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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Primarie a Foggia per scegliere il candidato sindaco: l'ultima seduzione per un centrodestra unito e vincente

L'idea è stata ventilata ieri al tavolo regionale riunitosi per cominciare a fare sintesi sulle realtà che andranno al voto nel 2019. A Foggia divide il nome dell'uscente Franco Landella, saldamente in campo con Forza Italia

Potrebbero essere le primarie lo strumento a cui il centrodestra foggiano potrebbe ricorrere quale estrema ratio per individuare il candidato sindaco per le elezioni comunali 2019. L’ipotesi è stata ventilata ieri al tavolo regionale della coalizione, e potrebbe riguardare non solo Foggia ma la stessa Bari. Mai utilizzate nel centrodestra prima d’ora, a nessun livello, potrebbero costituire infatti l’unica via per uscire dall’impasse in cui è incagliata la coalizione foggiana, divisa sul nome del sindaco uscente, Franco Landella. Forza Italia ha dovuto accettare (a meno di non volersi auto-bocciare) la sua richiesta esplicita di ricandidarsi; Di Mauro, segretario provinciale del partito azzurro, lo confermava qualche giorno fa a Foggiatoday: “Landella ha sciolto la riserva – dichiarava su queste colonne- e ha scelto di esserci, sarà questo il nome che porteremo al tavolo della coalizione e da quello partiremo”.

La Lega, di contro, si sta sbracciando a dire che no, Landella proprio no, fino a minacciare di “andare da soli” (cit. Joseph Splendido, vicesegretario regionale). Il segretario pugliese Andrea Caroppo, per parte sua, tace di fronte a queste esternazioni mentre Raimondo Ursitti, new entry leghista e uomo di grande esperienza politica e fine tessitore, invita ad abbassare i toni e a non essere tranchant (che in politica non paga mai).

Se a questo bailamme si aggiungono i Fratelli d’Italia, da sempre all’opposizione di Landella, Puglia popolare di Massimo Cassano (qui con Rino De Martino e, manco a dirlo, contraria a Landella) e Idea di Quagliariello, vicina alla Lega, ben si comprende il cul de sac in cui è infilato il sindaco uscente – e , con esso, Forza Italia-, sostenuti, pare, allo stato, solo da quel che resta di Noi con L’Italia e, quindi, da Franco Di Giuseppe (che, tra l’altro, starebbe perdendo anche pezzi con il consigliere Luigi Fusco pronto a passare armi e bagagli con Salvini).

Primarie, dunque. Si faranno? Non si sa, per il momento l’ultima spiaggia è stata solo timidamente accennata, fanno sapere fonti accreditate.

Probabile che della questione si parlerà anche domani, presso la sede provinciale della Lega, a Foggia, dove si riunirà per la prima volta il tavolo provinciale di coalizione. “Abbiamo dato mandato ai provinciali di convocarsi e fare sintesi anzitutto sul tema Provincia” dichiara a Foggiatoday Caroppo, che glissa sulle amministrative rinviando, al tavolo ragionale del 30 settembre: da lì si comincerà a fare sul serio, par di capire.

Elezioni provinciali, si vota il presidente

Per Palazzo Dogana, intanto, la partita non è semplice e Di Mauro invita a non farne “una battaglia di bandiera”, stante il voto ponderato e i tre blocchi schierati ai nastri di partenza: centrodestra, civici e centrosinistra. Ieri sera a Foggia c’erano i consiglieri comunali di Forza Italia, arrivati da tutta la provincia. “Abbiamo semplicemente avviato la discussione, provando a definire l’identikit del candidato presidente ideale – dice Di Mauro-. Per noi deve essere di consolidata esperienza (ergo, non un neoeletto), con una solida maggioranza in consiglio comunale e appartenente alla nostra area valoriale”. Tre parametri che scremano molto il parterre dei papabili e depennano, ad esempio, sindaci come Ciavarella (San Nicandro Garganico, appena eletto), Umberto di Michele (Carapelle, appena eletto, che però la Lega non disdegnerebbe), Nicola Gatta (vicino ai civici). Fuori anche Lino Monteleone, Torremaggiore, che parrebbe sostenuto solo da Di Giuseppe ma non gradito né a Fi né a Lega. Quest’ultima, per parte sua, ha espresso pubblico apprezzamento per Franco Tavaglione, Peschici, nome meno gradito a FI, vicino a Di Gioia ma molto vicino anche al partito di Salvini (ha sei assessori leghisti in giunta). Le quotazioni qui aumentano. Soprattutto se si tiene conto delle parole di Caroppo, a domanda: “Bisogna che si trovi un nome che garantisca l’unità e tenga dentro quanti più amministratori possibili, non ci concentriamo sull’appartenenza: è un tavolo meno politico”. E il messaggio raggiunge trasversalmente tutte le forze politiche. Anche quelle avversarie.

Si vocifera anche di Franco Metta, Cerignola, per iniziativa leghista (ma il segretario provinciale, Daniele Cusmai, smentisce). Domani, all’esito del tavolo di coalizione, se ne saprà probabilmente di più.

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