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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Riforma Delrio, Sannicandro non vota l'emendamento. "Le province cambiano solo il nome"

Intervento in Aula del'onorevole durante la discussione del Disegno di legge. "Le province non vengono abolite, ma semplicemente espunte dall'interno della Carta costituzionale"

L'onorevole Arcangelo Sannicandro di Sel, interviene in parlamento, durante la discussione del Disegno di Legge. Di seguito il testo del suo intevento". 

"Presidente, noi non voteremo questo emendamento perché siamo d'accordo con coloro i quali sostengono che le province in effetti non vengono abolite e che non lo saranno neanche in futuro per il semplice motivo che, se noi andiamo a leggere il disegno di legge di riforma del Titolo V che oggi credo sia arrivato al Senato, ad un certo punto, parlando della competenza statale, si dice che lo Stato resta competente esclusivo per l'ordinamento degli enti locali e per l'ordinamento degli enti di area vasta.

Quando ho letto questa espressione, allora mi sono detto che siamo alle solite, al solito malcostume italiano di lasciare le cose come stanno, al limite cambiando soltanto i nomi. Infatti, quali sono gli enti di area vasta ? Quali possono essere gli enti di area vasta se non in primo luogo, appunto, le province ? A conforto di questa mia interpretazione, una gentilissima collega oggi mi ha spiegato che le province non è che vengono abolite, vengono semplicemente espunte dall'interno della Carta costituzionale per cui non sono più degli enti di livello costituzionale; tant’è che il testo dice che lo Stato si compone di comuni, regioni e città metropolitane, ma non menziona più le province. E questo mi fa dubitare anche di un altro slogan e, cioè, che si voglia fare anche un'operazione, non soltanto di sovversivismo istituzionale, ma anche di riduzione della spesa pubblica. Infatti, se le province, denominate area vasta, resteranno di competenza del legislatore ordinario, è evidente che di enti di area vasta ne potremo fare quante ne vorremo, purché il legislatore sostanzialmente lo dica.

Ma colgo l'occasione anche per esprimere un mio profondo disagio. Una volta si diceva che qui c'era la fantasia al potere. Io ho l'impressione – mi si scusi l'espressione – che qui ci sia la follia al potere, nel senso che, da un lato, stiamo per discutere una riforma del Titolo V che dovrebbe, secondo gli slogan, eliminare le province e, dall'altro lato, stiamo facendo una normativa corposa, complessa, articolata per un qualcosa che forse non durerà neanche lo spazio di un mattino. Infatti, se il «piè veloce Achille», nonché Matteo Renzi, riuscisse a portare in porto quello che dice, nei termini in cui lo dice – non conosciamo soltanto i minuti, ma sappiamo l'ora e il giorno, perché su tanto lui si cimenta, è evidente che tutta questa normativa che oggi stiamo elaborando dovrà essere cestinata. Mi sembra un Parlamento «drogato» che sta lavorando sostanzialmente per un qualcosa che non vedrà mai la luce, che non dovrebbe mai vedere la luce a meno che, come ripeto, con un tratto di penna un domani questo testo di legge avrà un'ulteriore modifica quando diventerà legge. Togliamo la parola «provincia», ci mettiamo «area vasta» e il gioco è completato". 

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