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Primarie alle porte: il rush finale dei candidati, tra promesse e aspettative

Domenica 9 marzo si vota alla Palestra Taralli. Cinque i candidati alle primarie del centrosinistra: da 'A carte scoperte' a 'Magari Marasco', da Frattarolo chi? a #saràlasaraò, fino al socialista Nino Abate

Si fa sempre più avvincente la partita delle primarie del centrosinistra, con i candidati che a poche ore dall’appuntamento di via Baffi, caricano e sparano le ultime cartucce a disposizione, fatte di promesse dinamite, notizie bomba, retroscena e verità nascoste (ma non troppo), che rendono appetibile gli ultimi scatti di una competizione nata in sordina, ma che continua ad offrire spunti interessanti, compreso quello della tenuta psicofisica di ciascuno dei competitor, apparsi concentrati e determinati nel raggiungimento dell’obiettivo.

GIANNI MONGELLI | Il sindaco, attivissimo sui social network, le sta provando tutte pur di confermare la sua leadership e di allungare, semmai ce ne fosse davvero bisogno, su un Marasco in netta risalita e determinato a recuperare consensi sul suo principale avversario. Sentitosi in dovere di misurarsi nuovamente con l’elettorato che cinque anni fa gli consegnò le chiavi della città, questa volta Mongelli invita il popolo foggiano a giocare “A carte scoperte” (per una Foggia Capitale?), nel tentativo disperato di convincere anche i delusi.

Chiamato a consegnare la vittoria alla segreteria cittadina del PD, nel derby tutto foggiano con quella provinciale di Raffaele Piemontese, nel “piano primarie” messo in campo dall’ingegnere ci sono le questioni Giordano e gestione rifiuti. Così sull’apertura del secondo teatro più antico del Mezzogiorno: “In considerazione dell’imminente apertura, l’Amministrazione comunale sta lavorando, d’intesa con il Teatro Pubblico Pugliese, alla programmazione della prossima stagione di prosa e ad un calendario di iniziative culturali. Al tempo stesso sta valutando la possibilità di avvalersi di una direzione artistica di prestigio”. E così sull’Amiu: “Oggi ho incontrato le organizzazioni sindacali e il Presidente del consiglio di amministrazione di Amiu spa in sala giunta del Comune di Foggia per un incontro che ha portato alla sottoscrizione di un verbale che conferma il percorso amministrativo avviato con la delibera del consiglio comunale del 30 maggio 2013.  Entro il 20 marzo porterò la delibera per l'ingresso del Comune di Foggia in Amiu Spa all'attenzione del Consiglio Comunale”.

Consapevole che questi sforzi potrebbero non bastare, il primo cittadino si gioca anche la carta Renzi, pubblicando la lettera scritta al premier con la quale chiede l’ottenimento di un finanziamento che consenta il completo recupero della scuola De Santis. E quella delle Zone Franche Urbane, vale a dire dei 5 milioni di euro per le piccole e medie imprese di Foggia che potranno ottenere agevolazioni fiscali e contributive. Non pago dei numerosi impegni assunti, conferma l’attivazione dello sportello IAT (Informazioni assistenza turistica) e l’apertura di un centro antiviolenza, con annesso ufficio di mediazione civile e penale, nei locali ristrutturati della palestra ex GL di via Matteotti.

Venerdì, insieme ad Elena Gentile e con il sostegno del collega Michele Emiliano - che in un video-messaggio ha elogiato il sindaco e sottolineato il suo personale impegno per Foggia, Mongelli ha salutato i suoi sostenitori all'Altrocinema Cicolella. Alla vigilia del voto, invece, il buongiorno e gli auguri a tutte le donne, con tanto di mimosa. Il messaggio agli avversari è chiaro: Mongelli non ha alcuna intenzione di mollare la presa. Il bis è a portata di voti e con il 9 marzo alle porte, lo champagne è già al fresco.

AUGUSTO MARASCO | Snella, leggera, anche nei contenuti, ma orientata al rapporto diretto con i cittadini, la campagna elettorale del competitor Augusto Marasco. Dal #papalepapale a Zafò, passando per l’infografica #foggiasenzabuche, l’ex assessore all’Urbanistica punta sul coinvolgimento emotivo dei foggiani, sulla trasparenza, sul dialogo e sullo spirito di gruppo; quasi a voler rievocare il passato e la speranza di un futuro migliore attraverso un linguaggio semplice e vicino alla gente.

