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'Ladri di valigette', il corto del regista foggiano Marco Giuva girato per le strade della sua città

Il titolo del cortometraggio rimanda volutamente al titolo che avviò l'epoca d'oro del cinema italiano, il capolavoro neorealista di Vittorio De Sica ('Ladri di biciclette' ndr), uno dei grandi maestri italiani ai quali il giovane regista si ispira nel suo modo di interpretare la magia del cinema

È ormai un dato di fatto: la Capitanata si conferma una prolifica fucina di talentuosi attori e registi, almeno a giudicare dal trend artistico degli ultimi anni caratterizzato dall’ascesa di numerosi foggiani.
Dagli ormai celebri emigratis” Pio e Amedeo ai giovanissimi Maria Chiara Giannetta e Gianmarco Saurino, entrambi già approdati su Rai Uno nelle seguitissime fiction ‘Un passo dal cielo’, ‘Che Dio ci aiuti’ e ‘Don Matteo’, sono ormai tanti i volti emergenti del cinema e della tv nati e cresciuti professionalmente nel capoluogo dauno: tra questi, anche il giovanissimo regista Lorenzo Sepalone, freschissimo di vittoria del Premio Miglior Regia al festival Salento Finibus Terrae con il suo ultimo cortometraggio ‘Ieri e Domani’.
S’inserisce in questa scia artistica anche Marco Giuva, ventisettenne attore e regista foggiano fresco di set del suo primo lavoro cinematografico, interamente girato a Foggia e interpretato da un cast di attori devoti al famoso Metodo Stanislavskij.

Il titolo del cortometraggio, ‘Ladri di valigette’, rimanda volutamente al titolo che avviò l’epoca d’oro del cinema italiano, il capolavoro neorealista di Vittorio De Sica (‘Ladri di biciclette’ ndr), uno dei grandi maestri italiani ai quali il giovane Giuva sostiene di ispirarsi nel suo modo di interpretare la magia del cinema: accanto al regista di ‘Sciuscià’, sono infatti Sergio Leone, Mario Monicelli, Federico Fellini e Michelangelo Antonioni i suoi principali modelli di ispirazione.

“Guardando e riguardando le opere di questi mostri sacri, così diversi tra loro per genere, tecnica e poetica ma tutti accomunati dalla medesima passione, il cinema si è fatto strada dentro di me fino a diventare un vero e proprio chiodo fisso” dichiara Giuva. Una laurea specialistica in Management per l’Impresa brillantemente conseguita alla Cattolica di Milano, con tanto di offerta di dottorato subito declinata ed un’avviata carriera da business-man in una nota multinazionale presto accantonata.

Scelte controcorrente per far largo ad un sogno nato in tenera età e che ha trovato espressione a Roma presso il Duse International di Francesca De Sapio, attrice nota per aver interpretato la consorte di Robert De Niro nel film ‘Il Padrino - Parte II’, già membro dell’Actor’s Studio di New York negli anni d’oro dei grandi Al Pacino, Dustin Hoffman, Harvey Keitel, Mickey Rourke e oggi guida artistica del giovane cineasta foggiano assieme al regista Vito Vinci.
Una lunga gavetta teatrale che oggi si concretizza in questo primo ambizioso cortometraggio che può vantare il coinvolgimento di maestranze dal curriculum prestigioso.

Spicca il direttore della fotografia Sergio Grillo, foggiano doc anche lui, già noto al grande pubblico per aver girato film tra cui ‘The Cuban Hamlet’, documentario sulla vita di Tomas Milian e ultima apparizione sul grande schermo del grande attore di fama internazionale. Daniela Baldasarre, già aiuto regista nella crew del film ‘Anime nere’, opera vincitrice del ‘David di Donatello’ 2015 come miglior film. Angela Tomasicchio, costumista che ha lavorato con Claudio Santamaria nel film drammatico ‘Il venditore di medicine’.

“Per il mio esordio ufficiale alla regia era doveroso affidarsi ad una troupe di professionisti di grande spessore. È stata la loro grande esperienza ad insegnarmi tutto ed a portare sul set un clima di elevata professionalità da cui il film ha certamente tratto beneficio, sia sul piano tecnico che su quello dei contenuti. Sul set è fondamentale avere grande disponibilità all’ascolto e all’autocritica, soprattutto nelle prime esperienze, altrimenti tutto finisce per ristagnare nell’immobilismo delle proprie solitudini mentali”. E la trama di ‘Ladri di valigette’, interamente girato per le strade di Foggia, prende le mosse proprio dalla solitudine di un malinconico ricco ereditiere, su cui mette gli occhi una banda di furfanti scapestrati.
"Ho voluto creare una commedia nostalgica, in grado di far ridere e al tempo stesso di portare a riflettere sul senso del tempo, tema cui sono molto legato. Non a caso, il mio film preferito è ‘Ritorno al futuro’ di Robert Zemeckis".

Il mio futuro? “Impossibile saperlo. Il futuro è sempre ricco di scoperte inaspettate. L’obiettivo ora è quello di presentare questo film anche all’estero: il sogno è approdare al Sundance Film Festival negli USA, tenuto dal grande Robert Redford. Ma prima bisogna con molta umiltà e abnegazione far conoscere agli addetti ai lavori ed ai cinefili il mio personale modo di concepire il cinema. I progetti che vorrei realizzare sono tantissimi. Ho scritto molti soggetti, anche per lungometraggi. Adesso ho iniziato a stendere la sceneggiatura del prossimo corto, un dramma di attualità molto pungente che affronterà il tema del lavoro”.

È presto per conoscere la lista dei festival nazionali ed internazionali cui parteciperà il regista foggiano, ancora impegnato nella post-produzione del film: l’augurio è quello di riuscire a far conoscere in tutta Italia e successivamente al di fuori dei confini nazionali il suo cinema “made in Foggia”.

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