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La fabbrica della morte verso la bonifica: se ne occuperà L’Istituto Poligrafico

E' quanto riferito dal Ministero dell'Ambiente al deputato di 'Alternativa Libera' Samuele Segoni, che assicura: "Vigileremo affinché dalle parole si proceda ai fatti"

L’Istituto Poligrafico sosterrà le spese necessarie alle attività propedeutiche della bonifica (fermo restando il diritto di rivalsa nei confronti dei responsabili di inquinamento) e presto la Prefettura di Foggia indirà una conferenza dei servizi al fine di individuare le competenze e il percorso necessario per il risanamento del sito”. E’ questa la risposta del Ministero dell’Ambiente all’interrogazione presentata lo scorso 10 settembre dall’on. Samuele Segoni, deputato di Alternativa Libera, che chiedeva chiarimenti sull’avvenuta bonifica dell’area su cui giaceva una fabbrica segreta in cui si producevano gas chimici di iprite e fosgene durante la seconda guerra mondiale, zona recentemente sequestrata per la presenza di amianto allo stato friabile.

“Quella di oggi è una straordinaria notizia ed è un bene che la situazione si sia sbloccata grazie al nostro intervento, in settanta anni non è stata fatta alcuna bonifica e l’area versa in uno stato di totale abbandono mettendo a rischio la salute di tutta la collettività, vigileremo affinché dalle parole si proceda con i fatti” dichiara Samuele Segoni.

Si legge nella risposta del Ministero a Segoni: “L’area di pertinenza dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato di Foggia, già centro chimico militare ex stabilimento dr. Saronio, in esecuzione di apposito decreto emesso dal GIP del Tribunale di Foggia, in data 8 giugno 20009 è stata sottoposta a sequestro perché apparentemente adibita a deposito di rottami metallici e di inerti contenenti amianto in stato friabile”.

E ancora: “Successivi sopralluoghi effettuati da consulenti tecnici nominati dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno consentito di appurare non solo la presenza del centro chimico ma anche il presumibile “tombamento” di tutte le strutture dello stabilimento che produceva iprite e fosgene per le necessità belliche”

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