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Emergenza caccia in Capitanata, l’appello degli ambientalisti: “Riscrivere le norme regionali”

Acli ambiente, Centro Studi Naturalistici e Wwf preoccupati per il vuoto gestionale creatosi in seguito al passaggio delle competenze dalle province alla Regione

ACLI Ambiente, Centro Studi Naturalistici e WWF esprimono grande preoccupazione per la gravissima situazione che si è creata in relazione alla caccia a livello regionale e quindi anche in provincia di Foggia.

Con il passaggio delle competenze dalle Amministrazioni Provinciali alla Regione Puglia, non è stato previsto, infatti, un periodo di transizione che evitasse ambigui vuoti di potere e consentisse la riscrittura delle norme regionali, tenendo conto della legislazione nazionale di riferimento e delle sentenze della Corte di Cassazione. Le conseguenze, sulla già precaria situazione della gestione venatoria regionale, sono gravissime con una sostanziale non-gestione ed una “pressione venatoria” diventata insostenibile per il nostro territorio.

Nel passaggio di competenze sembra si siano “persi” gli Osservatori Faunistici Provinciali le cui funzioni non sono state trasferite con nessun atto, o almeno non se ne ha notizia, all’Osservatorio Faunistico Regionale, ragion per cui ora non si capisce chi debba produrre la Carta di vocazione faunistica provinciale e regionale, un documento essenziale per riscrivere il Piano faunistico venatorio quinquennale provinciale e regionale scaduto nel 2014 e prorogato fino allo scorso anno. Allo stesso modo non si sa chi debba fare i censimenti della fauna e offrire il necessario supporto ai Comitati tecnici provinciali e ai Comitati di gestione degli ATC, altre competenze degli Osservatori faunistici.

Altro aspetto sottolineato dalle Associazioni ambientaliste, è l’impossibilità di poter valutare l’incidenza delle uccisioni di selvaggina stanziale, quello che i cacciatori chiamano eufemisticamente “prelievo venatorio”, sia perché non sono stati fatti i previsti censimenti della fauna selvatica sempre di competenza degli Osservatori faunistici, sia perché le modalità di trascrizione sui tesserini dei cacciatori degli animali uccisi non permettono di valutare la provincia di provenienza e tantomeno la zona dove gli animali sono stati uccisi.

Non sono stati predisposti i “Piani di Gestione” delle specie di fauna selvatica, annunciati lo scorso anno dal Servizio Caccia di Regione Puglia, e nell’ATC di Foggia i rappresentanti dei cacciatori premono per fare ripopolamenti con la lepre comune per aumentarne la presenza sul territorio. ACLI Ambiente, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia chiedono che si eviti qualsiasi immissione di fauna a scopi venatori senza prima conoscere la consistenza e lo stato di salute della fauna autoctona, in particolare chiedono che sia data applicazione al dettato di effettuare due censimenti ogni anno per valutare la presenza e la consistenza della lepre italica (specie non cacciabile e di particolare pregio faunistico) sul nostro territorio. A questo proposito, le associazioni ricordano i danni fatti con i ripopolamenti incontrollati di cinghiali, ripopolamenti che ora causano vibrate proteste da parte degli agricoltori per i danni alle coltivazioni e questa situazione ora si ripropone per le richieste di risarcimento danni provocati dalle lepri alle colture ortofrutticole.

A distanza di sette mesi dal trasferimento delle competenze dalla Provincia alla Regione, evidenziano le Associazioni, i problemi di gestione della caccia sono diventati critici e di difficile soluzione. Inoltre sono messe a rischio strutture importanti per il soccorso alla fauna selvatica presenti nella nostra provincia. É il caso del Centro recupero fauna selvatica in difficoltà presso l’Oasi di Lago Salso a Manfredonia e del Centro di Ambientamento Selvaggina - Bosco Puzzano - a Celenza Valfortore che, senza più competenze e disponibilità finanziaria, dovranno essere chiusi e gli animali (principalmente uccelli rapaci) trasferiti presso l’Osservatorio Faunistico Regionale a Bitetto (Ba). Un altro segno di decadimento della nostra provincia.

ACLI Ambiente, Centro Studi Naturalistici e WWF Foggia chiedono all’Assessore Regionale alla caccia di intervenire risolutamente in linea con quanto fatto dalla Regione Campania dove a fronte dei problemi legati al trasferimento di competenze hanno commissariato tutti gli ATC e, nei sei mesi del commissariamento, hanno riscritto le norme regionali adeguandole alla nuova situazione.

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