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La caduta del muro, una svolta epocale. Ezio Mauro: “La vittoria della democrazia, ma oggi c’è chi la rifiuta”

Il giornalista riavvolge il nastro riportando gli spettatori indietro di trent’anni, ripercorrendo giorno per giorno i delicati giorni che portarono alla caduta del muro

“Cronache del muro” di e con Ezio Mauro, è lo spettacolo andato in scena al Teatro Giordano per il secondo appuntamento stagionale di Musica Civica.

L’ex direttore de La Stampa e de La Repubblica porta a teatro la narrazione di un momento storico che ha stravolto non solo le sorti di un paese, fino allora diviso come la Germania, ma del mondo intero. Una vicenda che si snoda dal dopoguerra che divise il paese tedesco, e la capitale sezionata in quattro zone amministrata da potenze vittoriose, passando per il blocco dei rifornimenti imposto dai russi e il conseguente ponte aereo angloamericano, per tentativi di fuga dei berlinesi fino alla caduta e a ciò che oggi Berlino conserva a memoria di uno dei suoi periodi più bui.

“Un’idea nata per una scelta giornalistica. Gli anniversari sono come dei gong che ci costringono a riavvolgere il nastro della memoria a ricordare dove eravamo e che cosa facevamo, che cosa sappiamo di quella vicenda e che cosa vorremmo conoscere ancora, quali sono i vuoti e la memoria. Abbiamo provato a rispondere tutto questo, essendo una data capitale della storia del nostro continente e del mondo, realizzando un reportage durato un anno delle vicende di trent’anni fa, come se accadessero oggi, raccontandole giorno per giorno, mese per mese, ripercorrendo tutta la vicenda dell’89, quando il mondo è cambiato”, racconta a FoggiaToday Ezio Mauro.

Un anno epocale, il 1989: “Cadde il muro che era una barriera che imprigionava una parte della popolazione impedendole di muoversi liberamente. Poi si è arrivata all’unificazione della Germania. Cittadini dell’est come Angela Merkel sono diventati cancellieri della Germania unificata. Il pastore dissidente luterano Gauck è diventato presidente della repubblica della Germania unita. Dopo di che è caduto l’impero dell’est, nel dicembre del ’91 si è ammainata la bandiera rossa del comunismo sulla cupola del Cremlino con la conseguente caduta dell’Unione Sovietica. Uno sconvolgimento epocale che ha segnato anche la vittoria della democrazia faticosamente sulle due dittature che l’Europa aveva regalato al mondo”.

Una democrazia che a distanza di trent’anni non è così solida: “Non abbiamo fatto molto tesoro di quella vittoria, la democrazia è indebolita, insidiata, qualche volta anche rifiutata dai cittadini. La crisi attacca le loro vite quotidiane, hanno l’impressione che la democrazia non li difenda, ma la democrazia se potesse parlare direbbe che tocca alla politica. Ma è una vicenda di continua lotta, non può mai stare tranquilla”.

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