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Comunali Foggia 2014

Cinquestelle foggiani divisi, ma spunta il primo candidato sindaco: è Antonio Dembech

L'insegnante 44enne del 'Meetup Cinquestelle Foggia' esce allo scoperto e presenta una lista di 26 candidati in attesa del via libera la certificazione e all'autorizzazione ad usare il nome e il simbolo del movimento

“Non faremo la stessa fine del febbraio scorso, quando alle elezioni politiche nessun foggiano poté partecipare. Questa volta vogliamo esserci, è nostro dovere, è diritto dei cittadini foggiani”. Così Antonio Dembech, da oggi ufficialmente primo candidato sindaco a 5 stelle di Foggia, spiega i motivi che hanno indotto il Meet up Foggia (uno dei tre presenti in città) ad uscire ufficialmente allo scoperto per le prossime elezioni amministrative, lasciando indietro gli altri pentastellati.  

Per la verità si tratta del primo candidato ad essere candidato: toccherà allo staff nazionale, infatti (e dunque a Beppe Grillo in persona) dare il via libera, con la certificazione della lista e dunque l’autorizzazione ad usare nome e simbolo del movimento. E’ il meccanismo, macchinoso, previsto dal non-statuto. In effetti nessun simbolo del movimento era presente oggi in conferenza stampa: a campeggiare, nel piano terra rimediato a location della conferenza stampa, solo il logo del Meet up Foggia.

“Oggi presentiamo questo progetto allo staff, perché lo valuti ed eventualmente lo certifichi. Ci sono altri gruppi, certo; ci potranno essere altri candidati, può darsi che lo staff decida di non candidare nessuno, scegliere un altro progetto concorrente o piuttosto chiederci una sorta di primarie interne. Una cosa è certa: qualora dovesse arrivare un niet, nessuno di noi sarà candidato in altre liste. Unitariamente sosterremo il progetto che lo staff riterrà migliore”.

Il docente 44enne sa che le divisioni e la rissosità che attanagliano i pentastellati foggiani potrebbero giocare brutti scherzi alla loro partecipazione alla competizione elettorale. Ma non si scompone: “Abbiamo lavorato due anni per superare le divergenze. Non ci siamo riusciti. Ma ci eravamo dati dei tempi ed intendiamo rispettarli”. Dunque, va bene tutto purché si cominci.

FOTO | M5S, Antonio Dembech candidato sindaco di Foggia

LA LISTA DEI CANDIDATI: I NOMI

Presenta la sua lista: 26 candidati, età media 35 anni, tante donne. Sono espressione della più variegata società civile: avvocati, docenti, agricoltori, giornalisti, disoccupati. 26 in tutto su 32, proprio per lasciare spazio a chi, eventualmente di altri meet up, volesse accodarsi al progetto.

Dal canto suo ha la forza dell’esperienza passata, pare sostenere Dembech: nato nell’associazionismo foggiano, fino a ieri presidente di Cicloamici, (carica lasciata per esigenze di “trasparenza e chiarezza”), grillino dal 2007. Né lo preoccupa il fatto che il suo passato da candidato già nel 2004 nella coalizione a sostegno di Ciliberti (prese solo 18 voti) possa rappresentare un elemento ostativo. “Credevo davvero in quel progetto, si parlò di primavera foggiana all’epoca…sappiamo tutti come è andata a finire. Così come ho creduto in Gianni Mongelli e nel suo slogan, ‘Foggia Capitale’. Salvo ritrovarmi una città capitale dell’immondizia, della crisi e della disillusione”.

Promettono pulizia, promettono trasparenza. Non hanno ancora un programma ben definito perché – chiariscono – “non hanno la presunzione di rappresentare tutta la comunità e le sue esigenze", ma da domani saranno in piazza per raccogliere istanze e scriverlo di concerto coi cittadini. Da tre cose però non si potrà prescindere: l’orgoglio di essere foggiani, la lotta serrata all’illegalità attraverso la pretesa di una presenza più forte della polizia municipale (“la grande assente in questa battaglia”), la trasparenza.

“La casa comunale diventerà un palazzo di vetro” promettono, “basta con feudi e padroni” tuona Dembech, che ricorda: “Un prete mi disse che più carte un funzionario depone nel cassetto, più aumenta il suo potere. Ecco, noi intendiamo tirar fuori dal cassetto quelle carte. A partire dalla famosa relazione di Raphael Rossi, pagata coi nostri soldi: dov’è? Nessuno l’ha mai vista”. 

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