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Si dimette l’assessore Marasco: “Urbanistica merce più preziosa sul mercato elettorale”

Ieri il sindaco Mongelli gli aveva strappato la delega assessorile in materia di Pianificazione e Programmazione del territorio, Valorizzazione delle borgate

Erano circa le 9.15 quando l’Architetto Antonio Marasco - al quale ieri il sindaco aveva strappato la delega assessorile in materia di Pianificazione e Programmazione del territorio, Valorizzazione delle borgate - ha protocollato le dimissioni da assessore della Giunta comunale di Foggia. Una decisione amara ma doverosa. Non poteva che finire così

L’EX ASSESSORE AUGUSTO MARASCO: “Ho ringraziato il sindaco Gianni Mongelli comunicandogli la mia decisione e la più ampia disponibilità per un agevole passaggio delle consegne circa le materie a me delegate. Ho esteso i ringraziamenti al presidente del Consiglio comunale, ai signori Consiglieri comunali, ai colleghi di Giunta e ai dirigenti e dipendenti comunali per l’esperienza fatta in questi due anni a Palazzo di Città.

Ho aspettato di rinviare a oggi le mie dimissioni sperando di arginare, ieri pomeriggio, i motivi di imbarazzo durante la già programmata Conferenza pubblica sul Piano di recupero del Salice, a cui erano invitati importanti ospiti e che avrebbero visto la partecipazione di molti cittadini ignari della dialettica che sta attraversando la politica locale.

Ripeto pubblicamente ciò che ho sottolineato almeno una decina di volte al sindaco, a cui rinnovo i sentimenti di stima e di amicizia: ho tenuto fuori dalle stanze di Palazzo di Città tutte le numerose lusinghe e pressioni per un mio impegno politico diretto. Senza tanti infingimenti, è normale siano sondate possibilità e disponibilità delle persone che si sono contraddistinte per qualità reputate utili alla città.

È accaduto anche a me fin dal mese successivo alla mia nomina ad assessore alla Qualità e all'Assetto del Territorio. E, durante questi due anni, ciclicamente il discorso è tornato ad affacciarsi fino a toccare il suo apice nel corso del 2013, in relazione ad alcuni snodi politico-amministrativi affidati alla mia responsabilità risolti in modo giudicato assai efficace dallo stesso sindaco.

Malgrado queste attestazioni di stima, ho voluto soltanto dedicarmi a un lavoro molto impegnativo. Molto impegnativo soprattutto perché si deve svolgere in mezzo a due spinte contrapposte: da un lato quella che, nel chiedere si definisca la pianificazione generale, sembra sottovalutare peso e importanza delle soluzioni ai problemi quotidiani posti da una realtà frutto delle scelte squilibrate del passato; dall’altro lato la pressione per le varianti immaginate sempre come scorciatoia rispetto ad azioni ordinate da una visione generale.

Il mio impegno è stato proprio dimostrare, invece, che esiste la possibilità di pianificare facendo e, soprattutto, di pretendere efficienza da tutto il sistema decisionale pubblico che non può pensare di essere così tanto padrone dei destini individuali e collettivi da mostrare indifferenza rispetto ai tempi e alla ragionevolezza delle decisioni.

Ho pensato di poter continuare a svolgere questo compito, rispettoso della funzione pubblica e istituzionale e mai immaginando, né ora né due anni fa, che i poteri delegati sindacali equivalessero a un arruolamento in un comitato elettorale. Anche l'idea che l'urbanistica sia la merce più preziosa sul mercato elettorale mi pare tradisca lo spirito con cui è stata inaugurata una stagione coinvolgendo un altro professionista di eccentrica collocazione nello scacchiere politico tradizionale.

Spero si recuperi l’equilibrio necessario per un percorso di enorme rilevanza per le prospettive di Foggia. A giudicare da quello che ho sperimentato in almeno due vicende che mi hanno riguardato direttamente, come il potenziamento dell’aeroporto e l’insediamento a Foggia di un Centro di eccellenza del CNR su cereali e qualità agroalimentare, mi pare si sia evidenziata la necessità di includere competenze e apporti plurali”.

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