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Comune di Foggia, la maggioranza è rotta: Iaccarino 'gliela giura' a Landella, feroce lite tra Di Pasqua e Di Mauro

Violenta litigata questa mattina tra i consiglieri di Forza Italia presso le commissioni consiliari. L'alterco si inserirebbe nella più generale frattura in corso tra sindaco e presidente del consiglio comunale, che starebbe "raccogliendo" consiglieri

Non c’è pace per le commissioni consiliari del Comune di Foggia. Dopo l’irruzione di un soggetto contiguo alla mafia foggiana che pretendeva di parlare con un ex assessore, mega litigata al cardiopalma questa mattina tra i consiglieri comunali di Forza Italia Consalvo di Pasqua e Raffaele Di Mauro. Chi ha assistito, “è rimasto attonito", racconta. Ma cosa ha portato due protagonisti della politica comunale, noti per la loro moderazione, ad infiammarsi così tanto, dando “spettacolo”? “Gossip, parva materia” replica qualcuno, lasciando intendere trattasi di argomenti “personali”, privi di valenza e spessore politico. Sta di fatto che l’alterco ha lasciato attoniti i presenti. E pare vada ad inserirsi nella più generale frattura in corso al Comune di Foggia all’interno di Forza Italia e nella maggioranza di centrodestra, divisa ormai in due fazioni l’un contro l’altra armate: quella ‘capeggiata’ dal sindaco, Franco Landella, e quella che sta mettendo su il presidente del consiglio comunale, Leonardo Iaccarino, che al sindaco “gliela avrebbe giurata”.  Lo chiamano il “gruppo dei consiglieri”, coloro i quali “non accettano più l’intromissione di Landella in tutte i settori della vita pubblica comunale”, stanchi “dello strapotere della famiglia” come la definiscono, che riportano anche duri confronti faccia a faccia tra Iaccarino e la moglie del sindaco, Daniela Di Donna. Ma non ci sarebbe solo questo alla base della rottura.

Il Consorzio Asi. E’ lì che si gioca l’ulteriore braccio di ferro tra i due. La partita per la presidenza all’ex sindacalista Giulio Colecchia (come già raccontato su queste colonne) sarebbe ormai in dirittura d’arrivo. Nei prossimi giorni dovrebbe riunirsi l’assemblea dei soci per il rinnovo del cda. Con tutta probabilità prima della pausa natalizia il presidente della Regione, Michele Emiliano, firmerà il decreto di nomina che metterà fine al commissariamento di Santi Giuffrè. Colecchia, proposta di Landella, avrebbe incontrato il placet del centrosinistra e delle organizzazioni economiche, ciascuno dei quali occuperà una casella in seno al cda: il fido Emilio Paglialonga per il Pd-Confapi, Fabio Porreca per Camera di Commercio-Provincia, Confindustria (uscente è Boschetti), per il Comune di Foggia dovrebbe entrare Confartigianato Imprese ed è su questo accordo che si innesterebbe la contrarietà di Iaccarino, intenzionato a mettere dentro l’ente Comune, a cui spetterebbe la postazione. Le partite che vanno ad aprirsi nel Consorzio, d’altronde, sono strategiche e milionarie, “il consiglio comunale deve esserci” andrebbe ripetendo ai suoi, “Landella non può fare accordi senza di noi”.

La frattura sarebbe irreversibile al punto che il sindaco avrebbe dato mandato ai suoi di sondare il terreno per verificare l’esistenza di possibili numeri per sfiduciare il presidente del consiglio comunale; di contro, Iaccarino, gli avrebbe fatto intendere che per mandare a casa lui, Landella, ne servirebbero molti di meno.

I ferri sono cortissimi e roventi. Ed in questo tutto contro tutti e chiacchiericci vari si inserirebbe anche la violenta litigata di questa mattina tra Di Mauro e Di Pasqua. Interpellato il presidente del consiglio comunale, preferisce non rilasciare dichiarazioni. Ma sarebbe ormai di dominio pubblico nella casa comunale l’asse che andrebbe formandosi tra Iaccarino, Luigi Fusco, Alfonso Fiore, Bruno Longo, contro i Landelliani (capeggiati dal fido Di Pasqua). Lo stesso Longo – che veleggia verso Fratelli d’Italia, con cui dovrebbe candidarsi alla regionali - è nel pieno di uno scontro col primo cittadino sul posto in giunta del genero, Claudio Amorese. E Iaccarino gli sarebbe già andato in soccorso, blindando l’assessore. Insomma, fuoco e fiamme e fazioni che si confronteranno duramente anche alle prossime elezioni regionali. L’attività amministrativa rischia di risentirne e di impantanarsi.

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