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"Tutti contro tutti". Rimandate le misure contro la crisi. E Landella si sfoga: "Ho fatto il massimo, senza risparmiarmi"

Maggioranza e opposizione presentano due ordini del giorno diversi. Ora si cerca la sintesi (altrimenti ciascuno si voterà il proprio). I Fratelli d'Italia promuovono il sindaco: "Solo chi non fa non sbaglia"

Fumata nera. Maggioranza e opposizione riescono ad essere in disaccordo anche sulla lettura della gestione dell'emergenza Covid e non si concretizza l'auspicata unità di intenti. Dopo quattro ore e mezza, il primo Consiglio comunale virtuale su Zoom non elabora un documento congiunto sulle misure da adottare per arginare gli effetti del lockdown a Foggia e la crisi economica derivante dalla pandemia da Coronavirus. La sintesi è rinviata alla conferenza dei capigruppo che proverà a trovare una convergenza per presentare un ordine del giorno unitario al prossimo Consiglio comunale utile (per domani era già fissata un'altra riunione sui debiti fuori bilancio).

IL QUI PRO QUO - Sulla falsa riga di quanto già accaduto a febbraio per l'emergenza sicurezza, sono saltati fuori due documenti distinti e separati, con una visione diametralmente opposta almeno nei presupposti. Le premesse non sono delle migliori, si direbbe. Sono quelle a scatenare il dibattito che sfiora solo marginalmente il merito delle proposte. A onor del vero, il sindaco di Foggia Franco Landella aveva annunciato il suo odg venerdì scorso, e nell'occasione si augurava che l'opposizione potesse condividerlo. La minoranza, dal canto suo, si aspettava che venisse stilato un documento all'esito della discussione ma, nel dubbio, ha preparato il suo, last minute, da presentare all'occorrenza. "Siamo stati costretti a presentare il documento. La città oggi probabilmente aveva bisogno di un altro tipo di confronto, di proposte e soluzioni", dirà la consigliera comunale Pd Lia Azzarone, che si affretterà a precisare che il documento non era pronto ed è stato preparato all'ultimo momento. "Doveva essere già presentato un odg partecipato prima del Consiglio monotematico, quando non l'ho visto abbiamo pensato di proporne uno come maggioranza", si è giustificato Landella, anche perché "la videoconferenza ci impone tecniche diverse".

IL GIUDIZIO SULLA GESTIONE DELL'EMERGENZA - L'impostazione di entrambi i documenti è fortemente connotata dalla prospettiva ideologica. Il centrodestra ha infarcito il suo di critiche e reprimende ad Asl, Regione e Governo. Parla di "disastrosa gestione delle Rsa e Rssa", pochi tamponi, addebita al Governo la responsabilità di pericolosi assembramenti a Palazzo di Città per i buoni spesa ("Che c'è stata una cattiva comunicazione da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulla distribuzione dei buoni alimentari").

Il centrosinistra difende strenuamente l'operato del governo regionale del suo stesso segno: "La Regione Puglia ha affidato la gestione dell'emergenza sanitaria al professor Luigi Lopalco, considerato tra i più accreditati e competenti epidemiologi italiani ed europei, mettendo in campo una strategia di contrasto, controllo e prevenzione della diffusione del contagio che ha arginato efficacemente la propagazione del Covid-19". Elenca le misure regionali e nazionali e passa al contrattacco evidenziando che il Comune non ha previsto alcuno stanziamento specifico limitandosi alla gestione dei fondi trasferiti da Stato e Regione, "peraltro confermando l'incapacità di garantire adeguate informazioni e trasparenza sulla gestione stessa". E ancora, "il Comune di Foggia ha adottato misure fiscali minime e limitate nel tempo in favore di cittadini e commercianti". Tutte affermazioni che, dirà Landella, "scaricano sul sindaco tensioni sociali".

IL DIBATTITO - "Per il bene della città cerchiamo l'unità almeno su un argomento del genere", si era detto in apertura, auspicio formulato da Rosario Cusmai (Foggia Civica), che aveva suggerito di non partire da una base su cui sarebbe stato più difficile elaborare una proposta condivisa. Niente da fare. "Un documento condiviso - dice il consigliere della Lega Salvatore De Martino - sarebbe un ottimo segnale, anzi il segnale da dare alla nostra città". Salomonico Leonardo Di Gioia (Senso Civico) che non ha firmato nessuno nei due documenti e ha chiesto di estrapolare da entrambi la parte propositiva senza "l'aggancio identitario al buon lavoro fatto dai danti causa politici". Suggerisce una sintesi delle proposte e di stralciare le premesse: "Ci sarà tempo per stabilire le responsabilità". Dello stesso avviso il consigliere Cinquestelle Giovanni Quarato, che la pensa esattamente come lui e si dice dispiaciuto per "la polemica politica del tutto fuoriluogo".

