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Comunali Foggia 2014

INTERVISTA | Primarie, Marasco: “Avrei riaperto il Giordano. Il 9 ultima chiamata per Foggia”

Intervista ad Augusto Marasco, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia. Sono certo che i cittadini avranno capito che questa competizione elettorale è l'ultimo appuntamento che li chiama a raccolta"

L’istituzione di un ufficio programmi comunitari, l’efficienza della macchina amministrativa, la definizione e la risoluzione di alcune partite irrisolte. Sono solo alcuni dei temi che Augusto Marasco, candidato sindaco alle primarie del centrosinistra di Foggia, in caso di vittoria proporrà alla coalizione e alla città. Dispiaciuto per come il sindaco ha gestito la vicenda legata al ritiro della delega all’Urbanistica, che lo hanno portato alle dimissioni, l’ex presidente dell’Ordine degli Architetti, interrogato sulla questione del Teatro Giordano, non ha avuto dubbi: “Io l’avrei riaperto” perché sono convinto che “il tempo delle decisioni sia più importante della decisione stessa”. Marasco c’è e lancia un appello ai foggiani: “Sono certo che i cittadini avranno capito che questa competizione elettorale è l’ultimo appuntamento che li chiama a raccolta”.

Marasco, ormai ci siamo quasi. Come procede la campagna elettorale?

Procede bene, sono sempre di più le persone che mi chiamano e mi avvicinano. La storia della mia vita parla, e parla anche di un rapporto cordiale e di stima reciproca con la gente. Questi sono elementi che alla lunga pagano e che mi fanno pensare di aver seminato bene

Lei si è candidato alle primarie e Mongelli le ha tolto l’Urbanistica costringendola di fatto alle dimissioni. E’ andata così oppure questa delega le è stata tolta per quel concetto secondo il quale l’Urbanistica sarebbe la merce più preziosa sul mercato elettorale?

Sicuramente l’elemento scatenante che ha portato il sindaco a revocare la mia delega è stata la mia candidatura alle primarie, ma bisogna aggiungere che non avevo ancora ufficializzato nessun intendimento. A Mongelli, che più volte mi aveva chiesto questa cosa, avevo risposto che sarebbe stato il primo ad essere informato, ma che avevo necessità, in quel momento, di pensare a lavorare.

Da chi è stato avvisato del ritiro della delega?

Voglio ricordare a tal punto che la delega mi è stata sottratta inopinatamente a poche ore dalla conferenza pubblica sul Salice, peraltro un lavoro che mi ha visto fortemente impegnato nel corso dei due anni nella prospettiva della definizione del PUG. A mezzogiorno mi è stato notificato il decreto di revoca di una delle due deleghe, dal messo comunale, quindi non ho ricevuto neanche una telefonata dal sindaco. All’indomani mi sono dimesso perché non esiste un discorso di fiducia limitata: o esiste un mandato pieno, oppure no.

E in questa vicenda qual è la cosa che le ha dato maggiormente fastidio?

Mi sarei aspettato una considerazione del lavoro che con tanto impegno avevo svolto e stavo svolgendo nell’interesse della città e dell’amministrazione.

A Foggia è sempre più emergenza sicurezza. Tema legato al centro storico o ai luoghi più frequentati. Non crede però che questa percezione di insicurezza e mancanza di legalità siano figlie e conseguenze del degrado e dell’abbandono delle periferie? Ci sono delle soluzioni?

Sicuramente sì. I primi controllori del territorio sono i cittadini, ma è chiaro che un’amministrazione comunale deve dare dei segnali concreti. Un territorio non va militarizzato, ma presidiato. Ecco perché ho detto che la prima cosa da fare è la riorganizzazione dei servizi del corpo di Polizia Municipale. Io ritengo che in uno stato di emergenza, qual è quello in cui stiamo vivendo, bisogna affrontare le situazioni in emergenza, in questo caso presidiando il territorio per ristabilire le migliori condizioni di vita. I cittadini devono diventare i gestori e controllori della città.

Pensa anche Lei che la cultura possa essere il vero motore dell’economia locale? Si sentirebbe di promettere, in tempi brevi, la riapertura del Teatro Giordano o del Teatro Mediterraneo, e garantire la piena fruizione di luoghi abbandonati e oggetto di atti vandalici?

Mi sento di fare una premessa, e cioè che le politiche culturali non sono soltanto il Teatro Giordano o l’anfiteatro Mediterraneo, ma ci sono una serie di attività che nell’immediato si possono mettere in campo e abbiamo tante energie da utilizzare subito. Per quello che riguarda invece la vicenda del Giordano, in qualità di sindaco, io avrei spinto per la riapertura senza badare alle pendenze di tipo amministrativo, penale e dei giudizi in corso. Intanto l’avrei riaperto e poi sarei andato nelle sedi giudiziarie a discutere della vicenda, anche a costo di subire diffide di tipo civile e penale. Questo è decisionismo. Ecco perché ritengo che il tempo delle decisioni sia più importante della decisione stessa.

Ci sono, sempre secondo lei, altre strade percorribili per incentivare l’occupazione, che non siano quelle legati al settore dell’edilizia?

