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Cerignola, dopo lo scioglimento per mafia i commissari parlano alla città: "Basta polemiche, stiamo restituendo legalità"

Sia, palasport, teatro, villa comunale: il prefetto Umberto Postiglione con i commissari Adriana Sabato e Michele Albertini tracciano un bilancio del lavoro finora svolto ed esortano ad abbassare i toni della polemica politica

A due mesi dallo scioglimento per mafia del Consiglio Comunale di Cerignola, i commissari straordinari – il prefetto Umberto Postiglione con i colleghi commissari Adriana Sabato e Michele Albertini – tracciano un bilancio del lavoro finora svolto ed esortano ad abbassare i toni della polemica politica.

Quasi in risposta alle strisce di informazione del già sindaco Franco Metta (che, puntata dopo puntata, passa in rassegna le contestazioni mosse dalla commissione antimafia), i commissari hanno affrontato le varie criticità riscontrate, a cui bisogna far fronte per riportare la macchina amministrativa, e la vita dell’interno Comune, nel novero della regolarità. Della normalità.

Si è parlato innanzitutto di Sia, la società che si occupa dei rifiuti, ormai al capolinea. “Ci sono quasi 30 milioni debiti. Non c’è nessuna possibilità di ripresa”. Con i sindaci dei cinque comuni consorziati, spiegano ancora i commissari, è stato assicurato il servizio e il lavoro dei dipendenti (che hanno già percepito lo stipendio di novembre e la tredicesima). Da domani, però, resteranno fermi una decina di mezzi perché la SIA non può pagarli.

Passati in rassegna, tra gli altri, i capitoli relativi al nuovo palasport cittadino, cui però manca l’agibilità (“Le questioni di sicurezza sono importanti, non si possono aggirare, non andava aperto”, tagliano corto i commissari) e quello relativo al teatro, anche questo non agibile perché il tetto non è rispondente ai criteri antincendio (servono 170mila euro per ottemperare agli obblighi di sicurezza). Sulla questione villa comunale, invece, i commissari precisano che non potevano richiamare la ditta che si occupava della manutenzione del verde, poiché finita all’attenzione della commissione di accesso agli atti. “La gara è in corso. C’è tempo fino a gennaio. Speriamo che qualcuno si faccia avanti”. Poi la stoccata finale: "Non si può governare una città a suon di proroghe".

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