L'ex candidato sindaco Pippo Cavaliere contesta la logica del "tutti contro tutti", e prova amarezza di fronte a un ordine del giorno in cui "sembra che tutto ciò che è stato prodotto da governi e istituzioni oggi appannaggio del centrosinistra sia censurabile e criticabile mentre tutto ciò che ha fatto il Comune di Foggia sia perfetto ed esemplare. La verità forse non sta nel mezzo?", domanda e, in tutta franchezza, non se la sente di esprimere critiche sul sindaco perché "bisogna trovarsi in quelle situazioni".

In seno alla maggioranza, Massimiliano Di Fonso fa un mea culpa: "Facciamo demagogia e sbagliamo. Mentre vogliamo mettere da parte le campagne elettorali facciamo politica", e sarebbe controproducente - evidenzia - ìfare campagna elettorale oggi. Da "buon sindacalista di campagna e consigliere comunale" suggerisce di non fare critica ma squadra. "Non possiamo arrogarci il diritto di parlare di sanità - aggiunge - Possiamo fare i virologi, i politici gli specialisti ma diventa assurdo".

Il capogruppo del Pd Lino dell'Aquila avrebbe preferito che il Consiglio fosse celebrato nel Teatro Giordano o all'aperto nel chiostro del Comune, magari con un maxischermo: "So che va molto di moda fare le riunioni in streaming ma con uno sforzo di fantasia - dice rivolgendosi al presidente Iaccarino - avrebbe potuto trovare una soluzione adeguata". E poi la valutazione - negativa - sulla gestione dell'emergenza da parte di Landella: "Non aver fatto sentire la propria voce in un momento drammatico è mancato ai cittadini, e ancora di più quella del sindaco, al di là di qualche proclamo e le solite lamentose proteste". La consigliera del Pd Lia Azzarone, rivolgendosi direttamente al sindaco, si dice "dispiaciuta per come ha voluto orientare il dibattito. Il nostro odg altro non è che frutto di tutte quelle proposte che noi nel corso di questi mesi abbiamo provato pure a dare all'amministrazione e al sindaco. Abbiamo provato in tutti i modi a collaborare ma, evidentemente, non erano di gradimento e sono state archiviate".

RITROVATE ARMONIE - I Fratelli d'Italia sono più teneri con il sindaco Franco Landella. Bruno Longo non proferisce parola. Francesco D'Emilio promuove le "intuizioni positive" dell'amministrazione in questi mesi, e il capogruppo Gino Fusco è uno dei main sponsor e ringrazia il sindaco: "È stato un uomo solo e ha combattuto contro tutto e tutti. Chi non fa niente non sbaglia e se ha sbagliato lo ha fatto in buona fede, e io mi congratulo con lui per tutto quello che ha fatto". Sembrano acqua passata anche le frizioni tra il presidente del Consiglio Comunale Leonardo Iaccarino e il sindaco Franco Landella che hanno ristabilito un rispettoso rapporto istituzionale, con particolare riguardo reciproco e scambi di cortesia.

IL BELLO DELLA DIRETTA -Il primo consiglio comunale sulla piattaforma Zoom si è svolto in un clima pressoché informale, per così dire casual. La modalità provoca qualche imbarazzo. Telefoni che squillano, microfoni aperti, eco, distorsioni, cani che abbaiano o connessioni ondivaghe sono gli effetti collaterali, ma almeno gli interventi non si accavallano. 

LA SOLITUDINE DI LANDELLA - Incassata la solidarietà dei suoi, il sindaco Franco Landella si lascia andare ad uno sfogo. "Non ho avuto comprensione e un reale supporto, bastava una telefonata e non comunicati stampa che ho avuto la sensazione fossero strumentali e da propaganda elettorale, ma non costruttivi". Difende le sue scelte: "Ritengo di aver fatto il massimo, senza risparmiarmi e mettendo a repentaglio anche la salute della mia famiglia". Sulla volontà di tagliare le tasse comunali per il lockdown è netto: "Ho detto anche a livello nazionale che non me la sentivo di far pagare la Tari e la Cosap. Preferisco dichiarare dissesto, invece di chiedere soldi ai cittadini".

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