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Di Battista tira la volata al 'no' e infiamma la piazza: “Hanno paura di noi, stiamo crescendo”

Alessandro Di Battista tira la volata al 'no' in occasione del referendum del 4 dicembre 2016 sulla riforma costituzionale. Su Renzi: "Borioso, arrogante e che si crede pure bello"

"Quella che ci stanno proponendo è una riforma tossica". Alessandro Di Battista, deputato del Movimento 5 Stelle, arriva a Foggia. In treno. È il #iodicono treno tour partito da Aosta l'11 novembre scorso e che sta girando l'Italia per raccontare ai cittadini la "truffa" della riforma costituzionale. Con lui, sul palco, i parlamentari cinquestelle e consiglieri regionali e comunali. Carlo Sibilia, Giuseppe Brescia, Andrea Cecconi, Chiara Di Benedetto, Luigi Gallo, Giulia Grillo, Giuseppe L’Abbate, Dalila Nesci, Antonella Laricchia, Rosa Barone, Gianni Fiore. Ad accoglierli una piazza Cesare Battista che si riempie di sostenitori e curiosi di minuto in minuto. Esponenti di altri partiti si affacciano, per curiosità: "non c'è niente da fare. Tirano". 

Ed è vero, "tirano", perché la gente si accalca, riprende, si aggrappa al giubbotto di Dibba, reclama attenzione e selfie, vuol raccontare i propri problemi quotidiani. Ma ciò che conterà saranno i voti che finiranno nelle urne. Perché il referendum è consultivo, senza necessità di quorum. Ed è lì che dovrà primeggiare il no.

"Per qualsiasi cittadino italiano, a prescindere dal colore politico, non c’è voto più importante di quello del 4 dicembre. - ha esordito la consigliera regionale foggiana del Movimento 5 Stelle, Rosa Barone – Questa è una riforma che non aggiunge un solo diritto piuttosto ne sottrae, in aperta contraddizione con quanto scritto nell'art. 1 Cost. secondo cui la sovranità appartiene al popolo".  

Le fa eco Giuseppe Brescia, appena rientrato dalla tappa a Mosca del "NoWorldTour", il tour per il "No" che il M5S ha organizzato per gli italiani all'esterno: "in un paese con 10 milioni di poveri e il 65% di disoccupazione - ha detto - l'unica preoccupazione di questo Governo è quella di andare a toccare i diritti fondamentali dei cittadini" e in merito ad alcune modifiche previste dalla riforma costituzionale, come l'aumento da 50.000 a 150.000 delle firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare: "possibile che per questo governo siano queste le priorità del paese in questo momento storico?".

Di Battista a Foggia: le foto

Calca la mano il deputato polignanese Giuseppe L'Abbate: "Possiamo ancora fidarci di un Presidente del consiglio che dal giorno del suo insediamento ha ripetutamente mentito al popolo italiano? Possiamo fidarci di una persona che l'altro ieri ha votato nella delega fiscale una norma che obbligherà tutte le aziende agricole a fare la dichiarazione IVA trimestrale anziché annuale come è stato finora, soltanto perché una associazione di categoria si è schierata in favore del "Sì" al referendum. E' necessario opporsi aduna riforma che creerebbe un parlamento costituito per il 70% da persone scelte dai partiti e non dai cittadini che hanno il sacrosanto diritto di scegliere i propri rappresentanti. Con un "no" il 4 dicembre - ha concluso - abbiamo finalmente la possibilità di mandare a casa Renzi."

Poche battute ciascuno, bisogna lasciare lo spazio a Di Battista e poi correre a Bari. La piazza lo reclama e lo acclama. "Non credo ci sia un solo cittadino oggi che può dire di stare meglio grazie alle politiche di Renzi. Soprattutto al Sud" affonda Di Battista. "Fanno leva sulla disperazione della gente, c'è una povera drammatica, e fingono di voler cambiare, di voler fare qualcosa. Ma questa è una riforma tossica. Non è vero che il Senato non conterà più nulla. Toglieranno solo il potere decisionale dalle mani dei cittadini per trasferirlo ai partiti".

Un esempio? "Noi chiediamo tre cose: abolizione della immunità parlamentare, dimissioni in caso di cambio di partito e referendum propositivo per abolire i vitalizi. Queste tre proposte di modifica costituzionale dovranno ricevere l'ok anche del nuovo Senato. Ma voi ce li vedete i nuovi senatori a votare sì?". E giù con la differenza tra loro, il Movimento 5 Stelle, che "è cresciuto", e loro, i partiti, i parlamentari vecchia guardia.

"Vedo i carabinieri lì in fondo. Sono tranquilli” saluta Di Battista. “Potrebbero anche non esserci, andare a prendere i ladri altrove. Perché sicuramente i ladri non sono in questa piazza". E l'attacco ai media. "Tre giorni fa c'è stata una richiesta d'arresto per un deputato di Forza Italia, non una riga. Ma fa notizia un congiuntivo sbagliato da Di Battista".

"La verità è che hanno paura di noi, noi stiamo crescendo – conclude - hanno messo in conto che prima o poi andremo al governo ed è per questo che ora fa paura quella legge elettorale sulla quale lo stesso Renzi ci ha messo la faccia. L'aveva definita la legge migliore del mondo, l'Italicum, ed ora vuole cambiarla solo perché potrebbe favorire i cinquestelle". A casa, insomma, in premier definito "borioso, arrogante e che si crede pure bello". La piazza esplode in una risata. Di Battista saluta e scappa via. Direzione Bari. Sabato a Foggia è atteso Matteo Renzi. 

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