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Verifica politica, Mongelli stretto nella morsa della maggioranza

Verso il rinvio del voto al piano di risanamento. Per la nuova giunta circolano i nomi di Daniela Marcone, Rita Amatore e Leonardo Pietrocola. Pasquale Pellegrino tenta la poltrona che fu di Lambresa

Potrebbe pensarci lo stesso regolamento comunale domani a togliere le castagne dal fuoco al sindaco Mongelli, rinviando (seppur di poco) la conta nella sua spaccatissima maggioranza. Il voto finale al piano "plausibile" di risanamento richiesto dalla Corte dei Conti  potrebbe, infatti, essere aggiornato ad una settimana per permettere ai revisori dei conti di esprimere un parere al pesantissimo documento finanziario che prevede di recuperare in tempi strettissimi qualcosa come 45 milioni di euro, cruciali per buttarsi definitivamente alle spalle lo spettro del dissesto. Redatto a 4 mani (ed è questa la critica mossa al sindaco dai consiglieri) con il solo responsabile dell'ufficio finanziario, Carlo Di Cesare, e chiuso al fotofinish la settimana  scorsa, il piano è entrato nelle disponibilità dell'organo collegiale solo un paio di giorni fa. E' chiaro che l'eventuale slittamento del voto darebbe ossigeno al sindaco, stretto tra il pressing dei frondisti e i veti dei partiti maggiori circa la formazione del nuovo esecutivo che, a 4 mesi dall'apertura della verifica politica, naviga ancora in alto mare.

In particolare, Mep, Sel, l'indipendente Sisbarra e l'Areadem Clemente sono stati serafici: Mongelli dovrà annunciare l'azzeramento dell'attuale giunta prima del voto alla manovra. E assumere l'impegno a formarne una nuova in tempi brevissimi. In caso contrario, i 5 sono pronti ad astenersi. Il che salverebbe comunque il piano (che resta blindato, anche perché non si può rischiare una sua bocciatura) ma darebbe un segnale politico fortissimo dal momento che ufficializzerebbe la spaccatura nella coalizione di centrosinistra che governa Palazzo di Città e toglierebbe al sindaco la maggioranza assoluta.

In corso Garibaldi la tensione resta altissima. E' chiaro che Mongelli utilizzerà i giorni che lo separano dal voto per tentare l'ennesima mediazione. Ma dall'impasse è deciso – finalmente - ad uscire: "utilizzerò – dice - tutti gli strumenti che mi sono conferiti dalla legge e che permettono ad un sindaco di scegliersi la squadra più idonea per restituire forza e slancio all'azione amministrativa".

Tradotto: è pronto a liberarsi dalla morsa dei partiti maggiori azzerando tutto. Il che permetterebbe di evitare la conta dei bocciati e dei promossi (così come Pd, socialisti e Udcap chiedevano) e, altresì, di portare allo scoperto le reali intenzioni dei partiti più grandi che, in teoria, si sono sempre dichiarati disponibili a fare un passo indietro, ciascuno su un assessore (i non eletti); nei fatti, però, quel passo non lo hanno mai compiuto.

Il Pd avrebbe anche avviato un ragionamento per blindare l'assessore alla Qualità amministrativa Angelo Castelluccio (anch'egli non eletto) e sostituire solo il secondo non eletto, Luigi Fiore (assessore all'Urbanistica), con il presidente del consiglio comunale, Raffaele Piemontese, che lo stesso sindaco - dopo il no di Francesco Boccia - vorrebbe dentro. Ma il giovane Pd non sarebbe disposto ad entrare nell'esecutivo, non senza - pare di capire - un ragionamento di spessore sul nuovo esecutivo ed un rilancio a 360 gradi della macchina comunale (che dovrebbe includere anche tecnostruttura ed aziende comunali).

I socialisti continuano, invece, a volersi tener stretto l'assessorato ai Lavori Pubblici retto da Vinicio Di Gioia. Unica forza più propensa al ricambio, ma limitato, l'Unione di Capitanata, disposta a sacrificare l'assessore alla Pubblica Istruzione Matteo Morlino per sostituirlo con il consigliere Enzo Perulli. Mongelli, invece, dal canto suo vorrebbe innesti di forze fresche dall'esterno, di tecnici. Soprattutto di donne (almeno 4), a maggior ragione oggi che la liaison con l'ex vicesindaco Lucia Lambresa è definitivamente compromessa ("Mi pare che alcune dichiarazioni della signora Lambresa ci allontanino definitivamente" dichiara il primo cittadino).

Tra i nomi che circolano, quelli di Daniela Marcone (referente di Libera, potrebbe andare alla Legalità) e di Rita Amatore. Indiscrezioni anche su Leonardo Pietrocola, geometra, ai Lavori Pubblici. Bisogna che operi uno scatto di reni Mongelli, di quello forti, invocati da tempo. Dovrà scegliere anche un adeguato assessore alla Cultura, dopo il vuoto lasciato dal compianto Laricchiuta e, a questo punto, le deleghe della Lambresa (Annona, Polizia Municipale). Nonché conferire l'incarico di vicesindaco, scranno per cui sarebbe già in corsa da tempo l'assessore Pasquale Pellegrino. E' la fase più delicata della consiliatura.

La manovra redatta dagli uffici finanziari ammonta a 65milioni di euro su 45 richiesti dalla Corte dei Conti. 20 milioni si proverà a drenarli da un progetto riguardante terreni di Borgo Incoronata dove insiste oggi, abusivamente, una cooperativa. Sui quei terreni (dietro approvazione di una variante urbanistica) potrebbe sorgere un mega centro direzionale, spiega Carlo Di Cesare, "mente" del piano. Questo nelle idee.

Bisognerà che passino al vaglio del consiglio. E non è scontato il via libera al più "indigesto" dei capitoli (le varianti, appunto). La manovra fa leva soprattutto sul capitolo alienazioni, recupero tributario per 8milioni e mezzo di euro (3 milioni da Gema) e cessione del 40% delle quote di Ataf. Mentre ha sollevato una levata di scudi da parte dei consiglieri il tentativo di ridurre i costi della politica per 600mila euro con la decimazione delle riunioni di commissione. Proposta immediatamente rettificata.


 

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