Ma il tentativo di raccogliere consensi passa anche dalle frecciatine al sindaco candidato: “Questo video lo dedico al giovane videomaker che mi sta accompagnando in giro per Foggia in questi giorni. A lui, che fa una fatica pazzesca a mantenere ferma la telecamera, mentre giriamo in macchina, per colpa delle buche. E, soprattutto, ai cittadini di Foggia, che da anni sono costretti a muoversi per la città come su un percorso di guerra. C'erano le risorse per risolvere questo problema,  il punto è che non sono state amministrate bene.” E ancora: “Dal sindaco uscente ci si aspettava una reale capacità di rappresentare Foggia. Ma le cose sono andate diversamente. Nel 2009 Mongelli fu eletto perché credibile, perbene e per via della sua esperienza come presidente di Confindustria Puglia. Doveva rappresentare una grande Foggia. Così non è stato. Mongelli ha finito per piegarsi alle più vecchie logiche della politica e del malcontento gridato e rumoroso, a scapito della parte di città più silenziosa ed educata. Ha rincorso l'emergenza, senza dettare la strategia. Adesso cambiamo marcia”.  

A poche ore dalla consultazione elettorale, Marasco prova a gettar benzina sul fuoco avanzando dubbi circa le operazioni di voto: “Informo che è stata rifiutata la mia proposta di includere anche persone indicate da me e da Rita Saraò, come si consentirebbe in qualsivoglia civile democrazia e dopo che anche il Parlamento si è pronunciato per l’obbligatorietà del sorteggio degli scrutatori nelle amministrative, evidentemente ritenendoli un potenziale fattore inquinante il voto“.

E, al contrario degli altri aspiranti candidati sindaci del centrosinistra, l’ex presidente dell’Ordine degli Architetti, risponde, punto su punto, alle tematiche e alle proposte dei Giovani Democratici di Foggia. Un colpo di coda niente male per un candidato tacciato di non appartenere al PD e di rivolgersi anche a schieramenti politici del centrodestra. Chiusura con aperitivo per Marasco al bar Terzo Millennio di via De Petra e nel giorno della festa della donna un video-messaggio: "Le donne devono essere parte attiva della vita amministrativa perché con le donne si lavora bene. 
Nella mia Giunta ce ne saranno tante, scelte per compet
enza e passione. Perché Foggia ha bisogno delle persone giuste al posto giusto". Magari Marasco per una #foggiabella, da vedere, da vivere e da rappresentare?

LORENZO FRATTAROLO | Tra i due litiganti potrebbe approfittarne Lorenzo Frattarolo, 37enne imprenditore agricolo e commercialista renziano, che fa della freschezza e del rinnovamento le sue armi migliori. Frasi spot, colorate e ad effetto – “è chiaro per tutti che si tratta di due facce della stessa medaglia. Vero?”, Frattarolo gioca a fare il Renzi quando dichiara di voler convincere gli elettori del centrodestra a recarsi alla Taralli e si rivolge a più schieramenti quando sostiene di voler puntare sullo sport e sulla cultura. Ama il tennis, ma si fa vedere in bici.

Lascia il ring al sindaco e all’ex assessore, ma non si tira indietro quando è il momento di punzecchiarli: “Entrambi sono chiaramente inadatti per fare sintesi e guidare una coalizione. Troppo livore, troppe contrapposizioni, troppo "non detto". L'idea che ci sia molto altro sotto, oltre il normale dibattito, inizia a diventare lampante. Ridiamo centralità alla politica una volta per tutte”.

Frattarolo chi?’, campagna lanciata all’insegna della sfida, per suscitare curiosità, catturare l’attenzione, come alternativa al passato, come percezione del nuovo, pulito e profumato. Frattarolo, il candidato che vuole “fermare il consumo selvaggio del territorio” e che offe l’opportunità di rompere con il passato guardando al futuro: “La città che vedi o la città che meriti?”, ‘La città dell’innovazione’ e ‘La città della bellezza’.  

