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La Regione vuole aiutare Foggia e i foggiani, ma la minoranza non entra in 'casa Landella'

Raffaele Piemontese e Leonardo Di Gioia precisano il loro ruolo istituzionale. De Pellegrino chiede di archiviare in fretta la verifica politica

Nessuna apertura al Sindaco. È chiaro il messaggio dei consiglieri di minoranza, corroborato dalla presenza nella sede del gruppo consiliare del Partito Democratico di due assessori regionali, Leonardo Di Gioia e Raffaele Piemontese. Una presenza tutt’altro che inutile, come ha potuto pensare qualcuno. Perché per gli assessori è opportuno fare le giuste precisazioni a proposito del ruolo istituzionale come rappresentanti della Regione Puglia, che deve essere separato dalle valutazioni politiche sul lavoro dell’attuale maggioranza.

Insomma, nessun tipo di collaborazione, o peggio ancora inciucio, se da Bari Piemontese e Di Gioia garantiscono gli aiuti richiesti al comune di Foggia. Il rapporto istituzionale non implica la disponibilità a un governo di grandi intese che coinvolga i consiglieri di minoranza, in un momento delicato per il Comune di Foggia, dopo l’annuncio del sindaco di una nuova verifica politica. “Nel momento in cui ci sono provvedimenti che guardano alla crescita di Foggia noi interveniamo favorevolmente, ma non c’è alcuna possibilità di governare insieme a questa maggioranza”, precisa Piemontese, il quale poi evidenzia la carenza di stabilità di un governo cittadino che si appresta al quinto cambio di giunta nell’arco di due anni. “È un aspetto fallimentare, ai fini delle risposte da dare ai cittadini foggiani”.

Senza stabilità si lavora male, e a pagarne dazio sono soprattutto i cittadini foggiani. Piemontese cita alcuni interventi della Regione, a sostegno dell’Amministrazione Comunale, come l’erogazione di fondi per il progetto di riqualificazione del Parco, il concerto di Arbore a Ferragosto 2015, o i 250mila euro stanziati per gli asili nido. Settori differenti, nei quali però la Regione ha dato delle risposte. “Non significa però che sia stato fatto un favore al sindaco, ma alla città di Foggia. Dopo di che, sul piano politico, chi deve garantire di avere numeri e giunta stabile non siamo noi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il collega Di Gioia, la cui scure affonda su quanti avevano strumentalmente inteso il rapporto istituzionale come l’anticamera di una apertura della minoranza al sindaco: “La nostra presenza testimonia la vicinanza alle politiche locali, e ai nostri consiglieri. La nostra disponibilità in termini istituzionali non è una disponibilità a intrecciare rapporti collaborativi con la maggioranza. Non è in corso alcuna trattativa per modificare gli assetti del governo cittadino. Siamo estranei a qualsiasi vicenda legata agli equilibri di maggioranza”.

Un affare che riguarda Landella e il centrodestra, dunque, non i consiglieri di minoranza. Ma è fondamentale che la verifica politica si archivi quanto prima, come sottolinea Alfonso De Pellegrino: “La minoranza è rimasta sempre unita, votando sempre allo stesso voto. Ma è ora che il sindaco si presenti in aula e chiuda la verifica in tempi strettissimi, per iniziare finalmente a governare la città, finora amministrata solo nell’ordinario”.

Marasco punta il dito sulla programmazione, a suo dire piuttosto deficitaria: “La verifica deve chiudersi nel più breve tempo possibile, per fronteggiare le grandi emergenze. Basta con le linee programmatiche basate sul copia e incolla, ma si intervenga con una visione chiara sugli impegni e obiettivi da raggiungere”. La “schizofrenia politica” dell’amministrazione comunale rischia quindi per inficiare sui risultati in un periodo particolarmente delicato: “Mentre la Puglia guarda all’Europa, si chiude il piano dell’agricoltura e si cerca di coniugare i fondi Fesr con la programmazione dei fondi comunitari, qui a Foggia si continua a parlare degli avvicendamenti in ragione delle aspirazioni del singolo consigliere”, l’affondo finale di Marasco.

La programmazione, un aspetto sul quale puntano ripetutamente anche i due assessori. Perché alla base del sostegno regionale c’è proprio la presentazione di un progetto a lunga scadenza: “Saremmo stati disposti a ragionare nel merito, se da Landella fosse pervenuta un’idea, un progetto da condividere. Noi invece non conosciamo le proposte sui temi fondamentali (le aziende partecipate, rifiuti e programmazione dei servizi sociali). I fondi non vengono dati per amicizia o compatibilità politica, ma a chi sa progettare. Landella lo faccia, senza tirare in ballo la minoranza nelle contese politiche. Non è nostro interesse entrare in casa di altri”, precisa Di Gioia.

Al sindaco si chiedono dunque idee “cantierabili”, come rimarca Piemontese: “Dobbiamo essere nelle condizioni di capire dove andare. Per pianificare serve stabilità. Noi vogliamo dare una mano alla città di Foggia e ai foggiani, non alle pratiche di sistemazione delle singole poltrone”.

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