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Landella lancia la sfida al Consiglio comunale: “Da qui decisioni, strategie, proposte e soluzioni”

Ecco il discorso di Franco Landella, che visibilmente emozionato ha giurato fedeltà alla Costituzione italiana davanti ai consiglieri comunali, al presidente del Consiglio e alla Giunta comunale

Presidente, colleghi consiglieri, oggi, in quest’Aula, cominciamo insieme un percorso importante. L’insediamento del nuovo Consiglio comunale, il giuramento del nuovo sindaco, sono momenti solenni, colonne portanti del nostro sistema democratico.

ONORE ED ONERE. Non nascondo la mia emozione, perché rappresentare una città come Foggia, rappresentare la mia città, la città che amo, in cui vive la mia famiglia ed in cui ci sono i miei affetti più cari, è nel contempo un onore ed un onere emozionante. Difenderne i diritti, programmarne lo sviluppo, affrontarne le emergenze è una responsabilità tra le più alte. Una responsabilità che, al di là dei ruoli, appartiene a ciascuno di noi. Tra questi banchi non siedono soltanto uomini e donne. Questi scranni sono la più alta ed autorevole proiezione della volontà popolare.

MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE. Per molti anni sono stato dall’altra parte della «barricata», ricoprendo il ruolo di consigliere comunale. Sono stato dalla vostra parte, vivendo in prima persona la voglia di partecipare, di incidere, di determinare le dinamiche e le scelte di governo. Essere stato per lungo tempo un consigliere – in assoluto tra i più suffragati – mi mette oggi nella condizione di comprendere appieno le vostre ansie, il vostro entusiasmo, la vostra passione.  Lo dico al netto della funzione che ciascuno di voi eserciterà. In questa Assemblea ci saranno una maggioranza ed una minoranza. Spesso le nostre posizioni configgeranno. Polemizzeremo e ci divideremo. Ma vorrei che lo facessimo sempre avendo come unico e solo punto di riferimento l’interesse generale, il bene della città. Vorrei che al vantaggio particolare anteponessimo sempre il bene comune, che è la ragione più profonda che ci ha spinti a candidarci, a metterci in gioco, a misurarci con il consenso, a «metterci la faccia», come siamo soliti dire.

NEL RICORDO DI TERENZIO, PAGLIA E LARICCHIUTA. Permettetemi, in questa giornata solenne, di ricordare un collega con il quale ho condiviso l’impegno consiliare, anche se su fronti contrapposti. Un collega che ho imparato a stimare, ad apprezzare, che in una qualche misura ha rafforzato in me la consapevolezza del valore della democrazia. Un collega che ci ha lasciati prematuramente proprio durante i mesi della campagna elettorale. Mi riferisco a Paolo Terenzio, che oggi voglio ricordare con un pensiero commosso ed affettuoso. Ed assieme a lui voglio ricordare anche altri due colleghi recentemente scomparsi, Tonio Paglia e Rocco Laricchiuta, ai quali tributiamo un grazie per il loro impegno a favore della crescita della nostra comunità. Un pensiero commosso lo rivolgo anche a Leonardo Biagini, con il quale ho condiviso un pezzo della mia esperienza consiliare. Un figura che Foggia e questo Consiglio comunale non dimenticheranno.

Sindaco e consiglieri comunali di Foggia: le foto di R. D'Agostino

Il primo Consiglio comunale di Foggia: le foto di Roberto D'Agostino

IL CAMBIAMENTO. Il «cambiamento» che in tanti abbiamo raccontato e promesso in campagna elettorale, sia pure da sponde diverse, dunque, è soprattutto la capacità di allargare la partecipazione e di condividere le decisioni. È la propensione a non arroccarsi, a non chiudersi a riccio ma, viceversa, l’intelligenza di saper fare del confronto un elemento di ricchezza e di crescita. Sarò pronto ad accogliere ogni spunto positivo che giungerà dai consiglieri della minoranza. Così come saprò tenere ferme le mie posizioni quando questo significherà mantenere il «patto» che ho sottoscritto idealmente con la nostra comunità. Confronto e non scontro, dunque. Dialettica e non delegittimazione reciproca. Soltanto se saremo capaci di inaugurare questa nuova stagione potremo dire di aver centrato l’obiettivo, di aver saputo onorare l’incarico che i cittadini ci hanno affidato.