L’esponente renziano, probabilmente consapevole di avere, rispetto a Mongelli e Marasco, delle lacune sotto il profilo politico-amministrativo, prova a recuperare terreno indossando e mostrando l’abito dell’affidabilità: “Il Comune che funziona” oppure “Una città sicura perché solidale, solidale perché sicura”. Frattarolo chi? Quello che…vuole fare il sindaco di Foggia e che a 48 ore dal voto ha tirato fuori l’asso nella manica, aprendo i lavori dell’incontro organizzato con il fresco sottosegretario Ivan Scalfarotto (nato a Pescara ma di formazione foggiana) postando e descrivendo così una foto della serata: "Quella è una bandiera del PD, così per chi non si ricordasse di averla vista altrove". Alla vigilia del voto passeggiata in bici in centro con amici.

RITA SARAO’ | Staccata nei pronostici, ma non per questo tagliata fuori dalla vittoria finale, c’è Rita Saraò. La dirigente universitaria, diversamente dagli uomini, è salita su un camper per raggiungere gli ultimi, gli emarginati, gli esclusi, le periferie. Facendo il pieno, non di benzina, ma di richieste e lamentele di foggiani dissenzienti e delusi dai governi Ciliberti prima e Mongelli dopo.

Capacità di ascolto, tenacia, passione e amore per la città, hanno contraddistinto Saraò, scesa in campo per 12 motivi racchiusi nel desiderio unico di poter vivere e consegnare alle nuove generazioni, una città migliore, nel segno della civiltà, dell’unità e della condivisione. La sua storia, di attivismo e partecipazione, lontana dalle stanze del potere, dagli apparati e dalle contaminazioni, sono per lei un distinguo troppo importante per non essere rimarcato: “Non si può tacere su certe realtà, non si può esser ciechi. Bisogna raccogliere le istanze deluse delle cittadine e dei cittadini. Ed è da lì che noi ri-partiamo. Troppo a lungo si è sporcato il dialogo genuino con la gente per compromessi. Non si può parlare di desiderio senza la parte di tensione che esso comporta. Dobbiamo tendere al miglioramento, mettiamo in discussione questo stato insalubre di cose!”

Rita Saraò è una certezza del centrosinistra, ma un’incognita dal punto di vista elettorale. Cuore e coraggio l’hanno “costretta” a scendere in campo: “…mi è caro il destino, più che della città, fatta di palazzi e di cose, di noi tutte e tutti. Ho scelto di pre-occuparmi del bene comune perché prezioso. Lo faccio con piacere, con desiderio, con responsabilità, senza interessi personali, di ordini, senza ricerca di visibilità, anzi con la modestia e la semplicità, con i legami d’affetto, con la tensione a migliorare la realtà che ci circonda”.

E cuore e coraggio potrebbero spingere in tanti a riconoscersi in lei, ultima sulla scheda elettorale, ma prima su Twitter. Per salutare amici, conoscenti e quanti credono nelle sue idee, la coordinatrice della Rete delle Donne ha scelto l’isola pedonale di Corso Vittorio Emanuele. E per tutti quelli che vogliono recarsi al voto, ma non sanno come raggiungere la palestra Taralli, il candidato donna mette a disposizione il 'car sharing voto'. Buona idea. #saràlasaraò?

NINO ABATE | E poi c’è anche Nino Abate, il socialista che alla soglia dei 67 anni ha deciso di rimettersi in gioco e di farlo con il botto, candidandosi a una competizione elettorale sentita e variegata, che vede contrapposti un sindaco e un ex assessore, un giovane renziano di belle speranze e una donna. Non poteva mancare l’esponente di Socialismo e Democrazia, che punta a convincere gli elettori a credere che è possibile cambiare il destino di una città caratterizzandola con qualcuno e qualcosa di sinistra.

Nino Abate, il candidato che ha mostrato di avere idee innovative quando ha avanzato l’ipotesi dell’istituzione di un marchio Foggia e promosso il wi-fi libero nelle piazze; che chiede chiarezza, trasparenza e pulizia; che si tira fuori dai gruppi di potere e che rivendica il valore dell’onestà.

Partito in sordina, la candidatura del Nino socialista ha rievocato valori e tradizioni di un tempo, spinto lettori ed elettori ad una riflessione profonda sui cambiamenti che hanno portato il capoluogo dauno a fare i conti con l’emergenza sicurezza, l’inciviltà, il degrado urbano e l’abbandono. Defilato sì, ma non troppo, Abate c’è. E i socialisti – con o senza padrone - lo sanno. Nino li ha invitati e sfidati, perché un politico, come un calciatore, si vede dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia.

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