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Economia

In Puglia si muore e non si nasce, diminuisce la popolazione e le donne al primo parto hanno 32 anni

Il commento di Sabino Zinni, presidente del gruppo in Consiglio regionale 'Emiliano Sindaco di Puglia'. Secondo il Forum delle associazioni familiari "c’è bisogno, urgentemente e a tutti i livelli, di un 'Patto per la natalità'"

Nell’ultimo decennio, in Puglia, le nascite sono diminuite di circa 10mila bambini. Inoltre, dal 2011, le morti superano le nascite; una forbice che tende ad aumentare nel tempo. Ecco perché secondo il Forum delle associazioni familiari di Puglia "c’è bisogno, urgentemente e a tutti i livelli, di un 'Patto per la natalità'"

A sollevare il problema è il presidente del gruppo consiliare 'Emiliano Sindaco di Puglia' Sabino Zinni, per il quale "c'è un problema fondamentale che sia la politica che la società civile continua a sottovalutare: il fatto che non si fanno più figli. Questo è vero per l'Italia intera, ma soprattutto per la Puglia. Dobbiamo abbandonare l'idea che al Sud la natalità sia più alta che al Nord che per tanti anni ci ha cullato: purtroppo non è più così!"

La Puglia ha fatto registrare nel 2018 solo 28.921 nuovi nati, ossia nella nostra regione il numero di figli per donna è di 1.25 (contro una media nazionale dell’1.32). Dal 2011 il numero dei morti pugliesi supera quello dei nati; nel 2018 il saldo naturale negativo è stato di 2000 unità circa. La conseguenza è una riduzione della popolazione dell’1.02%, con un picco del 5,9% nella fascia d’età tra gli zero e i 14 anni. I nuovi nati sono stati l’8.4% in meno rispetto agli anni precedenti.

L’età media delle donne pugliesi al primo parto sfiora ormai i 32 anni e viene procrastinato sempre più da parte delle coppie il momento di metter su famiglia; ciò comporta inevitabilmente l’incremento di quelle senza figli o con figlio unico.

Per Zinni "alla base di questo fenomeno non c'è alcun decadimento morale o presunto passaggio generazionale, il problema è prevalentemente economico: fare figli, in Italia, rende più poveri. A volte estremamente poveri. Ancora una volta a confermarlo ci sono i dati: l’incidenza della povertà assoluta è del 9.2% per le coppie con due figli e sale al 15.45% per quelle con tre e più figli; la povertà relativa invece è del 18.8% nelle coppie con due figli e di ben il 27% per quelle con tre o più figli.

Ecco che di fronte a uno scenario simile, compito della politica - di quella politica che per una volta vuole guardare oltre la stretta quotidianità - è adoperarsi per invertire questa tendenza infausta. Non è impossibile, in Germania e in Francia ci sono riusciti, in questi Paesi il numero di nuovi nati è tornato a crescere. Per questi motivi credo che sia più che mai necessario un Piano pluriennale regionale di Politiche Familiari, come chiesto dalla Conferenza regionale sulla Famiglia nel novembre 2018.

Le proposte ci sono e spero possano presto diventare fattuali. Ovviamente, nel limite delle mie competenze, mi adopererò perché ciò avvenga. Spero inoltre che questa battaglia non venga avvertita come una battaglia meramente cattolica, perché non lo è affatto. È una battaglia che riguarda il futuro della nostra Regione e del nostro Paese, un problema di tutti indiscriminatamente, o perlomeno di chiunque ritenga che la vita sia un valore da difendere al di là di qualunque differenza culturale o religiosa”.

La natalità in Puglia

“Non possiamo non accogliere l’appello del Forum delle Associazioni Familiari di Puglia per chiedere la stesura e l’approvazione del Piano pluriennale regionale di Politiche familiari. I dati Istat sono preoccupanti e certificano infatti un aumento della denatalità che coinvolge tutto il Sud Italia, in particolare la Puglia, dove nel 2018 si sono registrati solo 29821 nuovi nati. La Regione non può continuare a ignorare la questione”. Lo dichiarano i consiglieri del M5S Puglia.

“Riteniamo fondamentale - aggiungono - che la Regione avvii un confronto con tutti gli attori interessati per arrivare alla redazione del Piano per le Politiche familiari, per cui sono già state raccolte diverse proposte. Auspichiamo che, a differenza di quanto accaduto per altri temi ugualmente importanti, non ci si limiti alla convocazione di un primo incontro per ‘tenere buone’ le associazioni in vista della prossima campagna elettorale, ma si inizi a lavorare seriamente”.

“Il Movimento 5 Stelle - spiegano i pentastellati -  è da sempre in prima linea per supportare le coppie che non riescono ad avere figli, come dimostrano i numerosi interventi che abbiamo fatto a livello regionale per chiedere una maggiore sensibilizzazione sul tema delle adozioni e un impegno per tutte le famiglie che vogliano intraprendere questo percorso.  A livello nazionale abbiamo inserito nei nuovi LEA le prestazioni per la procreazione medicalmente assistita e impresso una forte sferzata nella lotta alla povertà con il reddito di Cittadinanza, gli aiuti alle famiglie, gli incentivi alle giovani coppie che vogliano mettere su casa ed oggi il Presidente Conte nella comunicazione alla Camera  ha ancora una volta ribadito l'importanza di poter avere più posti negli asili nido pubblici, specialmente al Sud e l'abbassamento e in alcuni casi azzeramento delle rette per nidi e micronidi per le famiglie con redditi bassi. Siamo consapevoli che c’è ancora tanto da fare e stiamo lavorando per mettere in campo interventi strutturali che possano dare un supporto alle famiglie. La Regione faccia subito altrettanto.”

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