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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Fallimento Amica, Lambresa: “Nulla è stato fatto per salvare l'azienda”

Lambresa: "Sulla situazione dell'azienda di nettezza urbana, a gennaio 2011 ho espresso tutte le mie preoccupazioni sugli effetti di questa inerzia e sulla nebulosità della strategia da adottare"

Le verità di Lucia Lambresa sul fallimento di Amica - "La notizia del deposito della sentenza del Tribunale di Foggia con la quale è stato dichiarato il fallimento di Amica spa  lascia esterrefatti ed un senso di tristezza. In quella azienda, che allora era Azienda Speciale e non società per azioni, ho trascorso 9 anni  lasciandola ad aprile del 2004 per candidarmi al Comune di Foggia. Da allora c’è stata la trasformazione in Spa e si sono succeduti 4 Presidenti, un amministratore unico e un liquidatore e ben tre direttori generali.

Ho atteso di intervenire, sottraendomi alle numerose sollecitazioni che mi pervenivano da organi della comunicazione, solo dopo aver letto le motivazioni che hanno indotto i Magistrati a dichiarare la fine dell’ azienda comunale. Il convincimento a cui è pervenuto il giudicante purtroppo mi richiama alla mente i numerosi interventi e  sollecitazioni che sin dall’inizio del mio mandato amministrativo ho rivolto al primo cittadino e ai  miei colleghi di giunta.

Spesso questi miei interventi sono stati oggetto di critica perché sembravano esasperatamente rivolti ad una univoca problematica per la quale invece io ritenevo non vi fosse la dovuta e necessaria considerazione per i suoi gravi riflessi sul futuro della società e della città.

Il mancato riassetto del sistema dei servizi pubblici comunali, che doveva avvenire entro dicembre 2010 come da delibera di consiglio comunale del novembre 2009, con conseguente slittamento a giugno 2011 della approvazione della delibera di ricognizione delle società partecipate e la individuazione del percorso riguardante Amica spa costituiva già un preoccupante ritardo, appesantito ancor di più dal fatto che da giugno ad oggi nessuno degli adempimenti previsti in delibera sono stati attuati.

I rapporti politici tra il sindaco, la maggioranza e la mia parte politica si sono incrinati su queste tematiche e sono esplosi, fino alle dimissioni, in occasione dell’approvazione dell’aumento della Tarsu e del bilancio 2011. Tant’è che a gennaio 2011 in una conferenza stampa, oltre all’immobilismo su tanti temi, ho espresso tutte le mie preoccupazioni sugli effetti di questa inerzia e sulla nebulosità della strategia da adottare: infatti Mongelli ci fa approvare in giunta il ricorso al concordato preventivo a novembre 2010; ce lo fa revocare successivamente perché il suo staff e i professionisti di cui si è avvalso hanno ritenuto percorribile  il ricorso all’amministrazione straordinaria, ben consapevoli che il riconoscimento della fallibilità, senza un adeguato, concreto, reale piano di risanamento, all’interno del quale ci poteva pure stare l’aumento della Tarsu, poteva portare alla dichiarazione di fallimento.

In tutte queste fasi mi è stata impedita la possibilità di una minima conoscenza di quale fosse l’entità dell’insolvenza ed il piano di risanamento. In queste condizioni era difficile dare risposte alle numerose domande che i lavoratori e le loro strutture organizzate ponevano negli incontri a Palazzo di Città.

Solo il due agosto, in occasione dello strappo sull’aumento della Tarsu, dopo mia insistenza il Sindaco mi ha consegnato copia della istanza di richiesta della dichiarazione di insolvenza propedeutica al riconoscimento della amministrazione straordinaria, ovviamente priva di allegati e comunque incongruente e non in grado in alcun modo di dimostrare la possibilità di un risanamento. Giudizio condiviso dal Giudicante che lo ha  ritenuto affetto da “vaghezza”. Ed ora anche nella recente sentenza emessa dallo stesso tribunale si fa esplicito riferimento alla carenza e genericità del  programma dell’Amica, per cui nasce naturale il convincimento che nulla si voleva fare e nulla si è fatto per salvare l’Azienda.

Anche durante la verifica politica, il 13 ottobre u.s. nell’unica occasione che mi è stata offerta di confronto ho presentato al Sindaco il documento di fine mandato, nel quale ancora una volta sollecitavo, oltre al piano di risanamento dell’ente, anche una azione risolutiva del problema Amica.

Ma sappiamo tutti che anche la verifica si è persa nell’inerzia più totale. Ci sarà, sicuramente, più di una occasione per ritornare sull’argomento con atti, documenti e quant’altro per dimostrare inequivocabilmente le modalità con cui si è creata l’insolvenza,  la crisi gestionale ed il definitivo declino dell’Azienda, e le ragioni del mio isolamento durante il mio mandato e le ragioni che mi hanno spinto alle dimissioni. Non voglio aggiungere altro, se non manifestare il mio affetto, la mia vicinanza alle maestranze e alle loro famiglie, invitandoli ad azioni rispettose della legalità in un clima di serenità, seppur difficile, ma indispensabile in questo particolare e difficile momento per evitare strumentalizzazioni, azioni inconsulte  che danneggerebbero ulteriormente le vittime di questa vicenda: i lavoratori.

Confermo, inoltre, la mia disponibilità a profondere tutte le mie forze ed il mio impegno politico, anche se sono ormai fuori dalle stanze dei bottoni, perché ho la piena fiducia che i dipendenti dell’Azienda sapranno dimostrare la loro serietà e professionalità per la ripresa di una attività primaria per la collettività. Occorre, però, finalmente chiarezza e trasparenza, per cui ogni intervento sul problema Amica non dovrà limitarsi a semplici proclami ed enunciazioni ma deve essere suffragato da atti risolutivi ed impegnativi per chi li propone, con l’assunzione delle dirette responsabilità dei preposti.

Mongelli deve dire alla Città, qual è il futuro dei dipendenti dell’Amica, quale è il servizio che vuole assicurare ai cittadini, come intende dare esecuzione alla normativa dei servizi pubblici che vedono la cessione di quote di capitale sociale, finalmente investendo il Consiglio Comunale organo sovrano ad assumere le decisioni in merito. Avrebbe già dovuto farlo prima o contestualmente all’approvazione dell’aumento della Tarsu,come da me richiesto, avremmo così saputo se tale aumento sarebbe stato utilizzato per investimenti necessari per il miglioramento del servizio. Cosa che può dirci comunque ora a consuntivo del 2011, visto che dovremo già prepararci a ricevere le cartelle 2012."

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