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La strage di San Marco non ferma 'CfnCff': "Adatteremo l'evento alla nostra esigenza di legalità"

"Cchiù fa notte e cchiù fa forte" si farà, il 19 agosto. Gli organizzatori: "Il silenzio significherebbe ammettere che la mafia a San Marco in Lamis è più forte della voglia di vivere, di partecipare"

La strage avvenuta lo scorso 9 agosto, con quattro morti ammazzati a San Marco in Lamis, non ferma "Cchiu fa notte e cchiu fa forte". La manifestazione, però, dopo una lunga riflessione degli organizzatori cambierà pelle, per meglio adattarsi all’esigenza di legalità che questo paese chiede ed ha il diritto di ottenere.

La manifestazione non si ferma, il perchè nella lettera degli organizzatori

A spiegare i motivi di questa decisione, al momento condivisa da un cartello di associazioni dell'intera provincia (ma le adesioni sono ancora in corso) sono gli stessi organizzatori, in una lettera aperta: "Come cominciare un discorso così complesso e doloroso? Le emozioni sono tante e confuse: ognuno reagisce al lutto in maniera diversa. Sguardi increduli, cervelli storditi e parole confuse vengono scambiate nei locali che sostituiscono la nostra casa in questo periodo dell’anno. Ci siamo interrogati su cosa stesse succedendo e su quale sia il nostro ruolo. Non abbiamo mai creduto, nemmeno per un attimo, che si trovassero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Chi non doveva essere lì, né in nessun altro posto, sono i criminali che hanno barbaramente ucciso delle persone innocenti: stiamo parlando della mafia. La stessa mafia che sta attanagliando e rovinando le nostre colline, che sta inquinando le nostre terre, la mafia che terrorizza e taglieggia i nostri commercianti, che spara e uccide in pieno giorno, senza scrupolo alcuno, in luoghi pieni di gente. Mafioso è chi intimidisce, chi non paga le tasse, chi accelera quando stai per attraversare sulle strisce pedonali; mafioso è chi utilizza la povertà intellettuale che la nostra società sta producendo negli ultimi tempi, facendone la sua arma principale, “allevando” ragazzi che aspirano al modello del boss, della bella vita a tutti i costi, dell’intimidazione come unico strumento di confronto verbale".

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L'evento figlio della fame di di legalità del paese

"I nostri giovani, invece, sono scrigni inconsapevoli pieni di bellezza. Il ruolo della nostra comunità è prenderli per mano e renderli consapevoli delle loro potenzialità. C’è bisogno di qualcuno che parli la loro lingua, che sappia coinvolgerli nella produzione e nell’utilizzo dell’arte e che faccia capire loro che l’immobilismo non è una soluzione ma la causa del male che ci circonda. Siamo attivi da trent’anni. Ogni giorno, tutti i giorni, apriamo i nostri spazi a chiunque voglia sentirsi parte di un gruppo che coopera per dare a San Marco qualcosa di concreto e di tangibile su cui costruire il futuro della nostra comunità. Questo evento coinvolge, da dieci anni, una grossa fetta della nostra comunità che attivamente s’impegna e si prodiga per la crescita di San Marco. Infatti, crediamo che questo tipo di eventi dovrebbe svolgersi più spesso, così da colmare un vuoto facilmente riempibile dal proselitismo mafioso. Ora stiamo cercando di cambiare volto a cfncff: nonostante i tempi risicati e il ferragosto di mezzo non ci fermeremo un attimo. Adatteremo la manifestazione all’esigenza di legalità che questo paese chiede ed ha il diritto di ottenere".

Il nuovo corso di 'Cfncff": verso una rinascita del territorio

"Da qui potrebbe partire una rinascita per tutto il nostro territorio, insieme alle associazioni che stanno sottoscrivendo questo comunicato. C’è bisogno di spazi culturali in cui sentirsi a casa, in cui sentirsi protagonisti di qualcosa di bello, di qualcosa che fa crescere noi e chi ci sta intorno, che isoli la solitudine e l’emarginazione che troppo spesso i piccoli paesi subiscono passivamente. Il silenzio a noi incute paura: è terreno fertile che alimenta il terrore, che bisbiglia cose da non dire, che ordina di voltarci dall’altra parte. Il silenzio significherebbe ammettere che la mafia a San Marco è più forte della voglia di vivere, di partecipare. Non possiamo subire tutto questo, né oggi né domani. Bisogna urlare, sorridere e vivere in barba alla criminalità. Chiediamo a tutti voi di capire le nostre motivazioni e supportarci in maniera costruttiva e non disfattista. Comportiamoci da comunità e smettiamo di additare il problema senza prima lodare il successo. Cchiù fa notte e cchiù fa forte si farà. Ci vediamo il 19 agosto, tutti insieme come da dieci anni a questa parte".

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