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La Cattedrale riabbraccia i santi Guglielmo e Pellegrino, Pelvi: "L’arte è un bene di tutti"

Si è tenuta sabato la cerimonia per il ripristino della tela del XVIII sec. attribuita ad un allievo di Francesco De Mura

Sabato 14 aprile 2018, presso la Basilica Cattedrale di Foggia, si è tenuta la cerimonia di riconsegna della tela raffigurante i Santi Guglielmo e Pellegrino, dopo i lavori di restauro conservativo finanziati dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia.

In apertura di cerimonia è toccato al presidente della Fondazione, Aldo Ligustro, spiegare il senso dell'intervento in favore della Cattedrale del capoluogo: "Una delle finalità statutarie più importanti della Fondazione è la promozione e la valorizzazione del territorio in tutte le sue forme, dal paesaggio alle tradizioni, dalla storia al turismo, fino alla conservazione delle opere d'arte. Un percorso ormai ventennale che vede la Fondazione impegnata in prima linea su diversi fronti ed in tutta la provincia, un lavoro certosino che ha prodotto moltissimi risultati e che tuttavia è ben lontano dal dirsi completato: ogni anno, infatti, continuiamo ad essere letteralmente sepolti da richieste provenienti da tutta la Capitanata. Per il suo alto valore simbolico e per l'importanza del patrimonio artistico-culturale custodito, la Basilica Cattedrale di Foggia è già stata, e lo sarà anche in futuro, oggetto dei nostri interventi: tengo a ricordare il restauro della "Moltiplicazione dei pani", la grandiosa tela del De Mura conservata in Basilica, e l'organo a canne donato da questa antica istituzione, un gioiello dell'artigianato italiano realizzato interamente a mano. Un'attenzione ed una sensibilità che vengono da lontano, da chi mi ha preceduto alla guida della Fondazione - ha concluso il presidente Ligustro -, una preziosa eredità che ho intenzione di raccogliere e portare avanti nell'immediato futuro".

E' durato circa un anno il complesso intervento sull'opera d'arte attribuita ad un allievo del De Mura e datata XVIII secolo, ed è stato affidato a Leonardo Maddalena, esperto restauratore che è intervenuto durante la cerimonia di sabato con una breve ricognizione del lavoro svolto. "La tela - ha dichiarato Maddalena - attendeva da tempo un robusto intervento che ne riportasse in vita lo splendore. Il dipinto, infatti, presentava allentamenti e pieghe dovute ad una totale perdita di tensione, causate probabilmente da rotture, incastri scollati o schiodati o presumibilmente in seguito ad un imbarcamento, originato da sollecitazioni termo-igrometriche anomale del telaio. La superficie pittorica, invece, era interessata da alterazioni cromatiche non indifferenti, causate dall'utilizzo di vecchie vernici protettive e da depositi di polveri e nero fumo, mentre la evidente perdita di tonalità dei colori rappresentava una conseguenza dell’ossidazione di oli utilizzati in precedenza come ravvivanti. Non indifferenti infine - ha concluso Maddalena - erano i tagli rinvenuti sulla tela, dovuti presumibilmente ad un cedimento della stessa, e non mancavano fori di diverse dimensioni dovuti al ricollocamento del dipinto su altri supporti".

Infine i ringraziamenti dell'Arcivescovo Mons. Vincenzo Pelvi, intervenuto al termine della cerimonia di riconsegna: "I doni della Fondazione non sono solo per la Cattedrale, bensì per l’intera città, perché l’arte non appartiene a nessuno ma è un bene di tutti. In un mondo senza punti di riferimento, forse è rimasto solo il senso della bellezza, quella bellezza che solo l’arte riesce ad evocare. Si può vivere anche senza scienza e senza pane - ha concluso l'Arcivescovo - ma non senza bellezza, perché è da quest’ultima che nasce la speranza".

Il dipinto è quindi tornato nella sua collocazione storica, l'edicola sul braccio destro del transetto, quello meridionale, lateralmente alla cappella della Madonna Iconavetere.

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