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1,7 milioni per i lavori al 'Giordano', Mainiero dà ragione a Cavaliere: "Rilievi già trasmessi alla Corte dei Conti"

L'ex consigliere comunale conferma i rilievi evidenziati dall'esponente del centrosinistra e ribadisce "la mancata o omessa adozione da parte della Giunta della proposta di deliberazione dell'ing. Belgioioso, favorevole al Comune, che evidenziava "le gravi irregolarità commesse dall'impresa esecutrice"

Ringrazio l’ing. Pippo Cavaliere per aver ricostruito con dovizia di particolari l’annosa vicenda legata al tentativo conciliativo, l’ennesimo da parte dell’amministrazione Landella, con il quale si vogliono riconoscere alla società RA.CO. srl 1 milione e 700mila euro per i lavori di ristrutturazione del Teatro Umberto Giordano”. Così il dott. Giuseppe Mainiero sulle dichiarazioni apparse in questi giorni sulla sempre viva faccenda dei lavori di ristrutturazione del teatro comunale. 

Nel ringraziarlo, evidenzio come tutti quei rilievi per tempo siano già stati trasmessi non solo alla Corte di Conti, ma anche alla Procura della Repubblica, in ragione dei rilievi penali, da accertare, in cui la vicenda potrebbe incorrere“, precisa Mainiero.

“Ricordo - continua l’ex Consigliere, - una su tutte, la mancata adozione, o omessa se si preferisce, da parte della Giunta Landella della proposta di delibera di Giunta che il servizio lavori pubblici del Comune di Foggia ha trasmesso all’attenzione della Giunta Comunale, nonché la proposta di deliberazione n. 43 del 19.02.2015, con cui si propone di prendere atto della relazione a firma del dirigente del servizio LL.PP., ing. Potito Belgioioso, del 27.01.2015 prot. n. 7426, in cui quest’ultimo ha evidenziato le gravi irregolarità commesse dall’impresa esecutrice, tra cui il ritardo con cui sono state completate le opere, nonché le anomalie riguardanti il collaudo tecnico a firma dell’ing. Francesco Rocco, e con cui si conferma che l’impresa RACO è debitrice nei confronti del Comune di Foggia dell’importo di € 361.488,66 “.

“Nella suddetta relazione, a firma del dirigente del servizio LLPP, ing. Potito Belgioioso, - continua l’ex consigliere comunale - viene confermata, ancora una volta, l’inammissibilità a norma di legge delle riserve esplicitate dall’impresa sul conto finale; la suddetta deliberazione contiene pertanto elementi che potranno risultare dirimenti ai fini della definizione del contenzioso in corso tra il Comune di Foggia e l’impresa appaltatrice.

La mancata, o omessa, adozione da parte della giunta comunale ha consentito al ricorrente (RA.CO. srl), come risulta agli atti del contenzioso, di appellarsi all'art 141 comma 3 del codice degli appalti d.lgs 163/2006, in base al quale il collaudo redatto dall’ing. Rocco può intendersi tacitamente approvato. In altre parole, in presenza di due atti di collaudo, il primo favorevole all’amministrazione (a firma dell'ing. Apollo) ed il successivo favorevole all'appaltatore (a firma dell'ing. Rocco), in ragione della mancata adozione della suddetta proposta di deliberazione n 43 del 19.02.2015, avrebbe portato, il condizionale è d’obbligo, di fatto e di diritto, alla tacita approvazione del collaudo favorevole all'appaltatore, creando così i presupposti per l'emanazione da parte del Tribunale di Foggia del decreto ingiuntivo n.1631/18, con cui si condanna il Comune di Foggia al pagamento della somma di € 2.522.191,74. Ma i fatti non stanno esattamente così come si vedrà.

Sono state espresse alle competenti Autorità Giudiziarie, infine, non poche riserve e perplessità sulle conclusioni cui giunge la CTU nel giudizio civile segnato al n. 5895/2014 R.G. relativamente alle riserve esplicitate dall’appaltatore, che, a parere del dirigente del settore LL.PP., per le motivazioni riportate nella sua relazione del 27.01.2015 prot. n.7426, tutte infondate in linea di fatto e di diritto e pertanto inammissibili ed irricevibili, come concludeva l’ing. Belgioso.

Quello che invece suggerisco all’ing. Pippo Cavaliere, se proprio si vuole essere incisivi, è la reiterazione della mia interrogazione, alla quale non vi è mai stata risposta.

Infatti, il decreto ingiuntivo n.1631/18, con cui si condanna il Comune di Foggia al pagamento della somma di € 2.522.191,74, che renderebbe certamente interessante e conveniente la “proposta conciliativa predisposta dall’Amministrazione Landella, che propone – quasi salvatore della patria - una “transazione di € 1.700.000,00, ha un difetto originario: quello di “poggiare“  su una circostanza assolutamente falsa che il Comune di Foggia avrebbe dovuto respingere, cosa che evidentemente non è accaduta.

Ci spieghiamo meglio. Il decreto ingiuntivo in questione muove la sua legittimità in ragione della circostanza che la società RA.CO srl eccepisce al Giudice l’efficacia del collaudo dell’ing. Rocco che la vede creditrice del Comune di Foggia per oltre € 2.500.000,00. Peccato che non sia vero!

La pretesa della RA.CO.SRL poggia su una circostanza assolutamente non vera. La decorrenza del termine che spiegherebbe l’efficacia del collaudo, ovvero trascorsi 2 (DUE) anni dal deposito del collaudo dell’ing. Rocco, che di fatto non sono mai decorsi. La mancata decorrenza del termine si giustifica col fatto che quel termine non è mai iniziato.

Nonostante la mancata, o omessa, adozione da parte della Giunta della proposta di deliberazione n. 43 del 19.02.2015, l’ing. Belgioioso con atto formale, e nella qualità di dirigente dell'Ente, ha comunque respinto il Collaudo dell’ing. Rocco, impedendo di fatto, e di diritto, la sua efficacia!

Infatti, preliminarmente alla formulazione della proposta di deliberazione n.  43, in data 02/12/2014 l’ing. Belgioioso, a mezzo PEC del Servizio Lavori Pubblici del Comune di Foggia, restituiva, respingendolo, all’ing Rocco il collaudo, concludendo la comunicazione con la chiosa “[…] in quanto non conforme alle norme di legge.”.

Ecco perché, dalle parti dell’amministrazione del Comune di Foggia, qualcuno dovrebbe dare qualche spiegazione, chiedendo, ad esempio, all’ing. Nembrotte Antonio (arbitro nominato a rappresentare il Comune di Foggia nell’arbitrato con la Società RA.CO srl) se queste circostanze siano state a lui trasmesse per consentire un’adeguata difesa del Comune di Foggia! “

Anche questi interrogativi sono stati trasmessi dal sottoscritto – conclude Mainiero – alla Procura presso il Tribunale di Foggia, in attesa che si faccia luce”.

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