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Il Parco caccia Pecorella dall’Oasi Lago Salso: gravi accuse all’indirizzo dell’ex presidente

Sono state infatti revocate, con effetto immediato, le cariche di presidente e consigliere del CdA della partecipata a Stefano Pecorella (presidente uscente del Parco del Gargano) e a Giuseppe Palladino

Pecorella e Palladino fuori dall'Oasi Lago Salso spa, la società che gestisce l'omonimo compendio agricolo-naturalistico situato nell'agro di Manfredonia. Con delibera direttiva dell’Ente Parco del Gargano sono state infatti revocate, con effetto immediato, le cariche di presidente e consigliere del CdA della partecipata a Stefano Pecorella (presidente uscente del Parco del Gargano) e a Giuseppe Palladino. La revoca è avvenuta ai sensi di quanto disposto dallo statuto che recita che la nomina degli amministratori compete all’assemblea ordinaria, è riservata al Parco, invece (che detiene il 96% delle quote dell’Oasi), la facoltà di nominare e revocare il presidente e un consigliere della citata partecipata. Con lo stesso provvedimento si è dato mandato all'amministratore rimasto in carica, Ivano Talamo, di convocare quanto prima l’assemblea dei soci per formalizzare le revoche e, contestualmente, procedere alla nomina del nuovo CdA e del collegio sindacale dell’Oasi.

Numerose le contestazioni mosse ai due, contenute nella delibera, in cui si fotografa una situazione di forte sofferenza finanziaria della Spa, alle prese con la scadenza di importanti progetti comunitari e stretta tra le azioni di rivalsa dei creditori, tale da portarla al fallimento. "Attualmente - è scritto- l’Oasi non è aperta al pubblico, i progetti in corso sono fermi e quelli ultimati non vengono rendicontati; appaiono poste in essere dall’attuale CdA operazioni di gestione agricola del tutto scoordinate da precedenti iniziative, quali ad esempio l’espianto, senza alcuna apparente ragione, di tutti gli alberi da frutto per la cui potatura lo scorso anno l’Ente parco aveva speso circa 50 mila euro ; vengono proposti a finanziamento da parte dell’Ente Parco, oltre che la riproposizione di studi e monitoraggi già effettuati in precedenza, progetti che, lungi dal rientrare in un quadro coerente e strategico per lo sviluppo dell’Oasi, appaiono invece come una sommatoria di interventi scoordinati tra di loro e con quelli precedentemente realizzati; in questo senso risulta del tutto fuorviante il richiamo effettuato dalla Società ad impegni presi due anni fa dall’Ente parco con il comune di Manfredonia, in occasione della cessione delle quote societarie, tenuto conto che fino a pochi mesi fa l’Ente era retto dalla stessa persona che ora ne caldeggia l’attuazione; per contro la Società sembra abbia avviato una sistematica, e peraltro improduttiva, azione per tentare di estromettere il socio di minoranza dalle attività dell’oasi; i progetti comunitari in cui è coinvolta la Società versano da tempo in un grave stato di sofferenza e, lungi dal voler risolvere la situazione invero preoccupante, tanto da poterla portare al fallimento, l’Oasi, con la sua inerzia e con le gravi inadempienze rispetto agli impegni contrattuali assunti, ha creato serio imbarazzo nei rapporti istituzionali tra Ente Parco, Provincia di Foggia e Regione Puglia". E ancora: "il Presidente dell’Oasi Lago Salso S.p.A., Stefano Pecorella, siede nel C.d.A. della società sin dal 2011, con una sola interruzione tra giugno 2014 e dicembre 2015, e che lo stesso ha ricoperto la carica di vicepresidente nel precedente C.d.A.; vi è pertanto una sostanziale continuità gestionale nell’Oasi Lago Salso SpA in capo all’avv. Stefano Pecorella; la conduzione della Società risulta inoltre pienamente condivisa dal resto del CdA, come formalmente e chiaramente evidenziato in più occasioni e da ultimo con la citata lettera del 26/10/2017 ;ritenuto pertanto che: la gestione della società posta in essere dall’attuale CdA, lungi dal risolvere, neppure parzialmente, le problematiche finanziarie, ha sviato dai principi della sana ed oculata gestione e si è concentrata su aspetti marginali e non sostanziali rispetto alle gravi situazioni precedentemente illustrate, esponendo la società al serio e concreto rischio di strutturale insolvenza; occorre pertanto porre rimedio a tale situazione, approvando senza ulteriore indugio il bilancio consuntivo 2016, rimuovendo l’attuale CdA e sostituendolo con il pieno coinvolgimento anche del socio di minoranza, demandando all’assemblea dei soci la nomina dei nuovi amministratori, ivi compreso il collegio sindacale". 

Una brutta tegola sul capo di Pecorella, tesa probabilmente ad estrometterlo anche dalla corsa a presidente del Parco, per la quale l'avvocato Manfredonia e presidente uscente, resta in corsa. Una partita arenatasi allo stato, senza, pare, soluzione di continuità. La delibera segue un'altra problematica altrettanto pesante per Pecorella e la gestione pregressa del Parco, ossia i pressing delle Tremiti presso il Ministero per la fuoriuscita dal Parco, accusato di inerzia e cattiva gestione per ciò che concerne le Diomedee.

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