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Da ex detenuto ad attore, la testimonianza di Salvatore Striano nel carcere di Foggia

Teatro pieno, applausi spontanei e il messaggio dello scrittore e attore ai reclusi: “Noi siamo leader delle cause sbagliate e dobbiamo solo imparare a usare l’energia in positivo: non abbiate paura di lasciare l’arma e sposare un’altra causa, positiva”

Teatro pieno, applausi spontanei, domande e tante risate. È stato un successo l’incontro dello scorso 17 marzo nel carcere di Foggia con Salvatore Striano. L ’attore, già protagonista dei film “Gomorra” di Matteo Garrone e “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, ha presentato ai detenuti il libro “La tempesta di Sasà”.

La visita foggiana di Striano, iniziata in mattinata al liceo psicopedagogico “C. Poerio” di Foggia, è proseguita nel pomeriggio nellaCasa Circondariale, grazie all’organizzazione dell’Ass. Leggo Quindi Sono, con la collaborazione del CSV Foggia e la partecipazione del Centro Studi Diomede di Castelluccio dei Sauri.

“Questo romanzo – ha detto Elisabetta de Palma durante la presentazione dell’autore – è la storia di una vita salvata da Shakespeare e dall’amore per i libri. La ‘Tempesta di Sasà’ narra gli anni nel carcere romano, dopo l’arresto in Spagna. Qui, recitando nel dramma shakespeariano, Striano ha fatto l’incontro che gli avrebbe salvato la vita”. Incontro che l’autore ha raccontato in modo simpatico ma profondo ai detenuti della Casa Circondariale di Foggia, che gli hanno chiesto dalla platea come possano cambiare il carcere e la vita dopo la detenzione.

“La riforma penitenziaria deve partire dai detenuti, che devono ritrovare alcuni principi – ha detto l’attore -  io sono stato arrestato la prima volta nel 1984 e allora in carcere c’era più fratellanza, rispetto. Valori che, invece, non ho trovato nel corso dell’ultima carcerazione. Il carcere deve essere l’eccezione, può capitare ma non può essere la vita. Anche perché, quando si esce, non c’è più niente: dopo cinque anni di galera trovi il mondo al contrario. Si può cambiare, scegliere di fare mille lavoretti, prendere una bagnarola e vendere le bibite allo stadio: una sorta di ‘reddito di cittadinanza ambulante’ e non fare l’ennesima rapina, che non porta a nulla se non alla cella. Io ho capito sulla mia pelle che la vita che stavo facendo non mi avrebbe portato da nessuna parte e che è possibile togliersi di mezzo, lasciare il mondo criminale. Non sono mai stato minacciato da nessuno, per questa mia scelta e nel mio quartiere, a Napoli, tutti mi vogliono bene. Noi – ha detto Striano – siamo leader delle cause sbagliate e dobbiamo solo imparare a usare l’energia in positivo, non abbiate paura di lasciare l’arma e sposare un’altra causa, positiva”.

Una lunga parte dell’intervento dell’autore è stata dedicata al mondo del volontariato, introdotto da Roberto Lavanna, direttore del CSV Foggia, che ha spiegato ai presenti l’impegno del Centro di Servizio, sempre accanto alle associazioni, nella promozione delle proprie attività. “Chi porta cultura, come i volontari qui presenti – ha detto Striano – deve avere la precedenza. Qui potete decidere se prendere un bus nuovo oppure continuare a procedere in direzione della tempesta. Il carcere lo potete cambiare voi detenuti, grazie al dialogo con le guardie penitenziarie, proprio attraverso il collante dei volontari che vengono qui regolarmente”.

“Gli incontri con gli scrittori proseguiranno nel mese di aprile – spiega Annalisa Graziano, responsabile della comunicazione e della promozione del volontariato penitenziario del CSV – grazie alla collaborazione con Leggo Quindi Sono e la libreria Ubik e al sostegno della Fondazione Banca del Monte di Foggia. Venerdì 7 aprile è in programma l’appuntamento con Mila Venturini, autrice di ‘Londra per famiglie’ e il 28 aprile quello con Roberto Delogu e il suo ‘L'amore come le meduse’. Intanto, proseguono il progetto del gruppo di lettura in Alta Sicurezza, con Michele Paglia di Centro Studi Diomede e le attività messe in campo da associazioni e assistenti volontari, con la preziosa collaborazione del cappellano. Nell’ultimo periodo, le attività di promozione si sono consolidate e moltiplicate, grazie al supporto e alla disponibilità del Direttore e del Commissario e al sostegno dell’Area educativa e del corpo della Polizia Penitenziaria. Non era scontato, si è creata una rete solida, grazie all’apporto di ciascuno: il ponte tra esterno e interno diventa ogni giorno più solido”.

Un Ispettore, venerdì scorso, ha voluto salutare Striano con una stretta di mano e un messaggio: “Continui a portare il buon esempio negli Istituti Penitenziari, c’è bisogno di testimonianze positive”. In una dedica dell’attore al Centro di Servizi al Volontariato la promessa di un ritorno: “Al CSV, grazie di cuore e ad altri incontri. L’arte, quindi vivo. Salvatore Striano”.

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