EMERGENZE E CRITICITA’. In questo primo mese da sindaco della città ho affrontato emergenze e criticità: dal crollo di via De Amicis alle difficoltà finanziarie, dalla manutenzione stradale alla necessità di intervenire nel campo della pubblica illuminazione, dall’emergenza abitativa fino alla battaglia – che considero imprescindibile per lo sviluppo del territorio – a favore della piena operatività dell’aeroporto “Gino Lisa”.

IL FUTURO. L’attività amministrativa che ci attende, dunque, dovrà tenere conto di questi temi ma anche ragionare del quadro complessivo di crescita della nostra città e dell’intera provincia che dovremo, insieme, mettere in moto. Uno sviluppo che immagino radicato nelle vocazioni e nelle peculiarità del territorio; orientato in modo intelligente a cogliere le opportunità strategiche di lungo periodo offerte dal ciclo di risorse comunitarie 2014-2020; capace di rimettere Foggia in connessione con il resto dei centri della Capitanata, superando la lunga stagione di diffidenze e contrapposizioni che pure abbiamo vissuto e dando vita così ad un’idea complessiva e armonica di progresso per la nostra provincia.

E’ IL VOSTRO GIORNO. E tuttavia non parlerò di programmi e di obiettivi oggi. Non lo farò perché vorrei che la discussione sulle «linee programmatiche», quindi su ciò che il nuovo governo comunale ha in mente di fare, si sviluppasse a settembre. Vorrei che questo confronto fosse il più ampio e partecipato possibile. Per questo chiederò al presidente del Consiglio di valutare la possibilità di dedicare a questa discussione più giornate, in modo da non «strozzare» il dibattito, ma, al contrario, renderlo proficuo e virtuoso. Quella odierna è esclusivamente la giornata del Consiglio comunale, la vostra giornata. Un momento che per me ha un valore ed un significato particolari.

IL RUOLO DEL CONSIGLIO COMUNALE. Voglio che questa assemblea, spesso espropriata della sua funzione e ridotta al rango di notaio delle decisioni sei sindaci e delle Giunte, torni ad essere il luogo delle decisioni, della definizione delle strategie, della costruzione delle proposte e delle soluzioni. Restituire dignità all’Assemblea consiliare è dal mio punto di vista il solo modo per dare senso al «rinnovamento» che mi sono impegnato a realizzare. Affermo questo concetto anche avendo presente la «geografia» del nuovo Consiglio. Un Consiglio rinnovato nei volti e nei profili individuali, nelle competenze e nella voglia di dare un apporto alla rinascita di Foggia. Un Consiglio in cui molti sono alla loro prima esperienza amministrativa, indipendente dalla loro età.

IL RINNOVAMENTO. Ecco, questo è un chiaro e limpido segnale di «cambiamento». Perché il «cambiamento» non è soltanto un dato anagrafico o di genere. Questa assemblea potrà contare sull’entusiasmo del «rinnovamento» e sull’esperienza di quanti hanno già ricoperto il ruolo di Consigliere comunale ed incarichi di governo. Credo sia doveroso spendere qualche parola sulle figure di maggiore esperienza che vivranno con noi questa stagione. Non mi è mai piaciuta l’idea di «rottamare» chi ha dato tanto alla politica, che colgo l’occasione per ringraziare in modo sincero e sentito. Per me, e per molte generazioni, si è trattato di costanti punti di riferimento, da cui imparare ed apprendere ed ai quali sono legato da sentimenti di profondo affetto ed amicizia. 

