Tradizioni e tipicità: a Carpino è la notte di ‘Frasca, fanoia e olio novello’
Rami d’ulivo che ardono nei borghi, l’atmosfera che si riscalda impregnandosi di odori inebrianti, i palati che si esaltano e il tempo che sembra essersi fermato a tanti secoli fa.
Si rinnova, come di consuetudine, il tradizionale appuntamento della notte dell’Immacolata, divenuto per i carpinesi un giorno scandito da riti e tradizioni immutati nel tempo: tornare indietro nel tempo, riscoprendo gli usi e le tradizioni della cultura popolare, per tramandarli alle future generazioni.
E’ la notte di “Frasca, fanoia e olio novello” che il 7 dicembre giunge alla sua diciannovesima edizione, volta a riproporre la sentita tradizione della “fanoia”, isolato falò di rami d’ulivo che rievoca, con il fuoco che arde, l’antico rito pagano della purificazione e diventa pregno di significato cristiano alla Vigilia dell’Immacolata, poiché questo giorno è il prescelto per il rito del raccoglimento e di purificazione: l’ulivo bruciando diventa sacro e questa pianta rivela le sue molteplici attività: riscalda i cuori, rallegra le mense. È la notte di un paese che ritorna alle sue radici e dimostra ancora una volta di saper conservare intatte le sue tradizioni.
E’ il rituale appuntamento che si rinnova ogni anno per rimanere nella storia e coltivare la memoria, la conoscenza e l’esperienza di un popolo, ma soprattutto per esprimere il legame indissolubile fra terra, tradizione e cultura: quasi a voler dire che i frutti di questo territorio non possono vivere l’uno senza l’altro.
Nei quartieri del centro storico i sapori della terra si sposano con la primitiva cottura delle patate e delle olive cotte sotto la cenere, mentre il pane preparato in tutte le umide e sapide maniere tradizionali esalta l’olio novello, simbolo per eccellenza di purezza e di prosperità, frutto di questa terra e di un intero anno di lavoro.
La città dell’olio si trasforma in un vero laboratorio culturale a cielo aperto; attorno alle “fanoie” la comunità si raccoglie per intonare antichi canti rituali femminili che ripropongono sante e madonne medioevali in una sorta di ipnotiche cantilene mentre le struggenti note della Tarantella carpinese accompagnano i passanti ed i visitatori in questa notte sacra. A far da cornice per questa edizione 2017 nella seicentesca Piazza del Popolo i suoni travolgenti del gruppo giovanile “TARANT FOLK”, una formazione di giovani musicisti, la cui passione per le proprie tradizioni ha determinato l’unione di diversi ragazzi/e non solo di Carpino ma anche di Cagnano Varano e Ischitella. La loro giovane età, nessun componente, infatti, supera i 18 anni, li spinge verso una ricerca spasmodica di suoni e melodie tradizionali con l’unico scopo di mantenere attive nel tempo le tradizioni, le culture e le musiche di un tempo, renderle attuali e diffonderle, elaborando un repertorio legato agli strumenti tipici del territorio come chitrarra battente, tamburello e chitarra classica con l’aggiunta di strumenti a fiato.
Dal suono energico ed ipnotico della Tarantella alla dolcezza dei sonetti e canti d’amore: questi strumenti ricreano e rigenerano quelle atmosfere e quelle atmosfere e quelle tradizioni delle radici antiche: quello dei Tarant Folk è uno spettacolo suggestivo ed intenso.