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Ciclo rifiuti in Capitanata, impianto compostaggio a San Severo: le perplessità della Cgil

Dichiarazione del segretario generale della Cgil di Foggia, Maurizio Carmeno e della coordinatrice della Camera del Lavoro di San Severo, Angela Villani

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

In riferimento all’annosa problematica dello smaltimento dei rifiuti in Capitanata occorre fare chiarezza su alcuni dei nodi, causa di gravissimi ritardi rispetto ad altre realtà del nostro Paese. La materia va inquadrata nel rispetto di alcuni principi fondamentali quali la salvaguardia dell’ambiente e il riciclo dei rifiuti affinché  si costruisca una filiera virtuosa che produca occupazione e riutilizzo dei materiali di scarto. Tali obiettivi possono essere raggiunti solo se si attiva una buona raccolta differenziata diffusa. Attualmente solo in alcuni Comuni della provincia si sono raggiunte percentuali apprezzabili di raccolta differenziata ma del tutto insufficienti per raggiungere i traguardi programmati dall’Unione Europea entro il 2018.

Ad esempio nella città di Foggia il 90% dei rifiuti va in discarica con gravosi costi per i cittadini. La Regione Puglia ha riorganizzato il settore per imprimere un impulso ad un corretto ciclo dei rifiuti e per evitare di incorrere in sanzioni da parte della Comunità Europea. Infatti nell’agosto u.s. ha varato un piano per dotare di impianti di compostaggio di prossimità i territori pugliesi che indica per la Capitanata una previsione di smaltimento di rifiuti organici per 10 mila tonnellate a Cerignola, 20 mila tonnellate a San Severo e 30 mila tonnellate a Manfredonia. Gli impianti di prossimità programmati vanno ad integrare quelli già esistenti a Lucera e Sant’Agata di Puglia. La stessa Regione indica nella propria programmazione che gli impianti devono essere prioritariamente a gestione pubblica.

Tanto si rende necessario per una maggiore tutela dei cittadini sulla provenienza e composizione dei rifiuti considerato che nel settore sono stati molteplici gli episodi di traffici illeciti e tenuto conto che il servizio è finanziato interamente dai cittadini attraverso la TARI. In questi giorni, infine, siamo venuti a conoscenza che a San Severo con delibera di Giunta di luglio 2016, si è decisa la installazione di un impianto di compostaggio per 60 mila tonnellate di rifiuti organici da trattare e che tale impianto verrebbe collocato in prossimità della SS.16 presso l’ex SAFAB.

Immediatamente abbiamo fatto seguire una richiesta di incontro al Sindaco di San Severo, ad oggi rimasta inevasa, affinché venissero chiarite alcune incongruità da noi rilevate e per altro condivise da molti cittadini di san Severo. Le perplessità riguardano principalmente la localizzazione e il dimensionamento dell’impianto nonché la gestione. Non vi è dubbio sul fatto che i rifiuti organici rappresentino valore aggiunto una volta in cui vengano trasformati in concime organico ed utilizzati dagli agricoltori. Abbiamo, invece, seri dubbi sul sistema che si vuole mettere in atto per la loro produzione. La provincia di Foggia ha un carico di rifiuti organici quantificati in circa 80 mila tonnellate annue.

L’impianto di San Severo, se fosse dimensionato come previsto dal progetto, dovrebbe accogliere i due terzi dei rifiuti della provincia a meno che non si intenda veicolare rifiuti organici da altre province della Puglia o da altre Regioni. In questo caso si correrebbe il rischio di sovraesporre il territorio di San Severo e di rendere inutili gli impianti di compostaggio programmati dalla Regione venendo meno al principio di prossimità, cioè la localizzazione dell’impianto vicino al territorio che produce i rifiuti.

Dobbiamo, infine, assolutamente evitare di affrontare tali problematiche in una logica localistica, parziale ma inquadrarla in un contesto generale e programmatico. Non possiamo parlare di scelte a San Severo che non siano inquadrate e in armonia con il contesto provinciale e regionale.  Infine, la gestione del suddetto impianto verrebbe assegnata a privati che finanziati dalle tasse dei cittadini del territorio si assicurerebbero un lauto profitto.

Viene, pertanto, da domandarsi: ma perché gli introiti del trattamento dei rifiuti non possono servire ad abbassare la tassazione comunale sui rifiuti dei cittadini attraverso una gestione pubblica? E perché estendendo la raccolta differenziata non si attiva il riciclo del vetro e della plastica, come accade in alcune realtà anche della Puglia?

Restiamo in attesa di un confronto con l’Amministrazione Comunale e ci impegneremo a promuovere le nostre proposte nelle prossime settimane con iniziative pubbliche e di confronto con la cittadinanza sulle scelte locali e sulla gestione generale del ciclo dei rifiuti.

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