MA ANCHE ESPERIENZA. Del loro apporto avremo bisogno tutti, me per primo, che non a caso la legge ha voluto fossi il 33simo Consigliere comunale. I loro suggerimenti e le loro indicazioni saranno una bussola preziosa e fondamentale, innanzitutto per la mia Giunta, alla quale ho voluto dare una cifra di «cambiamento» piena, accogliendo e condividendo la volontà della nostra comunità. Ma, come sapete, «rinnovamento» ed esperienza sono due facce della stessa medaglia. L’una non può esistere senza l’altra. Nessuna delle due può andare lontano in assenza dell’altra. Come è solito dire un amico carissimo con una battuta efficace: «I giovani hanno gambe per la corsa, ma gli anziani conoscono la strada».

IL GIUSTO MIX. Proprio per questo sono convinto che l’Assemblea che insediamo oggi contenga il giusto mix per dare risposte ai bisogni della città che ciascuno di noi si è candidato a servire. Sono certo che sapremo farlo con impegno e dedizione. Mettendo al servizio della comunità che amiamo il nostro tempo e le nostre competenze, sacrificandoci individualmente e collettivamente. Restituendo a Foggia orgoglio e dignità, senso di appartenenza e speranza nel futuro.

LA SFIDA. La sfida che abbiamo di fronte è quella di restituire ai cittadini fiducia nelle istituzioni e nella politica. È una sfida difficile ma ambiziosa. È nostro compito dimostrare che è possibile trovare nel Comune di Foggia un alleato e non un nemico, che questo Palazzo può tornare ad essere la casa comune di tutti i foggiani e non la sede di una «casta».

IL NON VOTO. Le ultime elezioni amministrative, da questo punto di vista, ci hanno consegnato un dato significativo e preoccupante. La scarsa partecipazione al voto è per tutti noi un pericoloso campanello d’allarme. È il segnale di una sfiducia che si è fatta sempre più crescente, di una rabbia che si è polarizzata in segno di protesta sull’area del «non voto». Questa dinamica, tuttavia, è un sintomo e non una malattia. C’è spazio e tempo per colmare questo divario, per accorciare questa distanza, per costruire di nuovo un legame con la nostra comunità.

VINCERE L’ANTIPOLITICA. È dunque nostro compito prosciugare la vasta palude dell’antipolitica e del populismo con i fatti e con i provvedimenti. È nostro compito recuperare quella capacità di ascolto che per troppo tempo la politica ha perduto. Possiamo essere, insieme, l’avanguardia di una nuova stagione, politica e culturale, sociale ed amministrativa. Dimostriamo di essere in grado di elevare il livello del dibattito e la qualità dei temi che affronteremo e rispetto ai quali assumeremo le nostre decisioni. Dimostriamo che questo Consiglio sarà un Consiglio del «fare» e non il luogo della vuota retorica. Dimostriamo di essere propositivi e operativi, di avere come netta priorità la difesa di quanti vivono una condizione di difficoltà, di coloro i quali stanno pagando il prezzo più alto della crisi.

LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO. Oggi io giuro davanti a voi ed il Consiglio comunale esperirà le formalità di rito. Costituiremo le commissioni consiliari, il cui numero sarà ridotto e alle quali chiedo sin d’ora di essere un laboratorio di idee e di sollecitazioni in termini concreti e fattivi per l’Assemblea e per lo stesso esecutivo. Eleggeremo il presidente del Consiglio, carica il cui ruolo è di fondamentale importanza per il funzionamento dell’Assise e per garantire e difendere le prerogative di ogni singolo consigliere e di tutti i gruppi consiliari. Ecco, io vorrei che questo incarico fosse un incarico di garanzia, una figura in cui l’intero Consiglio possa e sappia riconoscersi. Non un ruolo di «parte», quindi, ma una figura condivisa.

Sarebbe una bella pagina di politica se fossimo in grado, insieme, di dare a questo ruolo anche un’impronta di «rinnovamento», in un metaforico passaggio di testimone tra l’esperienza e la tradizione e la passione di una nuova classe dirigente competente e preparata, in grado di guardare al futuro. Sulle nostre spalle abbiamo un carico di responsabilità imponente. Così come sono imponenti le aspettative e le speranze che la città ripone in noi. Io sono fiducioso che sapremo esserne all’altezza.

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