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I tagli alla sanità che fanno male alla Capitanata. Gatta: “Questa volta resteremo uniti”

San Severo e Cerignola passerebbero da ospedali di I livello a ospedali di Base, mentre Lucera dovrebbe chiudere

“La sanità va ristrutturata, nel rispetto delle specificità della Capitanata. Questa volta resteremo uniti, senza cannibalizzarci come qualcuno spera”. Il vicepresidente del Consiglio regionale è intervenuto a sostegno dell’ospedale Tatarella, nel corso del Consiglio comunale monotematico di ieri sul piano di riordino ospedaliero.  Il documento che verrà presentato dalla Regione al Ministero della Salute prevedrebbe il declassamento da strutture di I livello a ospedali di base a San Severo e Cerignola, e la chiusura dell’ospedale di base di Lucera. Mentre a Lecce nessun nosocomio viene penalizzato, “da Accadia a Zapponeta si consuma un terribile sfregio a 61 comuni che hanno una disastrosa rete viaria che spesso li rende difficilmente raggiungibili, con gravissimo disagio e pregiudizio per una efficiente e rapida risposta al bisogno di salute” aggiunge Gatta.

Porre in ballottaggio San Severo e Cerignola non induca però ad una guerra fratricida: “La mia presenza qui oggi ha proprio questo senso: sentirci tutti figli della Capitanata” chiarisce il consigliere regionale più suffragato di Forza Italia alle scorse elezioni. Gatta ricorda l’esperienza del declassamento dell’ospedale di Manfredonia, un evento che oggi non può riguardare anche Cerignola e San Severo. Anche perché “la provincia di Foggia resterebbe sguarnita vergognosamente di strutture di I livello”, quelle strutture intermedie, cioè, tra ospedali di base e le due eccellenze, rappresentate dai Riuniti di Foggia e Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni. E ciò “congestionerebbe e renderebbe meno efficaci” le funzionalità delle strutture superiori di Foggia e San Giovanni. 

I tagli ragionieristici applicati adesso sono il frutto di una gestione pregressa non irreprensibile per disservizi, sprechi e clientele. “Se oggi il decreto 70/2015, la legge di Stabilità e il limite di passività del 10% dei reparti disegnano uno scenario negativo, occorre dirci tutta la verità: alcune strutture come questa di Cerignola non sono state messe in condizione di funzionare come oggi si pretenderebbe.  Perché s’è preferita questa o quella nomina di primario, questa o quella decisione, a seconda del rispetto ossequioso a certe direttive politiche di noti personaggi” evidenzia l’avvocato di Manfredonia

Oggi, i tagli penalizzano su basi “algoritmiche” interi territori, Lucera, che serve i Monti Dauni, San Severo, che copre l’area dell’Alto Tavoliere, e Cerignola che abbraccia Reali Siti e realtà anche extraprovinciali ed extraregionali. Il tutto, in barba a quella “democrazia partecipata, mero spot elettorale della sinistra in campagna elettorale”, di fatto negata con l’assenza di ogni coinvolgimento del territorio, che presenta peculiarità orografiche uniche che rendono indispensabili gli ospedali di Cerignola, Lucera, Manfredonia e San Severo. 

Martedì l’annunciata conferenza stampa di Fi Cerignola in Regione non potrà aver luogo. Poco male: “Difenderemo tutti uniti questo territorio, nella sua interezza convinti che siamo tutti figli della Capitanata. La sanità va riformata, d’accordo, ma non è possibile effettuare scelte politiche sulla base di opinabili formule matematiche, quando si parla di vite umane” conclude il vicepresidente del Consiglio regionale.

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