L’ ‘Estate’ di Leonardo Colombati alla Ubik
“Cosa devo fare della mia vita? Io non lo so. Avevo tutto: una famiglia, i soldi, l’amore, il rispetto. E il Sea-Gull Hôtel des Étrangers. Non mi è rimasto più niente”. Game Over, a quarant’anni. Oppure no. Non esattamente, perché dal nulla spunta la vecchia fiamma della giovinezza e all’orizzonte, la Norvegia. Sembra caos, ma è solo vita, peraltro raccontata da uno scrittore ormai considerato tra le voci migliori della narrativa italiana, di scena sabato 17 marzo, alle ore 19, con il suo nuovo romanzo dal titolo Estate (Mondadori, 2018). A due anni di distanza dal “blitz” che lo vide protagonista insieme ai due fraterni colleghi Alessandro Piperno e Mario Desiati, che a sorpresa decisero di unirsi alla presentazione del precedente e apprezzatissimo 1960 (Mondadori, 2016), l’autore Leonardo Colombati torna nello spazio live della libreria Ubik di Foggia, con questa nuova prova narrativa. A conversare con lo scrittore romano, il direttore artistico della libreria, Michele Trecca.
Estate (Mondadori, 13 febbraio 2018; pagine 264). Jacopo D’Alverno è un quarantenne indeciso a tutto, che gestisce pigramente il vecchio albergo di famiglia senza voler prendere atto che certi fasti appartengono a un’altra epoca; fino al giorno in cui assiste impotente all’incendio che decreta la chiusura dell’hotel e lo costringe a fare i conti con se stesso. Abbandonato da moglie e figlia, vessato dalla compagnia di assicurazione, aggredito dai creditori, Jacopo affronta la sua débâcle esistenziale con l’aiuto di due improbabili compagni d’avventura: il suo molesto e irresistibile avvocato, anche lui neoscapolo costantemente in bilico tra euforia e disperazione; e Astrid, giornalista freelance e antica fiamma di gioventù che Jacopo accompagna controvoglia in Norvegia per seguire il processo a Anders Breivik. Senza parlare di altre tre figure femminili della famiglia D’Alverno, ognuna importantissima per Jacopo: una sorella anticonformista, una madre che si ostina a vivere tumulata nell’albergo chiuso e in rovina, e il ricordo angosciante di una cugina scomparsa negli spensierati anni dell’infanzia.
Narrato in prima persona, con un sapiente andirivieni nel tempo, il romanzo affronta con sguardo limpido il momento della crisi. Arguto e malinconico, lucido e impeccabile nell’analisi delle nostre insufficienze, Leonardo Colombati si conferma come uno dei narratori più importanti del panorama italiano contemporaneo.
Leonardo Colombati. Nato a Roma nel 1970. Ha pubblicato i romanzi Perceber (Sironi, 2005 - Fandango, 2010), Rio (Rizzoli, 2007) e Il re (Mondadori, 2009). Ha curato i volumi Bruce Springsteen: Come un killer sotto il sole. Il grande romanzo americano (Sironi, 2007) e La canzone italiana 1861-2011. Storia e testi (Mondadori-Ricordi, 2010). Direttore della rivista "Nuovi Argomenti", nel 2016 ha fondato con Emanuele Trevi la scuola di scrittura Molly Bloom, che dirige.