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A Foggia tornano a riunirsi i partigiani. Oggi chi sono? “I nostri giovani”

Venerdì 15 aprile, alle 17, nella sala del Museo Civico il congresso Anpi alla presenza di Michele Galante. “I nostri giovani sono i nuovi partigiani”

Nella Villa Comunale di Foggia ci sono diversi monumenti. Ce n’è uno che racconta la storia di Vincenzo e Luigi Biondi, due fratelli. Si tratta dei fratelli Biondi, partigiani, foggiani che “non ancora ventenni combatterono e caddero da valorosi per la libertà d’Italia”. Morirono il 3 ottobre 1943 sul Colle San Marco, ad Ascoli Piceno, nello scontro tra la formazione partigiana di cui facevano parte e le truppe tedesche. La loro è una delle diverse storie che segnano a caratteri indelebili il legame di Foggia e della Capitanata con la Resistenza, la lotta di Liberazione dal nazifascismo. Nel corso degli ultimi anni, la storia e le differenti vicende che raccontano quel legame sono state oggetto di studi, pubblicazioni, riflessioni pubbliche.

C’è un’altra storia tragica e straordinaria che, nell’ultimo anno, sta facendo il giro d’Italia. E’ la vicenda di Nicola Stame, raccontata magistralmente dal giornalista Lello Saracino nel libro intitolato Il tenore partigiano. Nicola Stame, detto Ugo, era foggiano, partecipò alla Resistenza, e fu ucciso dai nazisti alle Fosse Ardeatine. Venerdì 15 aprile, quasi in contemporanea con lo svolgimento del Congresso provinciale dell’ANPI Foggia (ore 17, piazza Nigri 1, Museo Civico), Lello Saracino presenterà a Roma, nella sede dell’associazione Casetta Rossa, il libro che racconta la storia del tenore partigiano. Il 24 marzo 1944, Roma e l’Italia furono colpite al cuore dall’eccidio nazifascista delle Ardeatine. I tedeschi, come atto di rappresaglia per l’attentato partigiano compiuto contro un battaglione nazista in via Rasella, fucilarono 335 civili e militari italiani. Tra le persone uccise quel giorno, anche i lucerini Umberto e Bruno Bucci (padre e figlio), il cerignolano Teodato Albanese e il foggiano Nicola Stame.

Il capoluogo dauno fu teatro di numerosi episodi di antifascismo militante e tutta la Daunia si distinse, all’indomani dell’8 settembre 1943, per gli episodi di resistenza dei confronti dei tedeschi. La Capitanata fu la provincia che in Puglia pagò il prezzo più alto nella lotta di liberazione nazionale. Sono tanti i nomi, i volti, le storie e gli atti di eroismo compiuti da uomini della provincia di Foggia che lottarono da partigiani in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e in altre aree del Paese. “In Capitanata sono state molte le persone che hanno perso la vita lottando per la Liberazione d’Italia dal nazifascismo, alcune importanti personalità sono invece sopravvissute e hanno rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione della democrazia in Italia e nella nostra provincia”, ha ricordato Michele Galante.

Il 15 aprile, quando mancheranno 10 giorni esatti al 71esimo anniversario della Liberazione d’Italia, a Foggia se ne tornerà a discutere grazie al Congresso provinciale dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. L’assemblea pubblica, che si terrà dalle ore 17 nella sala del Museo Civico (piazza Nigri 1), sarà un momento importante per rimettere in moto, nel capoluogo e in tutta la provincia, un lavoro cominciato molti anni fa.

Essere partigiani, oggi, significa continuare a condividere ideali e principi dell’antifascismo, valori sui quali è stata edificata la Costituzione della Repubblica Italiana. “In Capitanata sono state molte le persone che hanno perso la vita lottando per la Liberazione d’Italia dal nazifascismo, alcune importanti personalità sono invece sopravvissute e hanno rivestito un ruolo fondamentale nella costruzione della democrazia in Italia e nella nostra provincia”, ha ricordato Michele Galante, presidente provinciale dell’ANPI. Personalità appartenenti a diverse estrazioni politiche. I nomi sono tanti, citarli espone al rischio di dare un quadro incompleto e parziale, di certo spiccano storie e figure come quelle di Pasquale Specchio, Luigi Allegato, il grande Giuseppe Di Vittorio, il socialista Aldo Pedretti, il cattolico Antonio Matrella. E poi, ancora, Carmine Cannelonga, Peppino Papa, Ruggero Grieco. “Oggi, come 71 anni fa, la Resistenza comincia dai giovani”, ha detto Michele Galante. Nella sua relazione di apertura del congresso, il prossimo 15 aprile, il presidente provinciale dell’Anpi dedicherà ampio spazio al pieno coinvolgimento delle nuove generazioni nei programmi dell’associazione. “La lotta per la costruzione di una società più giusta non può che partire dai ragazzi”.

La Resistenza è ora, è sempre. La memoria della lotta di Liberazione dal nazifascismo non è soltanto storia, ma lezione per avere consapevolezza e strumenti per contrastare razzismo, xenofobia, corruzione della vita politica e criminalità, per promuovere la piena attuazione della costituzione e la costruzione di una società capace di affrontare le disuguaglianze. Ripartiranno da qui, il prossimo 15 aprile 2016, il programma e le azioni dell’ANPI Foggia, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Ad aprire il congresso, sarà la relazione di Michele Galante. Concluderà i lavori l’intervento di Luciano Guerzoni, presidente vicario ANPI Nazionale.

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