La rivelazione letteraria Letizia Pezzali alla Ubik
“Il risultato finale delle relazioni umane è un affaticamento”. Questo Giulia lo appunta a ventidue anni, quando ha inizio la sua ossessione nei confronti di Michele, vent’anni più di lei. Adesso che scrive, che ricorda, è a Londra, nel cuore finanziario di Canary Wharf, sulle rive del Tamigi. E, dieci anni dopo, si chiede cosa sia, realmente, il desiderio. Lealtà di Letizia Pezzali è stato paragonato – per stile, lingua e forma – ai migliori romanzi di Milan Kundera e di Michel Houellebecq, venduto in sette paesi ancor prima della sua uscita nelle librerie italiane: rivelazione letteraria del 2018, è il quarto libro della rassegna Libri & Dialoghi che, con questa scrittrice, apre una parentesi importante sull’essenza stessa della scrittura. Venerdì 22 giugno, alle ore 19, l’autrice presenta il suo romanzo in Piazza U. Giordano, all’aperto, nello spazio antistante la Ubik, conversando con il direttore artistico della libreria, Michele Trecca.
Lealtà (Einaudi, 2018; pagine: 280). Il desiderio non si impara e non è prevedibile. Esplode, crolla o si consolida seguendo percorsi caotici, come i mercati finanziari. Eppure contiene la nostra storia. Questa, almeno, è l'esperienza di Giulia, trentaduenne che lavora a Londra in una banca d'affari, un luogo fondato su regole quasi religiose dove lei si muove lontana dalla felicità ma non a disagio. Il contesto in cui vive è particolare: molto denaro, pochissimo tempo libero, rapporti che, fatta eccezione per il sesso, mirano soprattutto al mantenimento della reputazione. Un ecosistema privilegiato che il resto della società, estranea ai grattacieli di Canary Wharf, il grande centro direzionale sulle rive del Tamigi, guarda con sospetto. In quello stesso mondo, prima del suo arrivo, conduceva la propria esistenza anche Michele, un uomo sposato verso cui al tempo dell'università, a Milano, lei aveva sviluppato un'ossessione sentimentale ed erotica. Michele si è licenziato, il motivo reale nessuno lo conosce, ma in qualche modo nella sua scelta c'entra Seamus, il brillante capo di Giulia, che in un mattino speciale, dalla colorazione esasperata e incerta, pronuncia il suo nome. L'effetto è quello di un vaso che si apre. In maniera compulsiva Giulia si trova a ripercorrere una vicenda che credeva sepolta, a indagare la dimensione emotiva del dolore e dell'amore, la loro origine genetica. A interrogarsi sulla fragilità che, al di là delle differenze, al di là delle generazioni e delle consuetudini, ci riguarda tutti in quanto esseri umani. «Gli esseri umani amano pensare che le loro decisioni, corrette o no, riflettano una coerenza interna. Una personalità, una persona. Un significato. Non c'è nulla che l'essere umano detesti di più dell'assenza di significato. Eppure succede spesso di essere vuoti, e la fatica di tenere duro si accumula, la tensione ogni tanto lascia spazio al pianto e al gelo. In questo caso innamorarsi può essere utile».
Letizia Pezzali. Nata a Pavia nel 1979, ha lavorato per anni a Londra in una banca d'affari. L'età lirica (Baldini & Castoldi 2012), il suo primo romanzo, è stato finalista al Premio Calvino. Per Einaudi ha pubblicato Lealtà (2018). I diritti di traduzione di Lealtà sono stati venduti in sette Paesi prima ancora della sua uscita nelle librerie italiane; i diritti cinema/tv sono stati opzionati da una casa di produzione internazionale.