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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Una corona per Nicola Ugo Stame, vittima dell'eccidio delle Fosse Ardeatine

Mongelli: "Nelle Fosse Ardeatine riposano i resti ed è custodita la memoria viva di chi ha pagato con la vita l'appartenenza ad un popolo e l'aspirazione alla libertà"

E’ stato commemorato questa mattina in Piazza Italia l’anniversario delle Fosse Ardeatine alla presenza di Gianni Mongelli, delle autorità civili e militari e delle organizzazioni combattentistiche. Il sindaco ha deposto una corona al cippo per ricordare Nicola Ugo Stame, il partigiano e tenore italiano nato a Foggia nel 1908 e morto a Roma il 24 marzo del 1944. Insignito della Medaglia d’argento al valor militare, nel 1997 in suo onore l’amministrazione comunale ha intitolato un vicolo nel Rione Martucci.

IL DISCORSO DEL SINDACO | “Oggi invitiamo la città a ricordare l’eccidio delle Fosse Ardeatine e la memoria del nostro concittadino Nicola Ugo Stame, dei lucerini Bruno e Umberto Bucci, del cerignolano Teodato Albanese e di quanti furono trucidati nell’oscuro ventre di una montagna. I nostri cuori non devono e non dovranno mai chiudersi alla commozione per le donne e gli uomini che lì persero la vita: martiri di un’epoca buia e violenta, innocenti vittime della vendetta di regime.

Tocca a noi, ai loro eredi ideali tenere accesa la fiamma della memoria per illuminare il cammino del riscatto nel segno della libertà. Ecco, allora, che scopriamo una delle funzioni fondamentali della memoria: evitare che si ripetano gli orrori che il nostro Paese ha conosciuto e di cui porta ancora evidenti le ferite. Quello delle Fosse Ardeatine è uno dei delitti più efferati commessi dalle truppe naziste durante l’occupazione d’Italia.

Un massacro che non trova alcuna ragione e giustificazione neanche utilizzando le esecrabili norme che si applicano in guerra. I nostri concittadini, militari e civili, sono stati vittime di una atrocità, di uno dei tanti, troppi crimini patiti dall’umanità in quei tristi e bui anni. Nelle Fosse Ardeatine riposano i resti ed è custodita la memoria viva di chi ha pagato con la vita l’appartenenza ad un popolo e l’aspirazione alla libertà. Noi che possiamo rivendicare con orgoglio e forza tanto l’una che l’altra dobbiamo essere loro grati”.

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