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Don Uva, Di Giuseppe e Di Muzio: “Pagina di virtuosa che continua”

Di seguito, una nota congiunta del coordinamento provinciale Franco Di Giuseppe e cittadino del Nuovo Centrodestra-Area Popolare Biagio Di Muzio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FoggiaToday

“Abbiamo seguito con grande apprensione le vicende e l’evoluzione delle trattative per il salvataggio della Casa della Divina Provvidenza e la tutela degli attuali livelli occupazionali nelle strutture dell’Opera Don Uva operanti tra Foggia, Bisceglie e Potenza, per le ripercussioni sia sul piano sociale – il nostro territorio non potrebbe permettersi un ulteriore, drammatico fallimento, che getterebbe nella disperazione 1600 famiglie – che sanitario, essendo da decenni le strutture stesse un riferimento imprescindibile per professionalità, qualità e quantità di prestazioni e servizi erogati, per un’assistenza di assoluta eccellenza che rappresenta il fiore all’occhiello di una comunità attenta agli ultimi e alle persone bisognose non solo di cure adeguate ma anche e soprattutto di umanità, calore e solidarietà.

L’impegno e il coinvolgimento diretto, poi, in un’impresa tanto delicata quanto sentita come doverosa e necessaria, di imprenditori locali con una consolidata esperienza da portare in dote ha costituito per noi un importante valore aggiunto e una garanzia importante di una precisa volontà di continuità e rilancio, non di smantellamento e smembramento, che alla fine ha convinto sia le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali di categoria e le RSA interne,  il commissario straordinario dell’Ente, avv. Bartolomeo Cozzoli, e il Ministero dello Sviluppo Economico.

L’auspicio è che quindi si chiuda in fretta l’iter procedurale previsto, si mantenga fede agli impegni assunti e che si apra finalmente una nuova pagina per il Don Uva, all’insegna della continuità con il servizio alla comunità, e della marcata discontinuità invece con gli errori e le opacità amministrative che hanno portato l’Ente sull’orlo del baratro. Salvando non solo una storia che rappresenta una delle pagine più belle del welfare locale, ma traghettandola verso un futuro che è già presente, perché i cambiamenti demografici in atto, l’allungamento della vita media e la parallela necessità di confrontarsi con malattie croniche, solitudine e lunghe riabilitazioni rendono sempre più indispensabile un Don Uva non solo funzionale e pienamente operativo, ma in grado di soddisfare al meglio una domanda di salute e umanità sempre crescente”.

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