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Fanelli risponde alle ‘frecciate’ di Marino: “Polemiche stucchevoli, non accetto lezioni di serietà”

Non si placano le polemiche tra l'assessore alla Legalità di San Severo e l'ex consigliere regionale. Dopo le accuse ricevute, Fanelli risponde a tono: "Devo imparare molto dalla politica, ma non certo da questo modo di fare politica"

Non si arresta la battaglia verbale tra l’assessore alla Legalità Raffaele Fanelli e Dino Marino, in tema di finanziamenti per l'installazione delle telecamere di videosorveglianza nelle periferie di San Severo. Dopo le dichiarazioni dell’esponente del Pd, che aveva ironicamente paragonato Fanelli a uno “studente che si prepara solo sulla lezione del giorno dimenticando il ripasso”, è giunta la risposta piuttosto piccata del membro della Giunta Miglio.

“Ancora una volta si perde l'occasione di esprimersi in maniera civile o, nell'incapacità di farlo, di avere il buongusto di tacere. Il sottoscritto è, da persona seria, abituato a rispondere nel merito alle questioni poste, in maniera ordinata, così come accaduto anche in un recente passato, mentre ad altri piace porle in modo da lasciare spazio, ad arte (deteriore... questo bisogna ammetterlo), a continue "riprese" ed a polemiche stucchevoli che non appartengono al mio stile (si leggano i precedenti comunicati nel loro italiano e non nell'ottica del "retropensiero")”, precisa Fanelli.

All’Assessore non sono piaciute le battute di Marino, per questo decide di rispondere a tono rivendicando anche le competenze acquisite attraverso gli studi: “Diventa complicato inseguire sul suo terreno un interlocutore abituato piuttosto a battute ‘a effetto’, il più delle volte indegne di un dibattito serio e costruttivo, ancor prima che specificamente politico. Mi riferisco in particolare alle infelici espressioni su "lezioni e ripetizioni", utilizzate da una persona alla quale neanche le ripetizioni hanno evidentemente giovato nel più semplice percorso di studi”.

“Il sottoscritto – continua Fanelli –, pur non essendo notoriamente abituato a questo tipo di approccio, si trova costretto a sottolineare il conseguimento di due lauree e tre specializzazioni, forse bastevoli ad una comprensione/competenza almeno sufficiente, oltre al suo curriculum manageriale e scientifico ampiamente documentato, che con impegno e passione viene "prestato" alla politica, si spera, come valore aggiunto, senza altro fine che quello di rendersi utile alla collettività. Resta ferma la convinzione di dover imparare molto dalla ‘politica’ ma non certo da questo modo di fare politica”.

Insomma, Marino avrebbe potuto esporre le proprie argomentazioni adoperando un registro liguistico diverso: “evitando qualsiasi forma di personalizzazione nei confronti del sottoscritto, persona che professionalmente è stata sempre vicino a chi oggi l’accusa di non saper ‘studiare’ o di ‘volersela scappottare’ con furberie o alchimie lessicali che non gli appartengono”.

Non è il tipo di politica che piace all’Assessore alla Legalità che conclude: “Non mi si dica che ‘questa è politica’ perché non lo accetto. Il mio rispetto per l'impegno politico di chi mi taccia, implicitamente, di superficialità rimane, ma non accetto lezioni sul piano della serietà dei comportamenti, serietà che va pure rispettata e che non tutti (sic!) possono dimostrare, al di là di valutazioni autoreferenziali. Spero di aver chiarito il mio pensiero; mi si dirà che non ho risposto nel merito, peraltro richiamandomi su responsabilità magari risalenti ad anni fa. Si studino pure altri argomenti strumentali con cui tentare di coinvolgermi in un "ping pong", lo ribadisco, stucchevole, al quale però io rinuncio sin da ora, sicuro dello scarso interesse che avrebbe per la stragrande maggioranza dei nostri concittadini”.

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