Io portavo e porto avanti il discorso della pedonalizzazione del centro storico che nei fatti si traduce in riattivazione della parte commerciale. Questa partita, come il distretto metropolitano del commercio, rientra nella parte specifica della pianificazione e non è slegata rispetto alla Foggia di domani. Ricordo a chi ci legge di essermi fatto carico di una serie di problemi che non erano ascrivibili al mio servizio, raggiungendo peraltro risultati concreti. Altri non si sono adoperati con lo stesso impegno.

A proposito di Pug, si autoassolve per la mancata adozione? Quanto il PUG può incidere sul futuro di Foggia e in che modo?

Mi autoassolvo nella misura in cui ho sempre lavorato in prospettiva PUG, ma non lo dico io. Sono stato il primo che a nove mesi dalla mia nomina denunciò il tipo di ostacoli – politici e burocratici - al percorso del PUG. Però in quella conferenza il prof. Karrer e la Barbanente parlarono di uno stato avanzatissimo del Piano Urbanistico Generale, perché sono state chiuse una serie di partite. Aggiungo anche di aver fatto approvare un Piano di Rischi che ha cancellato programmi edilizi già approvati, dimezzandone altri: questo per dire che gli interessi si governano e non il contrario.

La sua domanda mi dà anche l’opportunità di fare alcune precisazioni, visto che tutti pensano subito all’edilizia. Bisogna andare nel senso della rigenerazione urbana sostenibile perché gli enti locali non sono più nella condizione di assicurare servizi ad una città che si espande. Il PUG non è altro che lo strumento che rimette insieme le politiche di sviluppo urbanistiche, sociali, della mobilità sostenibile, un percorso virtuoso di riattivazione del sistema culturale e architettonico del territorio, quindi è di una rilevanza enorme.

Decoro urbano, pulizia, ordine pubblico, manutenzione degli spazi verdi e delle strade. Non pensa che la partita vera si giochi su questi temi e non crede che bisogna ripartire da queste piccole cose per rifare una città allo sbando?

Io credo proprio di sì. Rispetto a questo e alla scarsa disponibilità di risorse finanziarie, ci sono degli interventi che possono avere concreta attuazione. Per quanto riguarda, ad esempio, il rifacimento delle strade, un anno fa feci approvare una delibera di giunta con la quale si stabiliva che gli introiti a seguito del rilascio di permessi a costruire dovevano essere utilizzati per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria: strade, illuminazione pubblicazione, interventi di micro-rigenerazione e verde pubblico. Mentre, fino a quel momento, la legge dava l’opportunità alle amministrazioni di utilizzare circa il 50% per la spesa corrente. Un’amministrazione che fa queste cose dà l’idea di essere presente. La gente vuole vedere strade pulite, verde ben curato e luce: tutte percezioni della presenza dell’amministrazione.

Marasco, ci dica chi secondo lei tra queste tipologie di elettori saranno più decisivi il 9 marzo: gli apparati, il popolo o la piazza virtuale?

Le partita delle primarie la decideranno i foggiani, che sono sicuro avranno capito che questa competizione elettorale è l’ultimo appuntamento che li chiama a raccolta. Non credo nel discorso delle truppe cammellate.

E cosa risponde al sindaco che continua a stuzzicarla con quelle foto che la ritrae con Santaniello?

Ma vede, ieri sera presso il mio comitato elettorale ho dialogato anche con Giannicola De Leonardis. Non posso mettere ostacoli, barriere e recinti. E poi tutti si devono sentire coinvolti nel determinare il destino di questa città. Io mi sono messo a disposizione come ho fatto due anni fa, ora spetta ai cittadini il giudizio. Se non vinco, riaprirò quello studio che ho tenuto chiuso per due anni spesi per dedicarmi alla città.

Una battuta al volo sulla vicenda Amica e sui parcheggi

Ho grandissima stima di Michele Emiliano per quel gesto di collaborazione, ma penso di non essere il solo a provare fastidio quando vedo sui cassonetti dei rifiuti la scritta Amiu di Bari. Mi irrita e dal punto di vista mediatico mi fa ritornare alla memoria quel famoso Natale dei rifiuti. Sul discorso dell’Amica credo debba essere fatta una gara europea perché il governo del ciclo dei rifiuti è una cosa che riguarda la vita delle persone. La cittadinanza deve essere messa in grado di scegliere la migliore proposta. Il piano della sosta tariffata, invece, è una grande incompiuta perché doveva accompagnarsi al sistema dei parcheggi. Quando parlo del progetto Duemilapassi, la pedonalizzazione di via Arpi, quel discorso non potrà mai funzionare se non si realizzeranno i parcheggi. Ma penso sia necessaria anche una revisione degli stalli.

Ora che si è candidato perché il centrosinistra dovrebbe votarla? Quali sono le priorità che in caso di vittoria proporrà alla coalizione e alla città di Foggia?

L’istituzione di un ufficio programmi comunitari, l’efficienza della macchina amministrativa, la definizione e risoluzione di quelle partite irrisolte. La mia storia professionale e umana non nasce oggi o due anni fa. Mi stanno telefonando in tanti perché hanno saputo che partecipo alle primarie. Sono, oltretutto, nelle condizioni di poter dire di aver fatto le cose, interessandomi anche di questioni che non attenevano al mio servizio, ma di averlo fatto soprattutto con piacere e passione.

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