'La misura eroica': Andrea Marcolongo protagonista al 'Lanza' e alla Ubik
C’è ancora posto per il passato nel nostro futuro? Perché la paura deve essere necessariamente un sentimento di cui vergognarsi? Perché non ci siamo mai sentiti così soli nella storia dell’umanità? Perché ogni giorno tutti noi – umani e contemporanei Argonauti – navighiamo attraverso i mari per diventare diversi da come eravamo quando abbiamo lasciato la riva? Gli interrogativi di una giovane e affermata intellettuale, autrice di un saggio che, lo scorso anno, tradotto in 17 lingue, ha fatto rinnamorare gli italiani (e non solo loro) del greco antico. Lunedì 7 maggio, in un doppio appuntamento, Andrea Marcolongo torna nella città di Foggia con il suo nuovo libro, La misura eroica (Mondadori, 2018), a un anno di distanza dal caso editoriale edito da Laterza, La lingua geniale, diventato un vero e proprio best-seller della saggistica italiana ed estera. In mattinata, pertanto, l’autrice è l’ospite di punta del Liceo classico V. Lanza, parte del ricco programma di interventi per il convegno sui 150 anni del prestigioso istituto foggiano, con avvio alle ore 9.30; in serata poi, l’appuntamento è nello spazio live della Ubik, alle ore 19, dove la brillante studiosa ritrova il pubblico della libreria, conversando con tre studentesse del Liceo e con la docente Mariolina Cicerale.
La misura eroica (Mondadori, 2018). Giasone è solo un ragazzo quando, inesperto del mare e della vita, insieme ai compagni Argonauti salpa con la nave Argo, la prima costruita da mano umana, verso la remota Colchide alla ricerca del leggendario vello d’oro. Per poi, vittorioso, fare ritorno con l’amata Medea nell’Ellade, fra le paure, le tentazioni e le insidie proprie di ogni lunga navigazione in mare aperto. Quella narrata da Apollonio Rodio nelle Argonautiche, e magnificamente ripresa da Andrea Marcolongo in queste pagine, è la storia universale e sempre attuale del delicato passaggio all’età adulta di un ragazzo e una ragazza, che trovano la «misura eroica» attraverso il viaggio e l’amore. Ed è il racconto della difficile arte di partire, abbandonando la terraferma e varcando quel confine che siamo chiamati a superare ogni volta che qualcosa di potente ci accade e ci cambia per sempre. Per diventare grandi, non importa quanti anni si abbiano. Poiché, però, prendere il mare significa esporsi al pericolo di naufragare, ai versi del capolavoro della poesia ellenistica l’autrice affianca, in una sorta di controcanto, la prosa disadorna ma pregnante di How to Abandon Ship. Come abbandonare una nave, un manuale inglese del 1942 che qui, a dispetto del titolo, non rappresenta un manuale di fuga, ma un compendio di strategie per resistere e superare i naufragi della vita. Dopo il best seller La lingua geniale, in cui ha mostrato quanto profonde siano le tracce lasciate dal mondo greco nella nostra contemporaneità, Andrea Marcolongo torna a scrivere per raccontare il suo personale viaggio verso quella agognata Itaca che è per tutti l’età adulta. La misura eroica ci ricorda quello che ogni viaggiatore dovrebbe sapere. Qualunque meta non è mai il punto di arrivo, ma è innanzitutto il punto di svolta: il senso di qualunque scelta, di qualunque viaggio, non è il dove si arriva, ma il perché si parte.
Andrea Marcolongo. Scrittrice, ha 31 anni, si è laureata in Lettere Antiche all’Università degli Studi di Milano. Vive in Bosnia Erzegovina, a Sarajevo. Il suo libro d’esordio dedicato all’amore per il greco, La lingua geniale, con oltre 100.000 copie vendute solo in Italia, è diventato un caso editoriale tradotto in 17 paesi. Scrive di libri e di cultura per «La Stampa» e «D di Repubblica».