condivisione. Vuole mantenere il profilo dell'oppositore anche in questo momento di grande emergenza per la città". ("Non è vero" risponderanno in coro Cavaliere e Cusmai).

Il capogruppo del PD Pasquale Dell'Aquila è perentorio sulla sintesi in materia di misure anticrisi: "Non c'è condivisione. Quale condivisione cercate se il sindaco ha comunicato che stamattina ha fatto una delibera dei 700mila euro. Evidentemente ci sono dei problemi di maggioranza e di poltrone".

Si è astenuto solo il consigliere Leonardo Di Gioia, che non partecipa al "gioco delle parti": "Penso che non si possa negare alla maggioranza la opportunità di rinviare il Consiglio - perché ha evidentemente delle difficoltà interne e l'argomento scelto è debole - così come credo non si possa impedire alla minoranza di sfruttare politicamente questa che è una défaillances a tutti gli effetti".

Con 20 voti a favore, 12 contrari e un astenuto la seduta è stata rinviata.

La conferenza dei capigruppo si riunirà in presenza, mercoledì 20 maggio, alle 12, nell'aula del Consiglio (adottando tutte le misure precauzionali).

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